Foto LaPresse

Di cosa parlare stasera a cena

La baldanza di Di Maio e gli attacchi di Trump

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Si diceva ieri di Luigi Di Maio e della sua indefettibile aderenza alla misera ideologia grillina. Non ne viene fuori e, nella mancanza di respiro dei loro argomenti, non esistendo possibili divisioni (e su che ci si dividerebbe?) si finisce per camminare assieme, per sommare banalità a banalità. Perciò ecco Alessandro Di Battista a fianco al capo politico, per moltiplicare, se non i punti di vista, almeno le voci. E Di Maio si fa baldanzoso, essendosi intestato la guerra più stupida possibile, quella al suo compagno di squadra Giuseppe Conte. Peccato che il presidente del consiglio sia molto più esperto di Di Maio nelle faccende governative in quelle internazionali e sia molto più abituato all'uso della logica e dell'eloquenza. Finisce male, a meno che non ci riprovi Beppe Grillo (l'impressione è che abbia capito la situazione e che si renda pure conto di aver trasferito una visione del mondo non applicabile alla sfera politica, come se lui stesso non fosse più grillino). Vedremo. Intanto una riflessione che può tornare utile a cena. Uno dei guai di questa fase non ideologica è che viene meno la schermatura personale fornita proprio dalle ideologie. Si trattava di quella condizione per cui ci si scontrava politicamente tra portatori di diverse visioni ideologiche ma lo scontro era limitato (si fa per dire) alle diverse posizioni politiche. Non avendo più quello schermo e avendo impoverito il dibattito pubblico facendone una discussione condominiale sulla convenienza e l'opportunità di singole decisioni resta solo la dimensione personale per dividere gli uni dagli altri. Quindi resta solo l'insulto per esprimere critiche. Se la sfida non è tra, poniamo, socialisti e liberali, ma tra asseriti intelligenti solutori di problemi e altrettanto asseriti intelligenti solutori di problemi allora la competizione può avvenire solo dicendo che l'altro è un cretino e viceversa. Situazione da cui deriva buona parte dello straniamento attuale dell'opinione pubblica stretta, a causa della maggiore persistenza delle accuse rispetto alle lodi date da sé, nella scelta tra cretini di un tipo e cretini di un altro tipo. Il Mes, pensate un po', è finito in questo tritatutto dell'intelligenza e se ne vedono gli effetti terribili.

 

Chiosa di Claudio Cerasa.

 

A proposito, oggi lo spread (ovvero il taglia-cretini automatico) si è dato da fare.

 

La notizia di oggi.

 

Giù i dipendenti, su il morale?

 

Le proteste sindacali.

 

L'Europa si impiccia degli affari politici maltesi (e fa bene) e chiede di lasciare separati il potere esecutivo e quello giudiziario. Il caso è noto.

 

Donald Trump contro Emmanuel Macron e contro la Nato (criticata dal presidente francese con spirito costruttivo e da quello americano con spirito distruttivo).

 

E Trump contro l'economia europea (che poi danneggerà anche quella americana, è solo questione di tempo).

 

Intanto vanno avanti, grazie all'attenzione giornalistica, le questioni legate all'impeachment. Adam Schiff è sempre il principale divulgatore delle tesi anti trumpiane.

  

Prosegue la disputa della sedia vuota, con cui la Bbc ha evidenziato la mancanza di disponibilità al dibattito da parte di Boris Johnson. I giornalisti sono stati considerati corretti da una commissione di garanzia e ora potrebbero farlo di nuovo.

 

Il computer con potenza eccezionale che lavora a Genova (c'è un legame con l'Istituto italiano di tecnologia).

   

Il trasporto pubblico a Roma di cui la sindaca Virginia Raggi rivendica il mantenimento sotto il pieno e totale controllo del comune contro misteriosi e per la verità mai notati da nessuno tentativi di privatizzazione (in realtà si riferiva alla proposta di integrazione tra i servizi di Trenitalia e quelli cittadini, alla quale si è opposta). Si è così presa la totale responsabilità politica di ciò che succede tra bus e metropolitane e non c'è da vantarsene.

 

Si scherza sui cavalli (per appassionati di umorismo e di cavalli, ovviamente solo per cene tra simili).