Il bluff di Di Maio che spaventa i mercati
Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Giornata interessante, si tratta e non si tratta.
Chiaro che poi va tutto a posto ma per oggi parlatene.
Luigi Di Maio in preda al panico esistenziale. Ora vuole mostrare di essere ciò che non è, di essere, cioè, il capo di un movimento politico con programmi, progetti obiettivi. E con un suo personale seguito. Operazione che lo rende simile alle caricature vignettistiche (quindi lungimiranti) con cui era stato ritratto nei giorni scorsi come amante tradito e però inconsolabile di Matteo Salvini. Rischia Di Maio, che si è concesso il rito di una conferenza stampa, pericoloso in fase di trattativa, distruttivo forse. E ha detto che il Pd deve recepire nientemeno che il programma a 5 stelle. Finisce spernacchiato così, lui e i 4 gatti dimaiani insieme ai 2 gatti grillini filoleghisti. Il corpaccione dei gruppi parlamentari lo sta per infilzare, prima o dopo il voto è uguale. La brama di potere ha distrutto Salvini e ora, con altre forme, sta rotolando Di Maio.
Perché i dimaiani sono una costola del salvinismo.
Le analisi sono semplici, parlatene a cena.
Perché poi arriverà la reazione di Conte e dei 5 stelle non dimaiani. Intanto c'è la fermezza del Pd.
Il Pd aveva rispettato buona creanza nelle trattative.
E c'era il pieno e convinto sostegno della componente sconfitta al congresso.
Dimaiate che costano.
Ma Forza Italia, diversamente da Di Maio, non è salviniana.
E incombe il partito del pil (che intanto scende, il pil non il partito).
Plusvalenze leghiste, perdi il governo guadagni sul conto titoli.
Arte.
Ecco, anche con mezzi poteri e con il decreto che Di Maio vuole tutelare ha causato queste cose.
Arresti eccellenti a Hong Kong, mentre la repressione avanza.