Di cosa parlare stasera a cena
I problemi del Def e l'emergenza morbillo a New York
Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Non concediamo più di qualche parola e di qualche pigro commento al Def vuoto portato in consiglio dei ministri. Dentro, rovesciando uno slogan abusato, c'è di tutto e di meno. Ovvero ci sono strategie e analisi anche confliggenti tra loro, ma pochissime indicazioni pratiche. Uno dei passaggi più esplicativi del "di tutto di meno" è quando, il governo dello spread (nel senso che lo causa)e del disinteresse per lo spread (nel senso del ma che ce frega, tanto la gente c'ha il mutuo a tasso fisso e poi le banche vanno sull'Euribor, e a noi ci interessa l'economia reale mica la finanza de 'sti brutti usurai come Soros), dice che è "essenziale un forte calo dei rendimenti dei titoli di stato e perciò è necessario (aridaje) ridurre il rapporto tra debito e Pil". Vabbè, il governo fa proprio l'opposto e lo predica anche, almeno nelle parole dei capi politici, e poi invece nei documenti da inviare a Bruxelles scrive di tutte queste belle cose e pure essenziali. Lo stesso spirito con cui questa veloce analisi filologica ci ha portato a considerare il Def una totale buffonata può spingerci a saltarne buona parte del resto, comprese le indicazioni, credibili come una foto coi centurioni al Colosseo, su deficit, Pil, occupazione (vabbè tanto per dire non riescono a nascondere che il debito salirà e dicono che la colpa è dello spread, ma, come è noto, è vero anche il viceversa, in un perfetto avvitamento maligno delle due grandezze).
Lo hanno notato tutti gli economisti e anche normali osservatori che erano stati presi a spread in faccia nei mesi scorsi solo perché portatori di una visione minimamente sensata dei fatti finanziari.
E l'opposizione si ferma alla constatazione della vuotezza del documento.
Sentite, se vi capita, il presidente sovranista della Rai, lo sputtanatore per sentito dire di Hilary Clinton, come si arravoglia (forma dialettale, ma non sovranista) tra i numeri e le considerazioni di opportunità per dire che sì, insomma, in tv ci sono sempre Di Maio e Salvini però è giusto così e che altro vorreste e che vi pensate che stiamo facendo se non sostenere il nuovo corso politico. Un ascolto faticoso, se ne avete voglia, oppure un po' di polemicuzze che ne sono seguite. D'altra parte non c'è scienza esatta della televisione e dell'informazione che tenga per valutare la correttezza o meno di Tg e programmi. Il bias, l'orientamento, può nascondersi in mille forme, riemergere dove non lo aspettavate, e comunque sembra ampiamente superato il problema banale (quasi una situazione auspicabile) dell'informazione semplicemente faziosa, un po' di parte. Qui si comincia a porre, senza che ci siano collegamenti forti con gli orientamenti politici e anche con le cordate, il tema del rapporto con la realtà. Ieri dicevamo dei due giovin signori che si sfidano in un torneo fantastico, abbattendo fantocci e infilzando anelli, ma senza produrre nulla che abbia a che fare con la realtà (incombenza, quella, lasciata ai travet come Tria). Questo distacco dal reale sta diventando ben più pernicioso della tradizionale stampa di parte. Vigilate,perché la vigilanza non sa dove andare a sbattere.
Ahi ahi ahi, questa è una brutta cosa, e non nascondetela dietro alla milanesità debordante e felice di questi giorni da design week. Se è vero che si butta via l'occasione di Milano, unica città italiana in grado di competere per questa assegnazione, si fa un grande spreco di risorse ed energie.
Eppure Milano in questi giorni, appunto, è felice, pur dietro alle facce tirate e ai sorrisi da comunicazione e a quegli eccessi di magrezza che, appunto, tolgono il sorriso (presente la faccia stampata da modelle troppo troppo magre? facce da Baby Soldato cantava Niccolò Contessa de I Cani, che, a proposito, ha tirato fuori un nuovo bel singolo che si chiama "Nascosta in piena vista" ed è pure questo un po' milanesizzante e poi che titolo perfetto da design week). Quindi, per raccogliere un altro filo di pensieri, sia il salone vero e proprio, sia la design week e il relativo Fuorisalone sono la cosa meno sovranista che esista. Ed è tutto molto logico: bisogna far girare le idee, realizzarle, vendere, comprare.
Ha ragione il nostro idolo Giliberto, o almeno la storia sarebbe stata ugualmente a lieto fine, e anzi magari, nella versione scongiurata in extremis, ci scappava pure la favoletta (ma non ci saremmo salvati da un corsivo in prima sul Corriere).
Le elezioni in Israele, guida alle.
Ma in Libia? Italia assente e confusione crescente e c'è chi dice, con primi fatti a confermare, che nello scontro senza vincitore possibile tra Haftar e Serraj si può incuneare con vantaggio strategico la presenza di milizie legate all'Isis.
A New York emergenza sanitaria per morbillo, con decisione di imporre (ovviamente tardi) la vaccinazione obbligatoria per molte zone della città. Insomma le autorità sanitaria sono costrette a mettere i boots on the ground per respingere gli effetti di assurde campagne di disinformazione.
Tuttavia noi non siamo ciò che twittiamo, o un po' sì, magari col tempo la gente smette di nascondersi e dire bugie, ma forse no.
Poi succedono molte altre cose ma si parte da qui.
Per scoprire che le regole di assegnazione delle case le aveva da ultimo sistemate il sindaco Alemanno, con l'obiettivo di togliere i rom dai campi illegali. Ed era una strategia. Ora, con la sindaca debole e con CasaPound che sta prendendo spazi di gestione diretta del potere clientelare le cose si complicano terribilmente.
Intanto a Roma salta un altro municipio (amministrazione di parte della città) targato 5 stelle e si dovrà votare.
E vediamo che dice sui rischi per le democrazie Dominique Schnapper, che ha letto e studiato col vantaggio, da piccola, di poter ascoltare in casa Raymond Aron.
Le nuove idee per finanziare lo studio.