La giornata pazzotica di Di Maio e Salvini e le proteste a Gaza. Di cosa parlare a cena
Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Dicheparlare è travolto dagli eventi, servirebbe una meta-conversazione, una chiacchiera sulla chiacchiera, per impostare decentemente un dialogo a cena. Perché oggi più che i nudi fatti andrebbe raccontato il racconto di quei fatti come si sono dipanati durante la giornata nella trattativa più pazza del mondo, anzi la più pazza della storia, come direbbe l'hegeliano Luigi Di Maio, che non ha visto Napoleone da lontano a Jena ma ha visto i cronisti scazzati della domenica pomeriggio e li ha presi per la storia che passava lì vicino.
Insomma, un giorno pazzotico, tra un Giulio Sapelli indicato per palazzo Chigi, che a sua volta sistemava Domenico Siniscalco (lo ricordate, subentrò a Giulio Tremonti quando questi venne mandato via per screzi con il resto del governo, salvo essere risostituito da Tremonti, peraltro suo amico storico, quando arrivò la riabilitazione) a via XX settembre. E poi altri nomi, convocazioni al Quirinale a due ore di distanza per ciascuno dei diarchi. La procedura costituzionale saltata come gli schemi calcistici a fine partita, e pure la prassi istituzionale gentilmente salutata. Il tutto circondato da una meravigliosa tranquillità, ecco, la Roma politica, forse per non sembrare in affanno, affettava una serenità olimpica. Potreste parlarne a cena: com'è che nessuno si agita, malgrado le procedure saltate, i nomi che spuntano e spariscono, i piani di governo scritti come tesine da consegnare domattina? Fate qualche domanda a cena tra amici e familiari, non accettate che questa sia la normalità.
Alle 15 e 32 dicevano, i due, che sul nome c'è ancora da lavorare, e Matteo Salvini lasciava passare senza commenti (quindi neppure bocciandolo) il nome del giurista Giuseppe Conte, stimato ordinario di Diritto privato all'Università di Firenze, uno della categoria "amici di tutti". Comunque anche questo illustre prof. viene lasciato, almeno ancora per un po', alle sue occupazioni. Di Maio, dopo un incomprensibile e insensato colloquio con il presidente Mattarella, usciva fuori dicendo che sarebbero serviti altri giorni. Di fatto sequestrando, nel giochino tra lui e Salvini, sia la funzione di governo sia quella di garanzia costituzionale della presidenza della Repubblica. Forse questo è il tema centrale di cui dovreste parlare, e magari arrabbiarvi un po'.
Intanto, per pugliesi e non, qualche riflessione anche durante la cena sulla deriva della regione Puglia si potrebbe tentare. Mentre le vicende della Xylella si fanno drammatiche e l'Ilva è sempre più in bilico verso la chiusura.
Ma quanto fa freddo? Anche se fate finta di niente e tentate di atteggiarvi a superiori il tema a cena arriva e non si scappa. Visto che oltre a far freddo piove tantissimo (a Sestriere nevica proprio) ecco anche il link del sito con la rilevazione continua del livello del lago di Bracciano, di cui ricorderete che l'anno scorso era sceso al minimo anche per sostenere i consumi idrici di Roma.
Donald Trump e l'ambasciata a Gerusalemme, un detto-fatto di quelli tosti. Oggi mobilitazione di protesta dei palestinesi e scontri in cui sono rimaste vittime decine di persone spintesi nella zona dichiarata interdetta dalle autorità di sicurezza israeliane. La comunità internazionale non ha perso l'occasione per mandare segnali ambigui, che non aiutano a raggiungere equilibri più stabili tra Israele e palestinesi, perché la scelta degli Stati Uniti di spostare l'ambasciata nella capitale israeliana non può essere sottoposta a valutazioni di paesi terzi senza che in tal modo si crei un sostegno, anche se indiretto, a proteste che poi sfociano in scontri e violenza. L'Europa si è distinta per ambiguità, con solo 4 paesi, e di recente adesione all'Unione, rappresentati al massimo livello alla cerimonia di apertura della nuova ambasciata.