L'accordo sulla Brexit e l'ennesimo prestito ponte ad Alitalia
Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
La Brexit si fa, a quanto pare, e Boris Johnson forse sopravvive a questa sfida politica. I nordirlandesi ancora non si sono proprio espressi, dovranno dire sì alla soluzione che prevede il mantenimento di un privilegio specifico, con l'unione doganale e la libera circolazione tra Irlanda del nord e Repubblica d'Irlanda. Insomma ciò che era stato bocciato prima. Jeremy Corbyn pare che stavolta sia contrario, ma non ha troppa importanza. Il Regno Unito è costretto a cambiare in profondità per dare senso a tutta questa operazione.
E succedono cose strane.
Si legge e si comincia a capire meglio cosa c'è nella manovra che non innova troppo ma che lascia la possibilità di una gestione riformista della politica economica (in tutte le sue articolazioni, dalla pubblica amministrazione alle norme sul lavoro, dagli appalti ai rapporti tra formazione e imprese). Il ministro Roberto Gualtieri ha detto che ora si apre una grande discussione sul futuro delle pensioni. Significa pensare alle scadenze preoccupanti ma non farlo nello spirito da prendere o lasciare tipico della manovra economica di autunno.
I 5 stelle però fanno i nervosi.
Ma se manifesti con Salvini poi ti tocca Salvini.
È un ponte che non finisce mai, quello del prestito-ponte dell'Alitalia. Uno scrittore che ama il surreale potrebbe divertirsi con la storia di questo ponte metafisico che non si sa più cosa colleghi, il cui punto di partenza è noto ma quello di arrivo (di cui ormai si dubita) viene sempre spostato in avanti. Altri 350 milioni si dice, perché chi vuol comprare non vuole proprio e chi non vuole comunque non chiude del tutto la partita.
Per ora niente quotazione Ferretti.
Via dalla metropolitana! Comincia il nervosismo dei cittadini in risposta all'aggressività dogmatica degli ambientalisti sezione combattenti per evitare il riscaldamento del mondo.