La copertina del quiz del Guardian

La risposta (seria) del Guardian al “fascistometro” della Murgia

Enrico Cicchetti

Il quiz sul populismo è stato ideato da un gruppo di accademici che studiano l'argomento nelle università di tutto il mondo per capirne le cause e le conseguenze

Solo quattro spunte, tra cui “Basta con quelli che dicono NO a tutto” o “Sarebbe meglio aiutarli a casa loro”. Risultato: democratico incazzato, secondo il fascistometro pubblicato sull'Espresso da Michela Murgia il mese scorso. Non c'è male. Eppure è proprio così che si comincia, bacchetta la Murgia, a diventare fascisti. Il fascistometro che ha fatto tanto discutere nelle passate settimane – e che in fondo è soprattutto una trovata pubblicitaria in vista del lancio del nuovo libro della scrittrice sarda – “è una raccolta di 65 frasi veramente pronunciate da politici negli ultimi vent'anni. Potrebbero essere state dette dalla stessa persona, ma alcune le ha pronunciate Salvini e altre Serracchiani”, ha spiegato la scrittrice a Circo Massimo, su Radio Capital. Quel test però ha fatto storcere il naso a tutti, da Massimo Gramellini sulla Stampa (“Risulto appartenere al profilo ‘protofascista’ perché ho spuntato alcune voci che consideravo ovvie, che in Italia ci sono troppi parlamentari: il doppio degli Stati Uniti, cinque volte più popolati di noi. O che la gran parte dei richiedenti asilo sono migranti economici e non rifugiati politici”) a Francesco Maria Del Vigo sul Giornale (“Secondo il Murgia-pensiero tutto ciò che non è ipocrita melassa radical chic è fascismo”) e persino i militanti di Casapound, “indignati perché risultavano fascisti solo al 47 per cento”.

   
I test fanno tanto “Top Girl”, ma gli engagement editor (esistono davvero) dicono che sono una cosa buona per aumentare l'interazione con i lettori. Allora, se proprio tocca farli, consigliamo ai nostri colleghi e competitor di dare un'occhiata a quello che ha pubblicato il Guardian: “Quanto sei populista?”. Un sondaggio che ci piazza sul piano cartesiano tra gli estremi marcati da Sanders in alto a sinistra e Donald Trump in alto a destra, ma che dà anche la possibilità di non essere definiti populisti (in un range che oscilla tra Obama e Merkel). A differenza del giochino della Murgia, in cui si può risultare solo fascisti, il quiz del quotidiano britannico è una cosa seria: è stato ideato dal “Team Populism”, un gruppo di accademici che studiano l'argomento nelle università di tutto il mondo per capire le cause e le conseguenze del populismo. “Cerchiamo di scoprire perché alcuni partiti, leader o movimenti populisti hanno più successo di altri”, spiega il team “La nostra argomentazione generale è che il populismo è meglio inteso come una combinazione di questioni individuali e contestuali ('lato della domanda') e una disponibilità di leader di successo ('offerta')”. 

 

 

Le risposte al test sono aggregate per posizionare ciascun partecipante su una matrice che combina il populismo e l'ideologia convenzionale sinistra/destra. Il modello si basa sulla cosiddetta “definizione ideazionale” del populismo, usando le definizioni degli scienziati politici Cas Mudde, professore all'università della Georgia, e Kirk Hawkins, professore associato alla Brigham Young University. Hawkins è fra l'altro uno dei quattro accademici che hanno contribuito a costruire il sondaggio. Il collocamento dei leader politici sulla matrice è stato fatto chiedendo a esperti di ogni politico di completare il test come se fossero quel politico. Per renderlo più affidabile, è stato chiesto a diversi esperti – accademici e giornalisti – di completare il sondaggio per ogni politico e fornire una media delle loro interpretazioni.

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