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L'oro di Salvini e il deficit del governo balconista. Di cosa parlare stasera a cena

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Salvini brucia le tappe, salta anche i colleghi di governi, prorompe al balcone (virtuale) e chiede l'oro alla patria. A fare i sovranisti si sa che va a finire così, ma, insomma, un po' di pazienza, non si corre così, con la dittatura precox si rovina tutto l'effetto.

 

Però non è tutta colpa sua questa accelerazione. Effettivamente sono i fatti a premere. L'atteso abbassamento del rating italiano da parte delle due maggiori agenzie mondiali potrebbe avvenire entro il mese e quindi c'è da approntare le difese. Salvini ha pensato che la soluzione migliore, a quel punto, sarà l'utilizzo del risparmio e del patrimonio delle famiglie, da convertire, per ora su slancio patriottico, in Btp e così consentire il finanziamento di quei bei deficit che piacciono tanto al governo balconista. Insomma il partito della flat tax, anti-tasse, per la libertà della piccola impresa diventa il partito dell'oro alla patria e dei vincoli alle scelte dei risparmiatori. E prima delle agenzie di rating ci sono altri specialisti nella previsione, che invece di usare i rating cercano di usare, apparentemente inascoltati, i consigli preventivi, quelli che una volta si chiamavano moniti. La Banca d'Italia è stata ascoltata in commissione bilancio e ha demolito la manovra, senza livore ma con numeri: crescita prevista sotto all'1 per cento per il 2019, pericoli da modifiche alle leggi previdenziali, effetti molto ridotti per la politica espansiva del governo, costo pesantissimo dello spread. E toni simili dalla corte dei conti e nella notte precedente dal fondo monetario internazionale. Alla banca d'Italia risponde con una cafonata delle sue Luigi Di Maio. Ma il punto ora, anche per parlarne a cena, è quanto possa reggere questa strategia del fronte populista, cioè quando molleranno dopo aver tirato il più possibile? è successo con Ilva, in molte questioni di politica estera, sulle stesse nomine di alcuni ministri. Oppure non molleranno? e allora si torna alla casella precedente: l'oro alla patria.

 

Dopo l'imitazione creativa (che riguarda non ciò che fa ma ciò che potrebbe fare e forse ciò che pensa) fatta da Crozza al ministro Tria ogni occasione pubblica del responsabile dell'economia diventa buona per dare continuazione al suo doppio crozziano. E quindi anche oggi, in commissione, incalzato dallo spietato Renato Brunetta il ministro è sbottato e poi, secondo la versione di molti presenti, il suo sfogo non è stato più trasmesso ai giornalisti via circuito chiuso per il provvidenziale spegnimento del microfono ad opera del presidente della commissione Claudio Borghi Aquilini. Questi però nega e asserisce di aver spento a discorso finito. Mah.

 

A proposito Claudio Borghi Aquilini con la banca d'Italia ha già il suo contenzioso, ma non riguarda i conti pubblici bensì quelli suoi personali. Dai quali, lo ha stabilito ormai la cassazione, dovranno uscire 15.000 euro a titolo di sanzione per irregolarità durante la sua attività di consigliere di amministrazione in una banca.

  

Danilo Toninelli gioca evidentemente a spiazzare i comici, per levar loro pubblico e incassi. Oggi si è esibito nella nota gag del tunnel del Brennero ed è venuto giù il teatro.

  

L'ambasciatrice di Trump che lascia per uso di voli privati, mah.