La “resistenza” di De Vito e lo striscione fascista dei tifosi laziali
Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Il prof. avv. nelle vette del senso negato, del nascondimento impudente, della confusione finalizzata al potere. Insomma: esce, avvisando prima i cronisti, per prendersi un caffè e sul prediletto tappeto di sampietrini davanti a Palazzo Chigi si dilunga in risposte per dire nulla. Nella nullità spicca la posizione attendista-prudente-amorfa sulla richiesta di dimissioni per il sottosegretario Siri. A chiederle è il partito che voleva prima il prof. avv. ministro e poi addirittura lo volle a Palazzo Chigi, insomma gente che dovrebbe conoscere. Ma lui non è neppure proprio un esecutore del mandato politico, è qualcosa di peggio: è il garante, mettendoci la faccia (espressione che mai useremmo se non per questo pertinentissimo caso e quindi per tale faccia) di due opposte paraculaggini, quella di chi candida e porta al governo Siri e quella di chi ne chiede le dimissioni. Il tutto in questa camminata che segue alla notte di un consiglio dei ministri in cui le cose vagamente importanti sono state rinviate e quelle impossibili nascoste, mentre del ministro Tria, autore della parte fiscale del decreto crescita, cioè l'unica sensata, non si hanno notizie.
Le lettere dal carcere di De Vito, quello cacciato in 30 secondi...interessanti però, perché il destinatario è Di Maio, cioè quello che lo ha cacciato in 30 secondi e il tono non sembra per niente amichevole né rassegnato. Oltre a far pensare a un implicito "continua" scritto in calce all'ultima lettera.
Tra i misteri di questa fase politica c'è la buona disposizione del mondo della scuola verso il governo. Oggi è stato revocato lo sciopero del 17 maggio e cancellata la manifestazione di protesta annunciata alcune settimane fa. I sindacati sono soddisfatti evidentemente del pochissimo che hanno ottenuto, anche perché la loro attenzione era puntata su aspetti organizzativi del lavoro e della didattica con cui (in parte succedeva con la cosiddetta "buona scuola") si sarebbero introdotti criteri di valutazione oltre al noto tentativo di dare maggiori poteri di controllo ai dirigenti e ai presidi, all'interno di linee guida ministeriali. Invece, appunto, niente da fare e, nella logica perfettamente integrata in questo caso di Lega e 5 stelle, via libera al solito scambio tra lassismo nell'organizzazione del lavoro e basse retribuzioni.
Salvini le spara, il Foglio riconta e smentisce, voi parlatene a cena.
È vero che la benzina a 2 euro bisogna proprio andarsela a cercare, scegliendo con cura il distributore più caro e il carburante più costoso, però vale il tema politico, con la nota sparata salviniana sulle accise.
Ah intanto Di Maio è andato a Taranto a parlare con rappresentati della città e dell'Ilva, dopo aver cambiato i commissari con un blitz tutt'altro che innovativo. I risultati, venduti come tali, sembrano eredità di decisioni precedenti, mentre per il futuro si tende a mettere il silenziatore alle proteste.
Premesse alla partita di stasera. Se verrà giocata, perché con queste premesse potrebbe anche essere decisa la cancellazione del match. Da notare che nel tifo organizzato le infiltrazioni e la vera e propria presa di controllo da parte dei gruppi neofascisti è cosa che avviene da tempo. Secondo un processo simile a quello che ora comincia a svolgersi anche nelle periferie messe sotto pressione dalla presenza di migranti, dove gli stessi gruppi, con una logica simile a quella del calcio, cercano spazi di grande visibilità nazionale per segnalare il loro potere e la loro presenza. Si dovrebbe partire da qui per contrastarli. Non si tratta di grandi organizzazioni e gli affiliati davvero schierati sono un numero esiguo, andrebbero bloccati anche grazie alle leggi esistenti, mentre l'informazione dovrebbe andare oltre il presunto spontaneismo delle proteste anti-immigrati e dimostrare invece come in gran parte siano fomentate da questi gruppi politici.
Allora, un flash mob non cambierà le cose, ma ci ricorda, come ha fatto anche il Foglio, che da 6 mesi c'è una fermata chiusa nella metropolitana di Roma e da meno tempo, ma ugualmente da tanto tempo, sono chiuse altre due fermate. Come è noto sono anche in fila e costituiscono la triade delle fermate centrali. Bene, le inchieste dedicate in questi giorni al tema lasciano costernati per la evidente e totale mancanza di soluzioni e di progettualità da parte del comune di Roma. Andrebbe chiesto tutti i giorni alla sindaca cosa sta facendo per affrontare la risistemazione delle scale mobili.
Dimettetevi! Lo scaricabarile in Sri Lanka dopo gli attacchi terroristici.
Un candidato pro-remain (questa strambe elezioni europee nel paese della Brexit stanno diventando una specie di referendum indiretto) da tenere d'occhio.
Il futuro dei giornali di carta visto da Warren Buffett che ne ha comprati un po' ma ora forse non li ricomprerebbe.
Negli anni 50 ne venimmo salvati dalle nostre parti con l'uso massiccio del DDT. A proposito, sapete che tante zone litoranee italiane, specialmente in Sardegna, erano spopolate fino appunto agli anni 50 perché la malaria impediva la permanenza? Tuttora la malaria resta la prima causa di morte nei paesi non sviluppati, anche perché il DDT (per altre ragioni) nel frattempo è stato vietato e le cure sono non ancora totalmente efficaci. Ben venga il vaccino, quindi. E ben vengano altre iniziative, come quella di usare i droni per far arrivare i vaccini.