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Foto LaPresse
La Juventus di Cristiano Ronaldo e i migranti secondo Conte. Di cosa parlare stasera a cena
Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Volendo potrete parlare dell'incontro tra Trump e Putin in Finlandia. Ecco i punti essenziali del dialogo fatto palesemente sulla testa dell'Europa, recente bersaglio dialettico del presidente degli Stati Uniti. Mentre Putin è il suo cocco, il nuovo caro amico. Ma dal momento che Trump dice una cosa, ne twitta un'altra, le smentisce entrambe e poi ne fa un'altra ancora, sospendiamo il giudizio sull'amicizia con Putin.
Merita forse una chiacchierata il Matteo Salvini che va in Russia a parlar male dell'Europa e con uno speciale livore per la Francia. Non hanno neanche bisogno, ovviamente, di essere entrambe difese da questa newsletter da aperitivo e che osa solo spingersi fino alla solennità della cena. Le piccole stupide banalità su mare, bellezza, Corsica, arte, ricchezza, il ministro dell'interno le coglie tutte e le fa sue. Parlando poi ancora degli effetti economici del blocco commerciale, ma senza mai citare i fatti che lo hanno causato. Tuttavia questa newsletter, per quanto confinata nello spazio della tavola, non entra nella sciocca discussione sul volo del ministro Salvini- E' andato a Mosca con aereo di linea? e grazie al cazzo, verrebbe da dire educatamente.
Intanto gli sbarchi continuano e con essi c'è il prof. avv. che smista migranti con soddisfazione, celebrando i successi delle volontarietà. Ovvero sancendo ciò che succedeva già prima, ma con minor clamore. Tuttavia della propaganda elettorale, respingimenti e 600 mila da espellere, non resta nulla. E non c'è nulla neppure della propaganda post-elettorale.
Il prof. avv. visto (cioè non proprio visto) da Nomfup.
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Questo non è per cena, o almeno molto raro che si affrontino a tavola in relax temi così duri, ma va bene per i talk-show (non si sa mai ne capitasse uno) o per i dibattiti parlamentari (anche in questo caso non si sa mai). A chi si mette a strillare sui suicidi causati dalla crisi, anzi, dall'austerità e dai sacrifici imposti agli italiani, rispondete pacatamente con questi dati.
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Luigi Di Maio solo pochi giorni fa era stato il difensore di Tito Boeri, con una frase, che poi ha ripetuto ieri sera, che suona più o meno come un "per me può restare al suo posto fino a scadenza, poi si vedrà". Allora la scadenza è nel 2019, quindi il si vedrà riguarda anche e molto Di Maio, più di quanto riguardi Boeri. Ma il punto è che Di Maio lo aveva difeso in passato, cioè pochi giorni fa, perché l'Inps aveva fornito dati a sostegno della revisione in senso contributivo del calcolo pensionistico, fornendo così qualche argomento logico alla personale propaganda del ministro del lavoro contro quelle che chiama pensioni d'oro e contro i regimi di maggio favore, come quello dei parlamentari (ma non solo loro). Insomma Di Maio è un po' in confusione tra la persecuzione contro la manina (ovvero contro i tecnici Inps a supporto di quello del ministero dell'economia) e la necessità di avere un supporto tecnico per fare la crociata previdenziale. Che poi la maggioranza e il governo hanno già i loro guai per riempire le caselle in scadenza tra i grandi luoghi di potere economico pubblico, figuriamoci se vanno ora a mettersi nel ginepraio delle nomine Inps. A proposito prendiamo atto con compiacimento dell'ulteriore proroga in arrivo per l'indicazione dei nomi per Cassa depositi e prestiti e e Ferrovie. Qualcuno poi si emoziona invece per le parole di Roberto Fico su queste vicende e su Boeri nello specifico.
Che poi intanto sono cavoli amari per la ormai imminente manovra, quella che dovrebbe portare il cambiamento. Il denominatore della nota frazione, cioè il Pil, è visto ulteriormente in frenata. Il Fondo monetario, sto antipatico, ha levato un altro decimale dalle stime sull'italia, portando le attese del Pil a più 1,2 per cento. Sono problemi per far quadrare i conti e sono brutti segnali per i mercati. A proposito, provate a immaginare cosa succederebbe se tutti i protagonisti delle polemiche con Di Maio e Salvini dicessero "ok, ne abbiamo abbastanza, continuate voi". Mi auto-cito, scusate, con una previsione
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La stupidata disinformativa sullo sciopero massiccio anti-CR7 negli stabilimenti Fca ha avuto la sua sanzione numerica. Cinque scioperanti in tutto e palla al centro.
Invece parlate dei primi giorni di CR7 a Torino e del clima positivo di accoglienza festosa che lo sta circondando, con anche richieste esplicite e non negoziabili; portaci la coppa (non Italia però, o almeno non solo).
A esser sinceri nelle nostre cene si parla solo del tempo, del fatto che l'estate non c'è, si prende una pausa, è finita (questa dell'estate finita è una battuta che non viene capita, ma voi ripetetela). Insomma, in luogo dei lamenti siccitosi questo è l'anno dei lamenti pioggiosi e anche freddolosi. Bene per l'editoria, magari si venderanno libri, e per l'industria delle carte da gioco.