La decrescita gialloverde e la rabbia contro i gilet gialli

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati da Giuseppe De Filippi
 
 

Arriva il numerino, ma ha il segno sbagliato, il meno. E fa male, perché un trimestre in calo per il pil, come è successo tra luglio e settembre, non capitava dal 2014. E' una chiara indicazione non solo del rischio di non fare quanto previsto in manovra, ovvero l'1,5 per cento di crescita per il 2019, ormai guardato come le aspirazioni di scudetto del Frosinone (squadra di chi scrive), ma di avviarsi addirittura verso la recessione. Se poi sommiamo anche la disoccupazione che risale e l'Europa che, ancora più di prima, si prepara ad appioppare all'Italia la procedura di Infrazione, potremmo dire che, dai tempi della manovra del popolo, non ce n'è una che vada dritta. A cena parlatene ma allegramente, come si suggeriva oggi sul Foglio.

Meravigliose le reazioni degli uomini di governo. Il prof. avv. la fa facile, il pil, dice, lo faremo crescere. Mentre cadono nella trappola rancorosa sia Di Maio, che se la prende con la manovra di Gentiloni, sia Salvini, infuriato con tutte le manovre precedenti.

 

 

Come la vede Cottarelli.

 

  

La Francia dei gilet gialli, molto cantati e decantati dalle nostre parti, in cui si dovrebbe stare malissimo, preda del disagio e angosciati a ogni pieno di gasolio, tanto per dire, ha appena fatto segnare un'ulteriore crescita dell'economia. Comunque qualcosa si muove in vista della nuova manifestazione, anche perché altri pezzi del mondo economico francese cominciano a scocciarsi dei blocchi.

 

 

E ci si consola con gli obiettivi più fuori mano.