L'Ue a Merkel e l'Alitalia a Lotito?
Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Emerge con fragore la candidatura Merkel alla commissione europea. Muove Macron e si capisce subito che le probabilità sono alte (anche perché i candidati di partito sono tutti deboli). L'Italia di governo è impegnata in altro, quella di opposizione è con Macron.
A proposito, Salvini non si regola più e definisce "vecchia e delegittimata" la Commissione europea, solo perché è uscente. Ovviamente vien da ridere a pensare che l'entrante, come sembra probabile, sarà a guida Merkel, e difficilmente si farà dire cose del genere. Ma l'errore più grave di Salvini è nell'attribuire alla commissione la volontà e il potere di imporre sanzioni all'Italia. Non è così e forse se frequentasse anche altri consiglieri oltre a quelli indicati oggi in un bell'articolo del Foglio si ricorderebbe che sulla procedura d'infrazione la commissione può solo istruire la pratica (e dopo, caso mai, gestirla) ma a decidere è il Consiglio europeo dopo aver ascoltato cosa stabilito dall'Ecofin. Insomma, prima si riuniscono i ministri dell'economia (e ieri c'è stata la riunione dei loro capi tecnici, in cui si è detto che la procedura è fondata) e dopo i capi di stato e di governo. E' il consiglio europeo non si può neanche lontanamente definire "vecchio e delegittimato" a meno di non voler imboccare, senza voltarsi indietro, la strada dell'uscita dell'Unione europea.
Lo stesso Salvini che tuona contro l'Europa diventa un democristiano gommoso quando si tratta di spiegare le decisioni del surreale vertice economico di questa mattina, quello a cui partecipavano anche Tria, Di Maio e il prof. avv.. La sintesi salviniana è degna di una verifica anni ottanta, quando dice che si è "iniziato un percorso". Cambiate solo un po' l'accento, mettete un po' di sospensione alla fine della frase, immaginate un ampio movimento di braccia e occhi un po' strizzati, ed eccovi appunto in qualche Tg della prima repubblica al termine del vertice di maggioranza
In Francia non si può dire "liberale", in politica è una parolaccia, per vecchie ragioni storiche o meglio della storia del marketing politico. Vabbé, il gruppo europeo cambia nome per accogliere quelli di "En marche!", che in effetti potrebbe essere tutto, compreso un gruppo neo-maoista. Peccato però perché le tre iniziali politiche di Alde erano belle assai: liberali democratici europei. Vabbè ora diventano Renew Europe, che potrebbe essere qualsiasi cosa.
Tutti scivolano su Alitalia, promettendo risultati e non trovandone. Qui si propone modestamente di rinunciare a indicare future scadenze, perché il continuo ricorso a ultimatum e a successive proroghe è debilitante.
Ma ecco che con la Coppa Italia arriva anche Alitalia in zona Lazio. L'esperienza con l'aquila Olimpia non va sprecata.
Poi c'è l'ossessione poliziesca, i controlli biometrici, le impronte digitali. Tutte cose che non hanno mai aumentato né efficienza né produttività. Mentre agli uffici si dovrebbero dare indirizzi e mansioni chiare e indicazioni strategiche, dividendo il lavoro secondo la logica di chi è presente e vicino ai luoghi in cui si svolge. Ma è più facile sbandierare le misure punitive e sfruttare i luoghi comuni.
Per cena e pure per dopocena, ci vuole tempo e anche un po' di fegato, perché sono storie che spaventano. Arrivano dai bassifondi della giustizia italiana, ben raccontato sul Foglio da Antonucci.
Bruttissimo tempo in Lombardia, ci sono state esondazioni di torrenti, case e capannoni industriali allagati e rapidamente evacuati. E anche immagini impressionanti come queste.
Una cosa per noi sardi che non ci piace tanto.