I litigi sul Def e la vittoria di Tiger Woods all'Augusta Masters
Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Tanti fronti, nessun fronte. La guerretta non guerreggiata all'interno della maggioranza di governo potrebbe andare avanti così tranquillamente fino alle elezioni e magari anche dopo. Roma, le tasse, la Libia, Trump, la Cina, Putin, il lavoro, le regioni. Scegliete e troverete ragioni a dividere gli uni dagli altri. Copione noioso e già stravisto. Anche se, effettivamente, la mossa su Roma, un più intensa delle abituali scaramucce e soprattutto caratterizzata dal colpo a freddo, palesemente studiato a tavolino, potrebbe lasciare qualche segno in più. Certo, potreste imbattervi nella spiegazione della strategia di contenimento del debito romano fatta da Virginia Raggi vestita con un simpatico golf a grandi pois verdi.
Ma appunto poi si litiga anche sul resto della manovra e le cose vanno avanti comunque. Per Renato Brunetta c'è un Def realistico di Tria e poi un contro Def, fantasioso, dei due vicepresidenti. Intanto però le audizioni in Parlamento riguardano, a quanto pare, il primo Def.
Poi c'è la Libia. Ora Serraj ringrazia pubblicamente l'Italia per il continuo sostegno e per aver tenuto aperta l'ambasciata. Mentre si parla di gruppi di miliziani di Haftar che si sarebbero arresi e consegnati. Ma tutto può cambiare molto rapidamente. Ma soprattutto, detto tutto quello che c'è da dire sulle strategie belliche non travolgenti dei due schieramenti, ponete una domanda al leghista che è in voi o vicino a voi: ma se in Libia il conflitto aumenta di intensità allora tutte le persone che ne fuggono via sono da considerarsi, anche a essere salviniani, rifugiati da un teatro di guerra e quindi da accogliere, senza neanche fare i giochetti di parole (e non di altro) sui porti chiusi. Che poi, un po' ovviamente, se ne approfitta anche il nostro semi amico Serraj diffondendo ad arte voci su 800.000 persone pronte a essere messe in mare quando lo dice lui.
Siamo entrati nella settimana all'arrembaggio giudiziario e cominciamo con una giornata all'altezza di tanta irruenza delle procure. Allora, mentre fioccano intercettazioni, anche fotografiche, riguardanti l'inchiesta sulle promozioni nella sanità in Umbria, si viene a sapere di un'indagine su Sandro Gozi, del Pd ma anche di En Marche!, per una consulenza con la Banca centrale di San Marino. E intanto arriva una nuova indagine, sempre per i migranti bloccati sulle navi, e quindi il rischio di ricominciare con le richieste di autorizzazione a procedere per Matteo Salvini, e tutti gli sconvolgimenti politici che ne derivano. E' poi uscita dal carcere la dirigente scolastica ligure arrestata (con provvedimento che aveva fatto gridare tutti all'esagerazione) per uso improprio dell'auto di servizio. Insomma, indagini che fioccano e arresti (negativamente) esemplari per impressionare tutti. Sulla sanità non si saprebbe bene che posizione prendere se non l'evidente constatazione che ci sono meccanismi di rapporto tra potere politico e cordate interne al mondo sanitario che difficilmente si possono spezzare. Gozi, invece, lascia un po' perplessi per la vicenda in sé. Una banca centrale, per quanto della piccola San Marino, non è proprio lo strumento adatto per condurre operazioni scorrette e Gozi, appunto, il suo incarico di consulenza lo aveva avuto dalla banca centrale della piccola repubblica ed era ovviamente tutto noto e pubblico oltre a riguardare un personaggio altrettanto noto e pubblico. Boh.
Oggi la lunga lettura del lunedì ci portava a Brescia e potrebbe essere un tema di conversazione a cena, per ragionare su tanti aspetti apparentemente divergenti dal racconto imperante, a cominciare dall'accoglienza, dal lavoro per tutti, dalla rinuncia al mugugno fine a sé stesso, dall'integrazione con l'Europa.
Qui si è detto di peggio, ma vedete come è facile infilzare gli argomenti politici e logici della Brexit. Ma sempre ricordiamoci che sono gli stessi argomenti che vanno per la maggiore nelle ricette sovraniste.
Una cosa brutta, stupida e cattiva che il governo vuole intestarsi, attraverso il sottosegretario Crimi, per eliminare la presenza di Radio Radicale e per allontanare ancora di più la conoscenza possibile di ciò che avviene nei luoghi della politica. Che poi argomentare contro le modalità della concessione non dovrebbe avere alcun rapporto con l'eliminazione dell'oggetto del servizio. Per essere più chiari: il governo può decidere di superare la convenzione con Radio Radicale per la diffusione dei lavori parlamentari ma allora dovrebbe disporre che si faccia un'altra gara e non semplicemente eliminare il servizio.
Senza 737 Max comincia a ridursi l'offerta di voli, particolarmente negli Stati Uniti in vista dell'estate, mentre Trump mostra ancora una volta la sua passione per i consigli di business e quanto stia soffrendo lo smacco nazionale dell'aereo insicuro prodotto in Usa.
Una resurrezione mimata alla perfezione, come è sempre mimetico il mondo dello sport, quella di Tiger Woods e quindi si presta benissimo ad aprire la nostra settimana pasquale. Il grande campione ha vinto il Masters per la quinta volta ma in realtà per la prima volta dopo, appunto, essere disceso agli inferi e risalito su. Ne ha fatto le spese il nostro caro Francesco Molinari, ma, insomma, in questo caso c'è un minimo di consolazione nell'aver lasciato strada non a un giocatore dei tanti ma al protagonista di una meravigliosa storia di redenzione e rinascita. E comunque una vittoria di Tiger è un vantaggio per tutto il circuito golfistico, perché aumenta l'audience televisiva, i ricavi dell'intero settore e quindi la torta da dividere, rallegrando anche lo sponsor principale del super campione (ma che è sponsor anche di Molinari).
E lo stile di Molinari.
Per due parole calcistiche il tema è che De Jong dell'Ajax è convocato per domani con la Juventus.