Di cosa parlare stasera a cena
Le novità sul caso Siri e il nuovo Royal baby
Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Beh, qui avete da divertirvi a cena per muovere la conversazione. Perché i sondaggi danno da pensare e stupiscono proprio all'interno del mondo sovranista. Con la sorpresa, e lo scambio di ruoli, rispetto alle ultime grandi consultazioni. Perché ora ad andare così e così sarebbe proprio l'arrembante Lega salviniana, mentre a riportare un successo sarebbe il partito di Marine Le Pen. Insomma, doppia beffa, perché hai voglia a dire che sono amici e alleate, ma pensate il rodimento di Salvini che si vedrebbe escluso dalle luci della ribalta, tutte, nel caso di esito sondato. Accese a illuminare il sorriso lepeniano (ma poi in Francia succede sempre che l'allarme per i sondaggi a favore della destra mobilita gli altri elettori, un po' come è successo in Spagna, a vantaggio quindi di Macron). E in più, nel mondo sovranista, si subirebbe un sorpasso da chi? Ma proprio da quei francesi che, sotto sotto, il buon leghista detesta anche quando sono di destra e nazionalisti (a pensarci bene dovrebbe detestarli anche di più).
E invece, nella stessa tornata calda calda di sondaggi proposta dal Sole 24 Ore, l'Italia sembrerebbe molto meno salviniana di quanto si tema e anche poco grillina. Attenzione però, si tratta di una modalità di interrogazione delle intenzioni di voto abbastanza raffinata, perché le percentuali che vediamo sono riferite al mondo degli indecisi, di chi, alla prima domanda, risponde appunto di non aver ancora scelto. Ma, inevitabilmente, gli indecisi approssimano le scelte generali (considerando che ciascuno partito ha i suoi affezionati, fortemente convinti). La rappresentazione degli schieramenti italiani emerge come spezzettata in vari spicchi quasi paragonabili e, sulla carta, ne ricaviamo un paese sommamente ingovernabile (ma poi le soluzioni si trovano). E non si dica che per la Lega il 27 per cento sarebbe comunque molto più del 17 per cento delle politiche, perché nel frattempo non solo è cambiata drasticamente la scena politica italiana ma va ricordato che i leghisti stanno facendo incetta di notabilato, tipicamente centro-meridionale, schierato in passato con Forza Italia e quindi non stanno facendo altro che riequilibrare le forze interne al centrodestra come se si trattasse del congresso di un ipotetico partitone unico. I dati del sondaggio sarebbero poi pesanti per i 5 stelle, riportati nel ruolo di terza forza e quindi inevitabilmente ancillare, non solo come alleata ma anche come rivale (a pensarci bene nel 2013-2018 poterono nascere i governi Letta, Renzi e Gentiloni con la loro peculiare maggioranza proprio perché i 5 stelle bloccavano una quota della rappresentanza politica e impedivano quindi a quella quota di entrare nel gioco delle alleanze). Complimenti poi a Forza Italia e al suo possibile 10 per cento che darebbe alla componente berlusconiana del centro-destra uno straordinario potere di interdizione.
E forse un po' con tutto questo hanno a che fare le recenti vicende interne alla maggioranza a partire dall'incantamento (e dall'incartamento) subito da Salvini per il suo sottosegretario Siri. L'inventore (ma non è vero) della flat tax determina in Salvini strane perdite di lucidità. Come nella pessima battuta di oggi del leader leghista per liquidare le oggettivamente imbarazzanti faccende relative al super mutuo concesso da una banca sanmarinese a Siri, quando questi dichiarava 25 mila euro di reddito annuo. Come è noto quel mutuo ha spinto il notaio curatore della compravendita a una segnalazione alla Banca d'Italia e su questi fatti ora è stata aperta un'inchiesta. Fin qui è roba giudiziaria, cui Salvini poteva fare resistenza in nome di principi come il garantismo o la non ingerenza del potere giudiziario nelle scelte della politica. Invece Salvini ha scelto come strategia difensiva quella del dileggio, ma sbagliando la mira. Perché, di fronte all'inchiesta, ha detto che se un mutuo è un reato allora è il reato di tutti gli italiani. Pessimo tasto, davvero, perché costringe ad andare a confrontare ciascuno, nella sua condizione di richiedente di mutuo, con la condizione di Siri, che ricevette l'importo totale necessario per l'acquisto non della prima casa ma di un'intera palazzina e senza offrire garanzie, neppure di tipo ipotecario. Il Salvini sempre intonato al comune sentire in questa occasione tira un ceffone all'italiano medio, nervosamente si dà allo sberleffo riguardo a ciò che capita davvero quasi a tutti.
Specialmente Salvini ha sbagliato strategia perché c'è anche, a innervosire, il rialzo dei tassi a causa dello spread e quindi della politica aggressiva del governo (oltre che proprio delle teoria su flat tax e sfondamento dei vincoli di bilancio che dobbiamo a Siri).
Poi c'è lo sfortunato decreto sbloccacantieri, bocciato dai sindacati e dagli artigiani della Cna e trattato com diplomatico imbarazzo dalla Confindustria che tuttora sta tentando di trarre qualcosa di utile dal rapporto col governo meno pro-business della storia repubblicana. I sindacati invece stavolta la fanno semplice: i cantieri non ripartiranno con questo decreto.
Vabbè, un po' di fischi ci stanno.
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