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Claudio Marchisio (foto LaPresse)
Pignatone alla guida della giustizia vaticana e Marchisio che lascia il calcio
Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Giustizia italiana in Vaticano.
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Il giusto spazio (quindi non troppo per evitare ostentazioni) all'orgoglio assolombardo oggi alla Scala, riuniti gli industriali associati con il presidente Mattarella e il presidente del Consiglio Conte. E uno spazio maggiore all'interlocuzione (vabbè, rendiamo omaggio al linguaggio del presidente del Consiglio) con il governo. Qualcosa ha riguardato, ma non se ne poteva fare a meno, anche il governo precedente. Con il presidente Bonomi abile nel graduare critiche e apprezzamenti in modo che anche le personalità apparentemente scisse, come il Di Maio 1 e il Di Maio 2 e il Conte 1 e il Conte 2, avessero la loro giusta quota delle une e degli altri. Non è esercizio facilissimo, quindi complimenti ancora a Bonomi, ma è esercizio necessario, per non cadere nella vaghezza, nelle solite critiche degli industriali lombardi al governo di Roma. E poi Bonomi aveva da scindere anche il sé stesso che comunque interagiva, con molte critiche negli ultimi mesi, col governo precedente dal sé stesso attuale e l'intera Confindustria che nei 14 mesi pazzi, dal balcone al Papeete, le aveva provate o comunque lasciate aperte un po' tutte, tentando mezzi dialoghi con i grillini e dialoghi pieni con i leghisti. Insomma, c'era da gestire una bella e sana complessità, con le identità confuse i ruoli mutevoli come particelle quantistiche. Ne ha giovato di quella complessità il discorso assolombardo e confindustriale, forse perché se i ruoli sono sfumati e nessuno è esattamente quello che era un po' di tempo fa, allora si è costretti ad attaccarsi a principi esterni, appunto, al gioco dei ruoli, ad agganciarsi, si direbbe, alle costanti di quella che in assolombarda ritengono una efficace politica industriale e di ciò che gli imprenditori possono fare per dare il loro contributo alla crescita. E così da tanta chiamata alla chiarezza è venuta una lista di cose toste, come l'esortazione a lasciare Alitalia al suo destino, a cancellare quota 100, a stravolgere il reddito di cittadinanza e, saltando due governi, anche gli 80 euro. E poi riversare tutto sulla riduzione del cuneo fiscale. Insomma, un inno al lavoro e al suo valore, contro assistenzialismi di vario tipo.
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Giuseppe Conte fa quello che ci si aspettava da Giuseppe Conte, ma non sottovalutate un presidente del Consiglio che promette di ascoltare e soprattutto, vista la scarsità di idee in circolazione, ne ha bisogno.
Intanto Paolo Gentiloni è pienamente in carica come commissario europeo, dopo aver detto al Parlamento europeo quali sono i suoi programmi e avere avuto voto positivo. Sarà lui a gestire il passaggio verso nuove regole di bilancio. Ruolo già di per sé sufficiente a impegnare molte giornate di lavoro e una notevole dose di sapienza politica e diplomatica. E ora comincia anche a sembrare corretto che il ruolo di controllore/cerbero delle finanze pubbliche sia diviso con Pierre Moscovici, vicepresidente, e, in sostanza, con tutta la commissione. Proprio per evitare che il legislatore sia anche giudice e poliziotto.
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La paura a Parigi per un attacco con coltello. Da notare che il bersaglio è stato uno dei palazzi dell'amministrazione e non un luogo indifeso come avvenuto in passato. L'anomalia si spiega perché non si è trattato di attacco terroristico ma di violenza nata da folli decisioni personali.
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La storia della Brexit è ferma ancora al capitolo 1, anzi al prologo, perché è ancora la questione irlandese a tenere banco (che ne sarà dei confini ora pressoché inesistenti tra l'Eire comunitaria e l'Ulster che uscirebbe dall'Ue?). Boris Johnson ha tentato una proposta che comporta una quota di mediazione per lui inusuale e che è centrata sull'idea di lasciare libera circolazione, in modo eccezionale, lungo il confine tra Irlanda e Ulster. Ma per i partiti irlandesi, da una parte e dall'altra del confine, non va bene. E ciò comporta una crescente, altissima, probabilità di finire al no-deal. Anche questa, però, è un'affermazione non completa, perché nel folle mondo della Brexit va tenuto anche in conto (ne ha fatto le spese proprio Johnson) il tassativo voto di Westminster contro il no-deal. Rompicapo e rompi-politica perfetto, ma qui si è detto più volte: un progetto impossibile genera mostri possibili.
Nel Regno Unito dicono (gli oppositori) che il progetto di Johnson sarebbe un guaio anche per inglesi, gallesi e scozzesi.
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Come dire, l'impeachment è anche di chi subentrerebbe all'impeachment, perché le inchieste sulle pressioni verso l'Ucraina si stanno estendendo anche al vicepresidente Mike Pence. Probabile che sia il giro di Donald Trump a rimarcare il ruolo del vice.
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E, come dire, le minacce ascrivibili al sovversivismo presidenziale ben individuate.
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Il popolo è sovrano, ma si vedrà tra un po'.
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Le proteste dove non è facile protestare, che succede in Iraq?
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A Roma si parla molto di monnezza.
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I cinesi non apprezzano, dopo tante aperture di credito dal Di Maio 1, che il Di Maio 2 ascolti con la faccia di chi approva la tirata anti-cinese di Mike Pompeo. E lo fanno sapere, lo apprendiamo dalla nostra torre di controllo asiatica Giulia Pompili, attraverso un funzionario dell'ambasciata a Roma (somigliante a un Enrico Mentana con occhi a mandorla).
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Visto che siete a cena...
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Qui non si va pazzi per certa retorica attorno a sport e sportivi, però forse il caso di Claudio Marchisio e il suo modo di abbandonare il calcio può fare eccezione alla nostra regola.
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