Le parole di Draghi e Moscovici e l'arte della proroga (anche per Genova). Di cosa parlare stasera a cena
Idee e spunti per sapere cosa succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Lo diciamo noi (che non votammo 5 stelle neppure per vedere com'era) che non si deve parlare a vanvera, neppure dal fronte leghista, di conti pubblici, manovre, persecuzione delle imprese, nazionalizzazioni punitive, ed è un conto. Lo dice Mario Draghi ed è un altro. Lo diciamo noi che con il bilancio dello stato e soprattutto con l'appartenenza al club dell'euro non si deve scherzare e che l'italia è l'anomalia europea (Visegrad a parte) e che spuntano ducetti e che c'è un'aria brutta ed è un conto. Lo dice il commissario europeo Pierre Moscovici, ed è un altro. Insomma, eccoli qui due pezzi da novanta a dire cose ovvie, per le nostre orecchie, ma devastanti per sovranisti e populisti vari. Di questo dovrete parlare a cena e pure dopo, stasera e pure nelle prossime, finché non sarà sparita l'ultima eco di questi discorsi.
La scelta di Di Maio però è quella della corsa a testa bassa contro il muro. Il guaio è che lo fa a nome di tutta l'Italia. Allora, tanto per alleggerire la chiacchiera a cena, potreste porre la questione di atti che, ponendo l'Italia fuori dal consesso europeo, pongono le basi e anche di più per l'uscita dall'Unione e dall'euro. Un esito che però avrebbe bisogno di una procedura molto pià complessa e che, toccando argomenti che implicano trattati internazionali e impegni assunti in quei trattati, non è neppure nella piena disponibilità di un governo ma dovrebbe essere decisa attraverso procedure più ampie e più lunghe.
Si discute, e si rischia di fare scelte molto gravi, sulla ricostruzione del ponte di Genova, ma a soccorrere c'è sempre l'arte della proroga. Il governatore Toti aveva detto: o decreto condiviso oppure che slitti.
Il capo della comunicazione digitale di Matteo Salvini è contento per la copertina di Time, a noi diverte l'assenza di Di Maio, ma un faccione fa fuori gli altri.
Materia difficile, ma un parere si può sempre dare. Uno dei nostri idoli, Laura Cesaretti, il suo parere lo dà.
Addio a Guido Ceronetti, filosofo amico del Foglio.