L'ultimo direttivo di Draghi alla Bce e Johnson a caccia del voto anticipato
Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Parlate di Mario Draghi e del suo understatement nell'ultima riunione del consiglio della Bce. In conferenza stampa ha risposto sul suo futuro, dicendo che non fa programmi, ed è vero, e dando atto, con un goccino d'ironia, alla classe dirigente italiana di non ospitare più persone dubbiose sull'euro. Lascia una conduzione della politica monetaria che difficilmente potrà essere cambiata a breve. E ha anche spiegato perché quando ha detto che nessuna unione monetaria può funzionare in modo del tutto efficienze senza una gestione comune almeno parziale del bilancio. La Bce, stando nelle regole attuali, più di ciò che ha fatto con Draghi non poteva fare, il passo in più è roba dei governi e delle istituzioni comunitarie, se vorranno battere un colpo.
Parlate di Parlamento europeo, perché lì (lo abbiamo già detto qualche cena fa) si era creata la condizione politica per far convergere Pd e M5s grazie al voto di entrambi per Ursula von der Leyen, e lì si stanno invece ora manifestando attriti tra le due forze italiane al governo. Nel dibattito sulla risoluzione che riguardava ricerca e salvataggio dei migranti in mare e ribadiva l'esortazione a tenere i porti aperti i grillini hanno scelto per l'astensione, favorendo così la scelta dello schieramento costruito tra parte del Ppe e forze sovraniste. Anche questa volta, come nell'elezione di von der Leyen, sono stati proprio i (mancati) voti a 5 stelle a determinare la bocciatura della risoluzione. L'impressione è che i 5 stelle non siano in grado o desiderosi di mantenere una sufficiente coerenza con il voto, a suo modo storico, con cui avevano determinato l'insediamento della attuale commissione e aperto una nuova stagione politica in Italia.
Se volete parlare di manovra non fatevi prendere dalla recente fissazione per le microtasse. Sì saranno certamente aumentati i piccoli inasprimenti fiscali e sono certamente dannosi e anche un po' stupidotti in gran parte dei casi, ma ci sono anche interventi ben più interessanti e soprattutto le micro decisioni potrebbero farvi sfuggire il quadro generale della politica economica italiana e, con un po' di generosità diamo anche ascolto a chi ha dovuto far quadrare i conti e provare a dare anche un aiuto alla crescita.
Comunque si potrebbe anche osservare a cena, e quindi finirla lì con la discussione, che per una volta durante la manovra i mercati finanziari se ne sono stati buoni, tra Borsa che sale e spread che dormicchia sereno.
Tutti, meno Matteo Renzi, in Umbria/Ohio per quello che si caratterizza come un importante test umbro/ohiano.
Invece nel Regno Unito si preparano per un test nazionale che forse va un po' fuori dai confini nazionali. Boris Johnson punterebbe al voto a dicembre per fare i conti con un nuovo parlamento. Sarà pure una mossa geniale ma sembra sempre più ripercorrere passo passo il cammino di Theresa May.
Augusto Bisegna è simpatico e quindi se ci raccomanda questa lettura paleolitica per trarre ispirazione dai Neanderthal, ancorché estinti, noi a cena magari ne parliamo.