Il nuovo ponte di Genova e le proteste degli NCC a Roma
Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati da Giuseppe De Filippi
Passare per la mediazione di Toninelli non è esperienza semplice, quindi un po' vanno capiti i rappresentanti degli NCC (guidatori di auto a noleggio con conducente) che oggi hanno fatto esplodere la loro rabbia davanti al Parlamento per il cambio alle regole che li riguardano. La soluzione però è davvero difficile, e verrebbe quasi voglia di assolvere Toninelli perché costretto a misurarsi con un rompicapo. Il fatto è che le regole per gli NCC sono di diversi decenni fa e nascono con l'intento di mettere ordine nel rapporto tra loro e i tassisti. Questi ultimi monopolisti del servizio di piazza, con chiamata al volo, e presenza però garantita attraverso turni fissi. E prezzi altrettanto fissi e controllati. Mentre gli NCC dovevano rispondere al mercato su chiamata aspettando nelle loro rimesse e non su strada. Un po' per la gestione storicamente razionata del servizio taxi (il razionamento ha fatto sì che non si fosse mai pronti a rispondere in pieno ai picchi di domanda), un po' per l'irruzione delle chiamate via smartphone e quindi di app come Uber, le regole hanno perso di senso. I monopolisti storici non "fanno onore" in pieno al loro monopolio, i noleggiatori pensati per aspettare il turista o l'uomo d'affari e accompagnarlo per l'intera giornata sono diventati invece accessibili per tutti. Forse l'incauto Toninelli aveva arrischiato un ghe pensi mi, e ora sta nei guai, perché affidare a un emendamento veloce veloce la soluzione di questa matassa è follia pura. Intanto Roma è messa alla prova da altri scontri e altre proteste.
Mentre anche nel mondo dei bus il privato si adegua alle peggiori abitudini del pubblico. Ecco un flambus nella scenografica strada che va al Colosseo, a bruciare un pullman turistico.
La manovra intanto non va da nessuna parte. Oggi entrambi i vice del prof. avv. sono tornati sulla posizione rigida, quella del millimetro incedibile, del chissenefrega. Da Bruxelles fanno sapere che si lavora sì incessantemente al bilancio italiano ma anche che per il Consiglio europeo ci sono altri temi di maggiore importanza. L'impressione, tanto nelle chiacchiere a cena siamo autorizzati a dire cose anche non completamente verificate, è che il governo stia cercando una soluzione astuta per il reddito di cittadinanza. Si tratta di scinderlo nelle sue due componenti logiche: un intervento per le situazioni di povertà (l'attuale Rei) e un sostegno a chi cerca attivamente lavoro (una specie di cassa integrazione estesa). Il primo partirebbe da gennaio anche perché... già esiste. Come detto è il Rei e il governo attuale dovrebbe solo aumentarne l'importo. Il secondo avrebbe necessità di maggiori supporti tecnici e organizzativi e quindi verrebbe rinviato di mesi, per poi, probabilmente, essere utilizzato come strumento per sgravi alle assunzioni e come politica attiva per la formazione. Vedremo. Intanto passa incredibilmente sotto silenzio sindacale e politico il proposito di fermare la rivalutazione delle pensioni di poco superiori ai 1500 euro mensili, con un aggiustamento dei programmi, questo caso invece generoso, per quelle più ricche.
Secondo l'opposizione non si hanno notizie del maxiemendamento e neppure di chi nel governo potrebbe dare indicazioni.
E, appunto, rinvia che ti rinvia, ma che doveva dire povero prof. avv.?
Sul Ponte di Genova va dato atto al commissario Bucci di coraggio e determinazione. Però, attenzione, la rapidità con cui si sta muovendo, oggi è stata data l'assegnazione dei lavoro a Salini Impregilo con supervisione tecnica di Renzo Piano, è certamente positiva ma è anche troppo sbrigativa per le norme che regolano gli appalti in Italia. Allora, certo, visto il caso può avvenire una specie di sospensione delle ostilità legali e anche dei giudizi critici (ma sul Foglio abbiamo letto che, ad esempio, un progetto alternativo avrebbe consentito la conservazione di parti che ora andranno invece demolite). Reggerà la tregua?
A proposito, la buffa storia dell'esercito per sistemare le buche di Roma. Un "Vogliamo i colonnelli" in versione genio militare che non poteva funzionare e infatti non ha funzionato.
A proposito di lavoro, mi auto-cito mentre citavo un comunicato ottimista della più grande azienda dei servizi prestati dai rider.
Marco Bentivogli di fronte alla disattenzione nazionale sulle proteste in Ungheria.
Un po' di pasticci sulla firma italiana al global compact che riguarda i rifugiati e prontamente dall'opposizione sovranista arriva il richiamo al governo della confusione.
Intanto Donald Trump preferisce chiudere la sua charity, criticata per legami con la sua campagna elettorale.