Pignatone alla guida della giustizia vaticana e Marchisio che lascia il calcio
Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Giustizia italiana in Vaticano.
Il giusto spazio (quindi non troppo per evitare ostentazioni) all'orgoglio assolombardo oggi alla Scala, riuniti gli industriali associati con il presidente Mattarella e il presidente del Consiglio Conte. E uno spazio maggiore all'interlocuzione (vabbè, rendiamo omaggio al linguaggio del presidente del Consiglio) con il governo. Qualcosa ha riguardato, ma non se ne poteva fare a meno, anche il governo precedente. Con il presidente Bonomi abile nel graduare critiche e apprezzamenti in modo che anche le personalità apparentemente scisse, come il Di Maio 1 e il Di Maio 2 e il Conte 1 e il Conte 2, avessero la loro giusta quota delle une e degli altri. Non è esercizio facilissimo, quindi complimenti ancora a Bonomi, ma è esercizio necessario, per non cadere nella vaghezza, nelle solite critiche degli industriali lombardi al governo di Roma. E poi Bonomi aveva da scindere anche il sé stesso che comunque interagiva, con molte critiche negli ultimi mesi, col governo precedente dal sé stesso attuale e l'intera Confindustria che nei 14 mesi pazzi, dal balcone al Papeete, le aveva provate o comunque lasciate aperte un po' tutte, tentando mezzi dialoghi con i grillini e dialoghi pieni con i leghisti. Insomma, c'era da gestire una bella e sana complessità, con le identità confuse i ruoli mutevoli come particelle quantistiche. Ne ha giovato di quella complessità il discorso assolombardo e confindustriale, forse perché se i ruoli sono sfumati e nessuno è esattamente quello che era un po' di tempo fa, allora si è costretti ad attaccarsi a principi esterni, appunto, al gioco dei ruoli, ad agganciarsi, si direbbe, alle costanti di quella che in assolombarda ritengono una efficace politica industriale e di ciò che gli imprenditori possono fare per dare il loro contributo alla crescita. E così da tanta chiamata alla chiarezza è venuta una lista di cose toste, come l'esortazione a lasciare Alitalia al suo destino, a cancellare quota 100, a stravolgere il reddito di cittadinanza e, saltando due governi, anche gli 80 euro. E poi riversare tutto sulla riduzione del cuneo fiscale. Insomma, un inno al lavoro e al suo valore, contro assistenzialismi di vario tipo.
Giuseppe Conte fa quello che ci si aspettava da Giuseppe Conte, ma non sottovalutate un presidente del Consiglio che promette di ascoltare e soprattutto, vista la scarsità di idee in circolazione, ne ha bisogno.
Intanto Paolo Gentiloni è pienamente in carica come commissario europeo, dopo aver detto al Parlamento europeo quali sono i suoi programmi e avere avuto voto positivo. Sarà lui a gestire il passaggio verso nuove regole di bilancio. Ruolo già di per sé sufficiente a impegnare molte giornate di lavoro e una notevole dose di sapienza politica e diplomatica. E ora comincia anche a sembrare corretto che il ruolo di controllore/cerbero delle finanze pubbliche sia diviso con Pierre Moscovici, vicepresidente, e, in sostanza, con tutta la commissione. Proprio per evitare che il legislatore sia anche giudice e poliziotto.
La paura a Parigi per un attacco con coltello. Da notare che il bersaglio è stato uno dei palazzi dell'amministrazione e non un luogo indifeso come avvenuto in passato. L'anomalia si spiega perché non si è trattato di attacco terroristico ma di violenza nata da folli decisioni personali.
La storia della Brexit è ferma ancora al capitolo 1, anzi al prologo, perché è ancora la questione irlandese a tenere banco (che ne sarà dei confini ora pressoché inesistenti tra l'Eire comunitaria e l'Ulster che uscirebbe dall'Ue?). Boris Johnson ha tentato una proposta che comporta una quota di mediazione per lui inusuale e che è centrata sull'idea di lasciare libera circolazione, in modo eccezionale, lungo il confine tra Irlanda e Ulster. Ma per i partiti irlandesi, da una parte e dall'altra del confine, non va bene. E ciò comporta una crescente, altissima, probabilità di finire al no-deal. Anche questa, però, è un'affermazione non completa, perché nel folle mondo della Brexit va tenuto anche in conto (ne ha fatto le spese proprio Johnson) il tassativo voto di Westminster contro il no-deal. Rompicapo e rompi-politica perfetto, ma qui si è detto più volte: un progetto impossibile genera mostri possibili.
Nel Regno Unito dicono (gli oppositori) che il progetto di Johnson sarebbe un guaio anche per inglesi, gallesi e scozzesi.
Come dire, l'impeachment è anche di chi subentrerebbe all'impeachment, perché le inchieste sulle pressioni verso l'Ucraina si stanno estendendo anche al vicepresidente Mike Pence. Probabile che sia il giro di Donald Trump a rimarcare il ruolo del vice.
E, come dire, le minacce ascrivibili al sovversivismo presidenziale ben individuate.
Il popolo è sovrano, ma si vedrà tra un po'.
Le proteste dove non è facile protestare, che succede in Iraq?
A Roma si parla molto di monnezza.
I cinesi non apprezzano, dopo tante aperture di credito dal Di Maio 1, che il Di Maio 2 ascolti con la faccia di chi approva la tirata anti-cinese di Mike Pompeo. E lo fanno sapere, lo apprendiamo dalla nostra torre di controllo asiatica Giulia Pompili, attraverso un funzionario dell'ambasciata a Roma (somigliante a un Enrico Mentana con occhi a mandorla).
Visto che siete a cena...
Qui non si va pazzi per certa retorica attorno a sport e sportivi, però forse il caso di Claudio Marchisio e il suo modo di abbandonare il calcio può fare eccezione alla nostra regola.