L'arresto elettorale di Lega e M5s e le tasse che non scendono. Di cosa parlare stasera a cena
Idee e spunti per sapere cosa succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Allora, calma, recuperiamo il filo dopo la presentazione in Europa della manovra. A cena vi chiedono e ci si chiede gli uni con gli altri se ora aumenterà o diminuirà il consenso per il governo o meglio per la maggioranza e per la precisione per una o entrambe le parti della maggioranza. E' uno strano gioco, chiedersi che effetti hanno le misure dei governi sul consenso anziché sul paese, ma è un gioco diffusissimo. Di solito si usano il consenso come approssimazione degli effetti sul paese. E si ritiene quindi, per comodità analitica, che consenso e condizioni del paese vadano sempre nella stessa direzione. Questa volta, però, la divaricazione tra sostegno politico e crescita attesa (in termini di aumento del reddito e di sua distribuzione), stando alle analisi di opposizione e a quelle neutrali, sta aumentando come mai prima. Per essere più semplici: c'è una forte tenuta del consenso mentre le previsioni degli effetti della manovra sulla crescita negative. Nei prossimi giorni potremo valutare con discreta precisione, sondaggi alla mano e prestissimo nel voto reale a Trento (che però ha sue peculiarità) e poi in alcune regionali già in febbraio, come le grandi operazioni di scambio politico sulle pensioni, sul condono fiscale, sul sostegno ai redditi più bassi, abbiano effetti elettorali. Molto dipende, si è detto, dalle concrete attuazioni dei provvedimenti, ovvero dai vincoli che verrebbero posti alla utilizzazione dei benefici. I sondaggi indicano leggero calo o tenuta della coalizione di governo, con i 5 stelle in discesa e la Lega che, intorno a quota 30 per cento, comincia a perdere la spinta verso l'alto. La curiosità politica potrebbe essere nella convergenza tra i due populismi, un po' perché i grillini rinunciano a certe bandiere (da cui la delusione dei no-Tap e dei no-Ilva) per trasformarsi in una specie di partitone assistenziale di massa, e la Lega fa lo stesso (annacquando il ribellismo anti-nazionale, ma stranamente rinunciando alla logica dell'efficienza, a presentarsi come polo della serietà e delle competenze ad esempio in materia di opere pubbliche). Quindi i due convergono sul terreno del più facile populismo e la manovra è la sintesi di queste simili volontà, e nello stesso tempo, andando tutti sulla palla della demagogia, lasciano scoperte ampie parti del campo politico.
Ma uno dei misteri del consenso è nella pressione fiscale. Semplicemente non scende. Quindi nel 2019 si pagheranno, sommando tutto e tutti, gli stessi importi del 2018. In termini nominali, poi si pagherà di più, perché il governo calcola la permanenza del rapporto tra gettito e Pil al 41.8% immaginando però che il Pil salga. La flat tax va tra le meteore della campagna elettorale, e vabbè, ma gli elettori della maggioranza che troveranno gli stessi F24 tra un anno e l'altro qualche delusione potrebbero averla. Ma forse è la prova che in italia nessuno crede mai davvero alla riduzione delle tasse e si preferisce, alle promesse e alla graduale riduzione, la concretezza del condono fiscale, unico strumento, anche se postumo, utilizzato davvero per sforbiciare le imposte italiane.
Non poteva mancare, in questi giorni, il colpo a effetto per fare un po' di confusione anti-casta. Il tutto, curiosità, presentato con lo stesso stile grafico di un noto libro. E in questo tweet oggetto dell'ironia di Claudio Cerasa.
Intanto Jean-Claude Juncker fa sapere che i conti non vanno bene e soprattutto lui non si sente di avallarli di fronte ad altri paesi europei. E' recentissimo il preavviso di contestazione all'Italia da parte del governo olandese. Le risposte dei due viceministri danno per scontato il prossimo esito elettorale. I due svillaneggiano come al solito le istituzioni comunitarie, isolando l'Italia ancora di più. Che poi basterebbe guardare agli uffici vicini per trovare bocciature nostrane alla manovra.
Ma mentre ci isolano dall'Europa sono frequenti le visite a Putin.
Mimmo Lucano non ferma la sua solidarietà attiva e intelligente a Riace e manda avanti le sue iniziative privatizzando gli aiuti (il verbo privatizzare qui non ha la connotazione negativa usuale sui nel dibattito italiano).
Dove si (quasi) spara sui medici che aspettano la croce rossa, a Foggia siamo oltre al tabù indicato nel noto modo di dire.