Theresa Maybe
Una rassegna delle copertine dei principali magazine internazionali. Economist, Spectator, Point, New York Times magazine, Express
L’Economist sembra ritornare ai bei tempi della gestione Micklethwait e per la sua edizione britannica sforna una copertina con un gioco di parole perfetto: Theresa Maybe. Nei suoi primi sei mesi di governo, il premier britannico ha fatto dell’indecisione la sua cifra di governo, e finora la gestione del dossier Brexit ha decisamente lasciato a desiderare. Per il miglior magazine britannico, delle due figure politiche a cui May è stata paragonata per educazione e ascesa politica, Angela Merkel e Gordon Brown, il premier assomiglia molto più al secondo – e questo non è un complimento.
Napoleonico, iconicamente imbronciato e a cavallo di un uccellino di Twitter. Così lo Spectator immagina Donald Trump all’inizio del suo mandato presidenziale, e l’immagine risponde alla storia di questi mesi da presidente eletto: Trump è stato dispotico, volubile e possessore dell’account Twitter più potente e pericoloso del mondo.
L’altro aspetto dell’ingresso di Donald Trump alla Casa Bianca è quello della cyberguerra e degli scandali sugli hackeraggi durante la campagna elettorale. La cyberwar non è soltanto una minaccia per gli stati e per gli individui, è anche un’industria. Un’inchiesta del magazine del New York Times.
Michel Onfray è uno scrittore controverso quanto prolifico. Nel suo ultimo libro racconta la "Décadence" della civiltà occidentale, e il Point gli dedica la copertina e un lungo dossier con interventi di intellettuali ed esperti.
Express è una pubblicazione legata al Washington Post, che questa settimana ha dedicato la sua copertina ai nuovi movimenti femministi. Notare l’errore.
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