Le nomine europee e la presentazione di Sarri alla Juve
Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Il segretario della Cgil Maurizio Landini, neorealista, non nel senso cinematografico ma in quello politico, economico e sindacale, non ne può più di questo governo e di questa maggioranza. Ma lo dice con la calma di chi davvero non ne può più.
Anche più scocciati, esasperati, in Confindustria. Alzano la voce sulla vicenda Arcelor Mittal, per la quale al Mise stanno cercando una soluzione in corsa che non faccia risvegliare le fissazioni grilline e permetta di mandare avanti l'investimento. E cercano di evocare, anche sfidando un po' la ripetitività, il grande assente del dibattito di questi giorni sui conti pubblici, ovvero la riduzione della spesa. Mentre i ministri si sfidano a colpi di tagli alle tasse (sfide realistiche come quelle con le spade luminose sulle navi spaziali) e mentre tutti se ne fregano del deficit (salvo poi arzigogolare nelle lettere a Bruxelles), nessuno pensa più a qualche intervento sul lato della spesa. E allora, sfidando appunto l'onta del già detto e stradetto senza risultati, ecco Confindustria a chiedere di risvegliare nientemeno che la spending review.
Il tutto in un quadro non proprio allegro, in cui l'Istat ci ricorda che abbiamo un problema demografico micidiale e che pure l'economia non se la passa tanto bene, con il secondo semestre caratterizzato da probabile nuova contrazione del pil.
In un quadro del genere fare i gradassi con i mercati finanziari è sconsigliabile, anche perché il ridicolo incombe. Va a fare quattro passi nel ridicolo, appunto, la neo eletta deputata europea campionessa di apparizioni televisive antieuro. Si sente sicura con la Bce a sostenere i titoli europei ma non sa che è sempre meglio tacere e soprattutto non scrivere. Insomma twitta che lo spread è effettivamente in fase calante e poco dopo l'antipatico indice che rappresenta il distacco tra rendimenti fa un salto verso l'alto.
Ecco, sempre in questo quadro è arrivato il tema di maturità del prof. avv. da leggere al cospetto dei suoi pari grado europei. Una cosa imbarazzante per la vuotezza di contenuti in rapporto al gran numero di parole. Dentro ci si può leggere che l'Italia rispetterà gli impegni con l'Europa, che non li rispetterà, che le regole vanno cambiate, che le regole vanno rispettate, che l'Europa è cattiva con gli italiani, che gli altri si fanno gli affaracci loro, che l'Italia è impegnata a restare in Europa. la risposta è laconica: non servivano analisi strategiche sul futuro istituzionale ma indicazioni concrete sui conti pubblici.
Ecco, come è noto, per tenere più o meno i conti in ordine l'unica soluzione possibile per non fare manovra in corso anno è stata quella di ricorrere alle riduzioni brutali dei bilanci dei ministeri col metodo dei tagli lineari, già previsti in manovra proprio come strumento di garanzia in caso di sfondamento dei tetti di deficit. Tagli spietati, non selettivi, stupidi. Che vanno a colpire i servizi, come nel caso di bus, tram e metropolitane.
Intanto bisogna pur mandare qualcuno a fare il commissario europeo. Ha preso ancora più slancio la candidatura già ampiamente anticipata di Giancarlo Giorgetti, leghista, attualmente sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Noto come ragionevole ma impegnatosi pubblicamente a favore dei minibot pochi giorni fa, né mai veramente critico con le tante altre teorie bislacche dei suoi colleghi di partito sui temi economici. Con questi tratti personali potrebbe andare a far qualcosa nell'esecutivo europeo. Correttamente però ricorda che sulla nomina non decide lui.
Ricordatevi che tra le teorie bislacche, anzi usandole come fondamento, ci sono anche interventi concreti e anche pericolosi.
Toti nominato (con Carfagna) vorrebbe essere anche eletto da qualche forma congressuale o con primarie.
La carità ciascuno per conto suo (se vi interessa, però a cena le disfide familiari altrui funzionano sempre).
L'arrivo di Sarri e poi tutto il resto che sapete, tanto se ne parlerà tutta l'estate, però interessanti, per la ampiezza che si può dare al significato dei gesti come si sia smarcato dalle questioni legate ai fischi razzisti dei tifosi e al dito medio alzato. Un pluralismo interpretativo che potrebbe dare grandi risultati anche in altri ambiti. Comunque sa argomentare con finezza insospettata il neo allenatore juventino.