Mario Draghi (foto LaPresse)

Il fisco secondo Salvini e l'allarme di Draghi. Di cosa parlare a cena

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Le battute fioccano e non hanno certo bisogno del sostegno di questa newsletter, nelle cene da ristorante romano, quelle in cui si avverte come un distacco dall'ortodossia fiscale, ovviamente si scherza e si spera sulle uscite salviniane, oggi riassumibili nell'obiettivo di annullare (non semplicemente addolcire, ammorbidire, rendere meno gravose, ma proprio annullare) le cartelle esattoriali inferiori ai 100 mila euro. Praticamente stiamo parlando di una totale capitolazione fiscale e dell'azzeramento della capacità di riscossione. Tenete presente una cosa, così giusto per parlarne a cena: sta crescendo da anni una forma di evasione fiscale che consiste non nell'occultare redditi o proventi vari ma proprio nel mancato pagamento del dovuto. Molti casi sono determinati proprio dalla mancanza di disponibilità, altri da scelte deliberate in base a priorità, altri ancora proprio dalla tecnica del rinvio (andando consapevolmente incontro alle sanzioni ma preparandosi a fronteggiarle confidando in cambiamenti o altri colpi di fortuna). Tutto questo per far capire che, a fini di gettito, la riscossione (in cui era impegnata la struttura di Equitalia, poi inglobata nell'agenzia delle entrate) è diventata un'attività centrale, tanto quanto l'accertamento. E con l'uscita di Salvini alla riscossione si tagliano le gambe.

   

Ma, tralasciando Salvini e la sua lotta per lo spazio mediatico, cosa resta? I ministri grillini ormai predicano la continuità, concertano, ascoltano, non decidono, dispensano buon senso. Forse solo Danilo Toninelli mantiene qualcosa dello spirito apri-tonno, ma può essere che abbia bisogno di più tempo per essere pienamente conscio e convinto della linea continuista del suo movimento.

 

Tra le cose serie c'è l'allarme di Mario Draghi per la corsa all'unilateralismo, ovvero la questione mondiale di questo periodo. Preoccupazione più che fondata quella del presidente della Banca centrale europea, mentre dagli Stati Uniti arrivano nuove indicazioni verso un rialzo dei tassi. Mentre tra le cose serie c'è ovviamente anche il modo in cui si attrezzano i governi più consapevoli e responsabili d'Europa di fronte a queste contingenze.


 

Chi è il vostro Tria? ecco il nuovo gioco di società da proporre anche in vista delle imminenti permanenze in spiaggia. Giochiamo tutti a trovare i Tria della nostra vita, ovvero le persone che ci riportano alla realtà, che incanalano i nostri sogni e le nostre promesse verso i porti della fattibilità "alle condizioni date". Certo, nel governo c'è anche chi non si diverte tanto, o fa finta di non divertirsi tanto. Provate a chiacchierare un po' a cena a partire da questa seconda possibilità, perché un Tria che frena, che fa quadrare i conti, è pur sempre un ottimo fornitore di scuse politiche: io vorrei fare grandi cose ma al ministero dell'Economia mi bloccano tutto. E così diventerebbe lo strumento per governare (ovvero essenzialmente fare nomine) e nello stesso tempo continuare a fare promesse elettorali (tanto c'è Tria a disinnescarle nell'immediato).

  

Secondo i suoi amici della Fox il presidente Donald Trump starebbe pensando a provvedimenti per favorire il ricongiungimento tra le famiglie e i bambini separati dai loro genitori al confine messicano e poi vergognosamente trattenuti in quelle specie di gabbioni. Parlatene a cena anche per provare a ritrovare lo spirito delle grandi battaglie internazionali sui diritti umani (ricordate i boat people vietnamiti e cambogiani e la mobilitazione mondiale).

  


 

Per parlare di mondiali leggete il Foglio, tra meravigliose corrispondenze dai peggiori bar della Lombardia e lucide analisi in cui si teme l'arrivo della favola (la squadra imprevista).