Le buche stradali causate dalla pioggia a Roma (foto LaPresse)

La geometria delle alleanze politiche e le buche di Roma. Di cosa parlare a cena

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati da Giuseppe De Filippi

Se vuoi ricevere gratuitamente la newsletter di Giuseppe De Filippi, "Di cosa parlare stasera a cena", clicca qui.

 


 

Tweet del giorno di tono epico (anche se stavolta si tratterebbe di attraversare il Rubicone in senso opposto a quello di Cesare, per andare a riconquistare il centro-sud):

 


 

Il lavorio per cercare una nuova maggioranza si affaccia comunque, anche se solo per brevi accenni, nelle nostre cene, che siano tra amici o in famiglia e perfino romantiche, non se ne scappa. Dal punto di vista di chi siede a una tavola apparecchiata la pressione sul Pd perché conceda un sostegno al governo a 5 stelle non ha quella logica ferrea che sembra emergere dal dibattito televisivo e da alcuni interventi giornalistici. Anzi, il famoso elettore da rispettare, di cui bisogna capire i turbamenti (se possibile anticiparli) e di cui bisogna eseguire gli ordini evidentissimi (ma di un'evidenza che si squaderna sempre dopo il voto e mai prima), non sembra troppo della partita. Perfino nel regno grillino del web manca in modo pressoché totale all'appello il popolo in sostegno dell'accordo M5s-Pd. Non vi esortiamo a usare la banale retorica della manovra di palazzo, ma, insomma, un minimo di vitalità nella nuova maggioranza prospettata vorremmo vederla. E invece niente, solo chiacchiere in tv. Mentre nel frattempo è venuta allo scoperto anche la parte del Pd che segue il ministro Orlando per dire di no ad accordi a 5 stelle. Ecco un buon giochino per farsi due risate (se i commensali sono un po' appassionati di politica): prendete un qualunque editoriale o post analitico, in cui si spiegava perfettamente (ancorché a giochi fatti) che maggioranza e governo uscenti hanno perso contatto con la realtà quotidiana, con la vita delle persone e i loro problemi concreti, e provate ad applicarlo alla costruzione iper-politicista della maggioranza tra Pd e grillini e ne verrà fuori uno spassoso esperimento. Nel Pd chi contesta l'accordo si è messo sotto lo scudo dell'hashtag #senzadime ma esiste un hashtag di chi sostiene l'intesa che potremmo battezzare Emiliano-Travaglio? Sembrerebbe di no, mentre è partita una mobilitazione speculare al #senzadime e ovviamente chiamata #senzadivoi per grillini di base che l'accordo non lo vogliono:

 


 

Ha meno, anzi zero, spazio nel talk-show l'ipotesi che guarda, come dicevamo ieri, all'altro forno. Eppure perché scartare le abilità tattiche del Cav. notoriamente concavo e convesso e perfino di Matteo Salvini, cinico al punto di poter capire che non gli converrebbe governare in prima persona? E perciò perché trascurare la possibilità di un'intesa Pd-FI-Lega, un po' opportunistica (come tutte le intese) ma abbastanza innovativa e capace di garantire (con lo scoglio della legge Fornero, però) perfino una certa continuità con l'attuale linea governativa. Su questo crinale fantasioso ma interessante si è esercitato il Foglio, nella sua tradizionale e beata semi-solitudine, evocando esperienze del passato non paragonabili per lo scenario politico ma rilevanti per quello della tecnica parlamentare:

 


 

Ma appunto siamo sull'ipotetico quasi astratto. Mentre la sana ipotesi residuale è sempre quella di tornare a votare:

  


 

In casa Pd la ripartenza la vedono così:

 


  

Intanto un po' da fare ci sarebbe, anche se con la legislazione vigente, grazie al buon lavoro fatto negli ultimi tre anni, le cose vanno quasi a posto.

 

Le buche di Roma, incattivite dalle piogge e dai lavori fatti male, dominano nella conversazione web. C'è il vantaggio dell'evidenza documentale, le foto sono espressive, i commenti da ironici (su filoni legati a film e canzoni "semiasse ti cancello" o "i migliori danni della nostra Micra"), sono passati all'invettiva piena, con qualche variante sulla fortuna dei gommisti, unica categoria con business in sicura crescita. La sindaca non si aiuta con la comunicazione, affidandosi a un tweet che passerà alla storia, eccolo:

 


 

Con Roma che rinasce passo dopo passo, evitando, si spera, il passo tradito dalla buca e la caviglia da curare. Il tema va bene anche per cene fuori dal raccordo anulare, per mille ragioni, perché Roma è la capitale, perché i 5 stelle hanno vinto le elezioni, perché le soluzioni semplici passo dopo passo mostrano di non funzionare, per lodare o biasimare la incredibile pazienza dei romani.

 

Domani, indifferenti a tutto, slegati da ogni logica di confronto politico, i sindacati di base chiameranno (ascoltati come sempre) allo sciopero gran parte dei lavoratori e soprattutto delle lavoratrici dei trasporti, perché cadendo di 8 marzo la protesta si intesta anche la battaglia di genere, intrecciata notoriamente al #MeToo. Riti che stridono con il gran senso di cambiamento percepito da molti elettori. Parlatene non solo per organizzare gli spostamenti ma anche per ragionare sulle ineluttabili componenti di fondo della nostra vita economica e sociale (ma non chiamatele in questo modo altrimenti gli altri cambiano discorso).

 

Sempre destini paralleli, con le debite proporzioni, quelli di Raggi e Trump (ricordate, come tema conviviale, la sfida a colpi di sostituzioni e rimpasti tra la giunta romana e l'amministrazione di Washington?), e così all'affare buche il presidente degli Stati Uniti risponde con il casino di Gary Cohn. Ovviamente non siamo alla pochade romana ma di fronte a una questione drammatica mondiale, quella del rischio di una guerra commerciale a colpi di dazi:


 

Italia abbastanza ripetitiva, mentre il mondo inventa e innova, anche nel costume (e a cena qui si va su temi di presa sicura).