Altro che disoccupazione. Il problema è che stanno sparendo i lavoratori

Un quarto di figli in meno in dieci anni. E dal 2012 sono in calo anche i nati da genitori stranieri. È l'Italia dell'inverno demografico

In dieci anni, i nuovi nati in Italia sono calati del 24 per cento (136.912 unità). In altre parole, oggi rispetto a dieci anni fa ci sono quasi un quarto di bambini in meno. Nel 2018 ne sono stati iscritti in anagrafe per nascita 439.747. Nel 2008 erano 576.659. È uno dei dati che emergono dal rapporto Istat “Natalità e fecondità della popolazione residente anno 2018”. Una tendenza negativa che non evidenzia segnali di inversione: secondo i dati provvisori riferiti al periodo gennaio-giugno 2019, le nascite sono già quasi 5 mila in meno rispetto allo stesso semestre del 2018

   

  

Come evidenzia su Twitter anche Francesco Seghezzi, presidente della fondazione Adapt e assegnista di ricerca presso l'Università di Modena e Reggio Emilia, “dal 2012 sono in calo anche i nati da genitori stranieri. Nuovi dati che confermano come demografia impatterà più della tecnologia nel mercato del lavoro dei prossimi decenni. Saremo senza lavoratori più che senza lavoro”.

 

La diminuzione è in gran parte dovuta al calo delle nascite da coppie di genitori entrambi italiani (343.169 nel 2018, quasi 140 mila in meno nell'ultimo decennio). Si tratta di un fenomeno di rilievo, in parte dovuto agli effetti “strutturali” indotti dalle significative modificazioni della popolazione femminile in età feconda, convenzionalmente fissata tra 15 e 49 anni. In questa fascia di popolazione, le donne italiane sono sempre meno numerose: da un lato, le cosiddette baby-boomers (ovvero le donne nate tra la seconda metà degli anni Sessanta e la prima metà dei Settanta) stanno uscendo dalla fase riproduttiva (o si stanno avviando a concluderla); dall'altro, le generazioni più giovani sono sempre meno consistenti. Queste ultime scontano, infatti, l'effetto del cosiddetto baby-bust, ovvero la fase di forte calo della fecondità del ventennio 1976-1995, che ha portato al minimo storico di 1,19 figli per donna nel 1995. A partire dagli anni duemila, rileva ancora l'Istat, l'apporto dell'immigrazione, con l'ingresso di popolazione giovane, ha parzialmente contenuto gli effetti del baby-bust; tuttavia questo effetto sta lentamente perdendo la propria efficacia man mano che invecchia anche il profilo per età della popolazione straniera residente.

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