Silvio Berlusconi (foto LaPresse)

Il no del Cav. a Salvini e la proposta di Renzi al M5s

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Queste sono valutazioni che potrebbero essere interessanti e comunque dovete averle chiare in mente per affrontare le complesse conversazioni a cena di questi tempi. Salvini non è riconosciuto come capo assoluto del centrodestra, Forza Italia riesce a mantenere uno spazio autonomo e questo è molto significativo.

 

Ma oggi decide qualcosa anche il mobilissimo Renzi. Al Senato ha riproposto il suo appello a tutte le forze politiche per un governo che gestisca i problemi immediati. La mossa di Judo con cui ha sfruttato lo strappo di Salvini per rigirarlo contro il leader leghista è stata perfetta. Anche perché da tempo si era capito che i 5 stelle sono arrivati alla fase calante del loro breve ciclo politico e che il rivale da battere è il populismo putiniano e di destra guidato da Salvini. E quindi via col logoramento e soprattutto con la rivelazione di un fatto devastante per il capo leghista: la messa in evidenza della sua vincibilità. Qualche spunto renziano è comunque divertente, come quando definisce Conte (e come dargli torto) "il premier più insignificante degli ultimi anni" e invece ha senso politico il riconoscimento della riduzione del numero dei parlamentari come cosa apprezzabile e anche fattibile, ma da sottoporre al giudizio referendario. E' sicuro che Renzi sa che quella modifica presenta problemi di compatibilità con gli assetti costituzionali e quindi sa (l'esperienza insegna) che una riforma costituzionale parte baldanzosa e poi si infrange. Sembra intenzionato ad accontentare i 5 stelle nella fase baldanzosa, e poi ad attendere che il piano venga smontato. Comunque è divertente che Renzi, accusato di voler fare l'uomo solo al comando, colpisca invece con una mossa iper parlamentare e costruendo maggioranze.

 

 

Per far partire la stramba maggioranza 5 stelle-Pd-LeU servirebbe un voto veloce sulla riduzione dei parlamentari (come chiede Di Maio) e la eliminazione dal cammino immediato di una lunga serie di impacci, intesi come temi sui quali i 3 partiti non vanno d'accordo neppure presi, a piacere, a due a due. Questa roba potrebbe durare per la residua legislatura solo se i 5 stelle si arrendono totalmente, trasformandosi in una specie di corrente dorotea del Pd. Certo, di fronte alla paura del voto tutto può essere.

 

Comunque in questi giorni non perdetevi i tweet di Giuliano Ferrara.

 

 

Salvini oggi dice di non aver potuto vedere Berlusconi perché impegnato al ministero. La posa e la camicia ben stirata non danno l'idea di uno che è stato tutto il giorno tra riunioni e lunghe riflessioni alla scrivania. Emerge invece il solito Salvini ossessivo, ripetitivo, che prende in giro i suoi stessi elettori sorridendo. E' fissato con gli sbarchi e le ong, evidentemente finora hanno funzionato nei sondaggi, ma anche la propaganda si logora, e lo fa ancora più velocemente di fronte alla mancanza di risultati reali, come è avvenuto con la evidente incapacità di impostare politiche stabili per gestire l'immigrazione.

 

 

Il ministro (probabilmente ministro dimissionario) intanto se ne frega a modo suo.

 

 

Dalla Germania lo vedono così (anche se la vignetta alla fine non è mai stata pubblicata). L'umorismo è pesante, ma chi ha cominciato con gli atteggiamenti duceschi è stato Salvini.

 

 

Mentre ci si avvia a governare con i 5 stelle ecco uno dei tanti casi di successo della linea grillina.

 

 

Un bel rinvio salva sempre tutto. E così, a metà agosto, il Trump sempre duro con tutti capisce che forse era meglio aspettare un po' prima di far partire la guerra mondiale del commercio e delle valute e sposta a dicembre, quindi in un periodo molto lontano, l'applicazione dei nuovi dazi. Sui mercati mondiali si respira, il presidente americano troverà anche stavolta un modo per dire che ha vinto ma forse ora faticherà un po' di più.

 

A Hong Kong secondo giorno di occupazione dell'aeroporto internazionale.

 

L'Argentina si avvia verso nuovi guai.

 

 

Manco Trump si porta da casa la vittoria elettorale, figuriamoci Salvini.

 

  

Tutti in Europa, in vacanza.

 

Non lo avremmo detto ma sono sempre di più i finti cani da assistenza.