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Foto LaPresse
Le stime del pil ancora più nere e il Sanremo del cambiamento
Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Il Fmi dice 0,6 per cento per la crescita italiana del 2019. E forse è anche ottimista. Dalle parti di Bruxelles la vedono molto peggio, con lo 0,2 per cento. Intanto da Washington non fanno fatica a trovare uno dei punti deboli del sussidio per povertà e ricerca di lavoro, sostenendo anche loro la tesi del disincentivo (segnaliamo di passaggio che 780 euro ad esempio per un part-time regolare e a tempo indeterminato non sono affatto pochi).
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Perché sta prendendo piede una discussione sul cosiddetto reddito di cittadinanza per gli effetti di disincentivo al lavoro in presenza di redditi da lavoro molto vicini o addirittura inferiori al sussidio. Forse non vale la piena sostituzione di uno con l'altro, perché il lavoro oltre al salario dà altri vantaggi (reputazionali, formativi, relazionali) ma certamente è partito nel campo dei filogovernativi un battage per sostenere che invece sarà un modo per far salire i salari, tesi priva di fondamento.
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Dal Foglio, una delle ragioni del declino italiano.
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Salvini in difesa, il capitano ai piazza nelle retrovie. Si difende con argomenti iper legalistici per Diciotti. Sembra debole su tutti i dossier.
La Commissione europea continua la sua battaglia estremista e bigotta contro le concentrazioni aziendali... europee. Ignora le sfide mondiali, uniche ormai importanti. Così blocca la fusione franco-tedesca tra Alstom e Siemens. Il citatissimo asse renano fa una figuraccia. Si distrugge un progetto ambizioso e si crea una brutta premessa per il caso Fincantieri in Francia. Qui vari pareri, tra cui quelli di esponenti di En Marche.
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Dello strano rapporto tra grillini e Francia, le visite agli insurrezionisti, come due parodie di agenti segreti da parte di Di Maio e Di Battista. E poi l'invio alle istituzioni francesi dell'attesissimo incartamenti richiesto da Toninelli. Insomma un po' di governo dialoga con i casseur e un altro po' con i macronisti. Curiosità: con questa doppia e discutibile strategia per i rapporti ultramontani riescono a far arrabbiare i due divergentissimi Matteo. Mentre Giuliano Ferrara vede un lato ubuesque nelle stramberie di Toninelli.
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Quando i treni arrivavano in ritardo.
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Un po' di propaganda a cena.
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Altri segnali, ma meglio non esagerare.
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Meraviglioso dibattito sui sostenitori incauti della Brexit da mandare all'inferno.
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Sanremo del cambiamento è un po' triste.
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