Luca Lotti (foto LaPresse)

L'autosospensione di Lotti nel Pd e la Sea Watch vicino a Lampedusa

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Una settimana in più, ma poi, per favore, dati e numeri e non promesse e fumo. Ci si lascia così tra Italia e Ue, per rivedersi appunto tra poco carte alla mano. Tria continua a descrivere all'estero una politica economica molto gradualista, senza strappi sul fronte del deficit, e orientata a una lenta stabilizzazione del debito su tempi lunghi e soprattutto da ottenere mediante una non troppo credibile accelerazione della ripresa.

 

I due vicepremier, come sempre, si guardano bene dall'affrontare le questioni e virano sugli slogan da curva o su battute da avanspettacolo.

  

A proposito di economia reale, quella che piace tanto ai demagoghi ma solo come strumento polemico, salvo fuggire dai problemi quando si presentano davvero, oggi è stata giornata di protesta per i metalmeccanici e non tanto e non solo per questioni contrattuali o salariali, ma, più in generale, per le condizioni in continuo peggioramento del sistema produttiva italiano. L'immagine che fa i titoli è quella scelta da Marco Bentivogli, della Fim Cisl, del governo paragonato alla nave comandata da Schettino, diretta contro gli scogli per cercare un applauso in più. Insomma la protesta mette sotto accusa l'intera politica economica gialloverde e lo fa dal punto di vista che più di tutti gli altri è orientato alla concretezza e alla necessità di risultati.

 

 

Ormai interpretato dai mercati come un buffo personaggio che racconta cose strambe e spacconate varie, il presidente della Consob ed ex ministro Paolo Savona non spaventa più gli investitori, anche se i suoi progetti, non se realizzati ma anche semplicemente se presi sul serio, provocherebbero sconquassi.

 

Gli mettiamo accanto, per vocazione al contrasto, il personaggio pubblico che incarna l'opposto, ed è invece portatore di una visione razionale, basata su dati certi. Anche Cottarelli si è occupato della questione che sta (anche se solo tatticamente) dietro alla proposta dei minibot e quindi alla filiera anti-euro di cui Savona è uno dei punti di riferimento. Ovviamente la rappresentazione dei fatti dovuta a Cottarelli è improntata alla razionalità, alla verifica dei fatti, al rifiuto del sensazionalismo. E ci dice cose ben più interessanti.

 

 

La Sea Watch è in mare, con le persone raccolte e salvate dal naufragio, nel solito triangolo dei possibili approdi, quindi tra la Libia, Malta e l'Italia. Salvini preme, a modo suo, perché torni in Libia. L'esperienza recente mostra che questi contrasti portano sempre allo sbarco sulle coste italiane ma a fronte di lunghe trattative e di faticose trafile.

 

 

Oggi ci sono un po' di ricorrenze terminologiche, è la giornata in cui entrambi i vicepremier dichiarano utilizzando la parola "fesso", che era un po' uscita dall'uso quotidiano, ma è anche il giorno in cui viene evocato il comandante Schettino, a proposito del governo. E da Schettino arriviamo a chi ci si trovò ad averci a che fare nella fatale notte dell'Isola del Giglio. L'altro comandante, De Falco, poi passato con i 5 stelle e uscitone per incompatibilità con una quota normale di indipendenza di pensiero, coglie un punto debole dell'azione salviniana di queste ore.

  

 

A cena si può anche parlare di questioni giudiziarie o, come in questo caso, pre-giudiziarie. Luca Lotti oggi si è autosospeso (secondo la prassi invalsa) dal Pd in attesa di capire esattamente cosa gli venga addebitato nei suoi rapporti con Palamara. Il punto è che il coinvolgimento di esponenti del Pd ha un po' spostato l'attenzione dalle prime rivelazioni sulle contrapposizioni e sugli accordi correntizi all'interno del Csm, per le nomine negli uffici di maggiore rilievo, all'influenza esterna esercitata, come si dice, da alcuni politici. Insomma il fuoco si è spostato dal centro del problema ai suoi margini. Confidiamo che le questioni attinenti alla selezioni per gli uffici giudiziari torni in prima fila.

 

Ecco come Lotti definisce la sua posizione e quella di chi lo accusa nella lettera a Zingaretti.

 

Sembra una cosa minore ma opporsi a Trieste a una statua dedicata a Gabriele D'Annunzio ha un senso politico e anche un fondamento in una saggia politica internazionale. Ma il Pd in questa occasione è isolato e in minoranza nel contestare il monumento al Vate. Di questa operazione viene colto il lato mediatico, aggiungendo altre ragioni per la polemica ormai quotidiana tra l'opposizione e la Rai. Ovviamente il punto non è nel peculiare rapporto di D'Annunzio col fascismo e più specificamente con Mussolini e quindi non valgono le semplificazioni. Resta la certezza storica sul ruolo pubblico di un intellettuale certamente anti democratico, anti liberale, militarista. Resta un autore di grande rilievo, ma le nostre città non hanno bisogno di suoi monumenti.

 

 

Nessuno vuole la guerra, quelle cose che si dicono, a volte, quando qualcuno vuole la guerra. E quindi non troppo tranquillizzanti.

 

 

In Svizzera lo sciopero delle donne, per concretissime questioni salariali.