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Di cosa parlare stasera a cena

Le non decisioni di Toninelli e le elezioni in Grecia

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Toninelli sbuffa, non decide e si trova col secondo incidente a Venezia in pochi giorni con una grande nave coinvolta. Tante dichiarazioni solenni ma nulla di realizzato se non la previsione di un maggiore numero di rimorchiatori a supporto delle manovre più pericolose. Non proprio un disincentivo, si direbbe, e neppure lontanamente un divieto. Intanto le associazioni contrarie alle grandi navi nella Laguna di Venezia pubblicano immagini e registrazioni audio e documentano ancora una volta la pericolosità dei bestioni a pochissima distanza da San Marco.

 

Il sindaco di Venezia prova a stanare il ministro non-decidente. Ah, un mesetto fa la notizia era che Toninelli "apriva a un referendum" sul tema. Insomma decidere e prendersi responsabilità mai, se proprio si è alle strette ecco che spunta il referendum, magari da affidare alla piattaforma Rousseau.

 

Poi c'è Roma, con la fantastica sfida tra la sindaca e la realtà non dura ma mollemente imbottita e dolcemente decomposta della spazzatura stradale dopo ora al sole e al caldo. Raggi resiste a tutto, protetta da una specie di cassonetto virtuale rispetto a qualunque stimolo esterno. E così critica i giornali che parlano di suoi scontri con altri grillini a causa dei guai romani e si comporta come una padrona di casa cafona nell'intimare alla regione, alle province vicine, ai gestori di impianti, di smaltire la spazzatura romana. Oggi c'era anche un incontro in Campidoglio con l'Ama, l'azienda romana dei rifiuti, che aspetterebbe anche chiarimenti dal comune per un credito di quasi 170 milioni, e in questo caso davvero la sindaca non può chiedere aiuto alle province limitrofe.

 

Mandare i sacchetti a Stoccolma, oltre a contraddire violentemente le fissazioni grilline sul chilometro zero, è costosissimo. La Tari romana continuerà ad essere la più pesante d'Italia.

 

Una per tutte tra le tante foto di spazzatura ammucchiata.

 

Il decreto sicurezza bis e gli effetti che produce. Nulla sui grandi flussi migratori e ancora meno per la sicurezza delle strade italiane, ma un accanimento evidente contro le organizzazioni che, alla luce del sole, cercano di portare aiuto ai naufraghi

  

Non sapevano di che parlare alla conferenza stampa del ministro Tria oggi a Bruxelles. Tutto troncato e sopito grazie alla manovra correttiva fatta di nascosto e alla conseguente eliminazione del rischio di procedura d'infrazione. Il governo ombra, che, contrariamente al solito, è saldamente al potere, ha fatto ciò che serviva per evitare grossi problemi ai conti pubblici. Per governo ombra, contrariamente al solito, non va inteso lo pseudo esecutivo parallelo animato dall'opposizione (da quella di Sua Maestà, finché il Regno Unito aveva una prassi istituzionale e quindi prima di infilarsi della follia brexitara) ma il pezzo di governo in carica che non risponde ai due capipopolo e manda avanti una specie di ordinaria amministrazione potenziata. E quindi, non potendo fare domande strettamente politiche e avendo esaurito gli argomenti tecnici, oggi, i giornalisti con Tria non sapevano di che parlare o almeno erano costretti a stare su temi talmente generali che lo stessi ministro ha chiesto di usare toni meno accademici oppure finirla con domande prive di un obiettivo chiaro. Che è un fatto preoccupante per i fini di questa newsletter.

  

La Grecia, cui torniamo a guardare, con neanche troppa ironia, come modello.

 

Si sta dando un governo nuovo seguendo le regole ordinarie dell'alternanza tra le grandi famiglie politiche tradizionali, quella di sinistra e quella di destra. Ci dà quindi una lezione anche di efficienza e di capacità di gestire il potere determinando maggioranze e opposizioni chiare. Anche perché nello spazio politico greco non figurano con ruoli di peso né gli anti-europeisti né alcun tipo di sovranisti o populisti. Insomma, il paese percorre la strada della ritrovata normalità anche nella realizzata alternanza al potere.

 

Tra il Fatto e i 5 stelle è un po' come l'uovo e la gallina, non si può stabilire da dove incominciare e poi la successione fattisti/grillini procede, come appunto le ripetitive generazioni di galline e le loro uova. E quindi vai con la Luna e i dubbi sullo sbarco. Il tema è paradigma del complottismo perché si presta alla perfezione alla teorizzazione impropria, alla coloritura pseudo-scientifica e anche a quella terra terra (ops).