"Raddoppiate le terapie intensive, ma state a casa". L'appello del supercommissario Arcuri (con ritratto)

"Vi imploriamo, rispettate le misure", dice il commissario straordinario per l’emergenza Covid. Posti letto e personale, la produzione e la logistica di mascherine e respiratori. Cosa stiamo facendo per sconfiggere il virus

"Vi imploriamo, rispettate le misure" di isolamento. E' quasi una preghiera, quella che rivolge agli italiani Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia (la finanziaria pubblica per lo Sviluppo) e che a inizio mese è stato scelto dal premier per ricoprire l’incarico di commissario straordinario per la gestione dell’emergenza coronavirus. "Tutti i cittadini stanno facendo enormi sacrifici, li ringrazio, ma non basta", ha detto Arcuri in conferenza Stampa. "Bisogna essere chiari: è davvero importante attenersi alle prescrizioni che il governo ha dato, sapendo che sono difficili, inusuali, quasi non contemporanee. La stragrande maggioranza le rispetta, imploriamo di rispettarle a tutti gli italiani. Dobbiamo fare in modo che emergenza non si diffonda in regioni dove finora è stata contenuta la sua portata, con l'aiuto degli italiani di quelle regioni, ma non solo". 

 

Come scriveva sul Foglio Salvatore Merlo (l'articolo integrale è qui), "Arcuri è da dodici anni l’avvolgente potenza invisibile delle crisi aziendali d’Italia, come l’imam occulto degli sciiti. Lo descrivono informatissimo, gran conoscitore delle regole e delle leggi, attivo, uomo di dati, carte e soluzioni sempre tecnicamente corrette, Arcuri non è uno di quelli convinti che solo i proconsoli risolvono le emergenze nazionali e che i codici vanno azzerati. Quando gli chiesero infatti d’intervenire in Alitalia, con i suoi fondi pubblici, lui si ritrasse, e in più di un’occasione ai tempi in cui Luigi Di Maio era ministro dello Sviluppo entrò in conflitto con le forzature scombiccherate che i 5 stelle pretendevano. Rischiando persino, forse, ma trovando subito però, tra una sigaretta nervosa e l’altra – è un gran fumatore di Marlboro rosse – protezione nella figura sempre più indipendente e ambiziosa del presidente del Consiglio Conte, lui che adesso non gli ha affidato i galloni del supergenerale inviato in guerra contro il coronavirus, che sarebbe stato il ruolo esorbitante di De Gennaro e di Bertolaso, ma lo ha incaricato di fare quel che meglio sa fare: organizzare la logistica, aiutare le imprese a produrre quei macchinari medicali di cui gli ospedali in questi giorni hanno un drammatico bisogno. Ma senza apparire. Di lato".

 

  

Così produciamo le "munizioni" che ci servono per sconfiggere il virus

 

Il consorzio per produrre le mascherine e i respiratori

Logistica e produzione di dispositivi sanitari, dunque. Secondo l'ad di Invitalia, entro tre giorni un consorzio di produttori italiani - soprattutto, ha specificato, "nel settore della moda, senza concorrenza e senza lotte tra loro" - inizierà a produrre le mascherine e "a dotare il nostro sistema e il nostro paese delle munizioni che ci servono per contrastare questa guerra ed evitare la nostra totale dipendenza dalle esportazioni". "In poco tempo - ha aggiunto Arcuri - copriranno la metà del nostro fabbisogno".

Oggi saranno distribuiti 135 ventilatori per le terapie intensive e ieri ne sono stati distribuiti 121, ha precisato ancora. "Siamo passati da 13 a 73 ventilatori distribuiti al giorno. Sono ancora pochi e confidiamo che i numeri possano rapidamente crescere".

   

Posti letto e personale

"Dobbiamo garantire più macchine, più posti letto, più personale: dobbiamo implementare una rivoluzione del nostro sistema sanitario", ha continuato il commissario Arcuri. I posti di terapia intensiva sono passati da "5.300 a 8.370, il 64 per cento in più; da 6.625 a 26.169 i posti letto in pneumologia e infettivologia, oltre di quattro volte in più". Arcuri ha confermato poi che "saranno inviati nelle prossime 72 ore, quasi certamente domani il primo contingente, 300 medici negli ospedali più in difficoltà. Con una nuova ordinanza trasferiremo su base volontaria 500 infermieri nelle zone con più alto numero di malati Covid 19".

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