Matteo Renzi (foto LaPresse)

I tatticismi di Renzi e l'italiano a bordo della Diamond Princess

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Dovete parlare di "tensioni nella maggioranza", non se ne scappa. Il rischio di circolarità (partire da uno spunto, affermare qualcosa, e poi,, dopo alcune variazioni, tornare allo spunto iniziale per negare ciò che si era affermato) è alto, e questo è un fatto che dovete considerare, se non altro per non appesantire la conversazione. Gli spunti che vanno per la maggiore sono tre: l'atteggiamento competitivo e agonistico della componente renziana, la grillizzazione del Pd, la pervicacia dei 5 stelle nell'uso dei loro peculiari codici per interpretare il mondo e per comunicare e quindi nel non saper stare in una coalizione. Scegliete da quale di questi grandi capitoli partire e inevitabilmente attraverserete anche gli altri, per poi ricominciare. Il gioco potrebbe andare avanti per mesi, logorandosi però progressivamente (questa è la vera novità che potete proporre ai vicini di cena), a partire dalla stagione delle nomine, per arrivare alla nuova manovra economica e quindi all'elezione del prossimo presidente della repubblica. Insomma a consumarsi potrebbe essere il gioco stesso, lasciando invece in piedi le ragioni di questa strana alleanza governativa. Proviamo a trasferire questo ragionamento ancora molto abbozzato in una prossima esperienza elettorale, quella per la presidenza della regione Campania. Crescono le voci a favore della scelta di un candidato forte (un ministro, cosa che investirebbe, ovviamente, anche un po' la credibilità del governo) da parte dei 5 stelle, da contrapporre, evidentemente, al candidato altrettanto forte e gradito almeno a una grande parte del Pd (con probabile sostegno anche dei renziani), l'uscente Vincenzo De Luca. Dall'altra parte ci potrebbe essere un ex, come Stefano Caldoro, di Forza Italia, comunque un candidato unico dei partiti dell'attuale opposizione di centro e di destra. Bene da quel crogiolo potrebbe uscire anche un rafforzamento della maggioranza. Non disponiamo di sondaggi ma è probabile una notevole frammentazione elettorale alla quale si accompagnerebbe un forte impegno di ciascuno. Una condizione necessaria per i 5 stelle, che hanno bisogno di ritrovare qualche ragione per farsi votare, e utile anche al Pd, qualora mantenesse la candidatura di De Luca. In Germania, con la grande coalizione, non si ferma la competizione locale tra partiti alleati al governo. E cercare ragioni per farsi votare non ha mai fatto male a nessuno, anzi.

 

Ma non volevamo ammorbare le vostre cene con l'avvio di un'altra attesa snervante come è stata quella per l'Emilia-Romagna. Quindi torniamo all'oggi e vediamo cosa ne è del dibattito corrente sul tema "tensioni nella maggioranza". Ce n'è pure per Omero (Odissea) e per la teoria dei "due Mattei" e le loro divergenze parallele.

 

Il Foglio oggi parlava dei due Mattei.

 

 

In un colpo solo tre grandi questioni di attualità: il calo notevole del Pil giapponese, le strategie di Matteo Renzi per la crescita e per il fisco, il concetto di "Iva futura".

 

 

Matteo Salvini arrabatta qualche concetto sul tema dell'aborto, ma finisce sempre al suo repertorio base. Ne viene fuori una specie di "prima gli aborti italiani" oppure "allora dovete pagare, è finita la pacchia". Giuliano Ferrara lo pizzica proprio su questa diversione, su questa fuga dal problema originario.

  

  

Il reddito di cittadinanza un po' non funziona e un po' funzionicchia, comunque è un tentativo, migliorabile, di fare qualcosa, e qui si è per la fattività. Anche per riconoscere che il reddito di cittadinanza, tra tante strampalerie grilline, è l'unico argomento vagamente riformista e politicamente realizzabile. E' uno strumento di politica economica e di politica sociale. Può non piacere ma almeno rientra nei canoni della politica e non in quelli dell'antipolitica o dell'anticasta o peggio nel delirio del futuribile à la Gianroberto Casaleggio. E' per questo che l'accorto ministro Roberto Gualtieri lo usa come terreno di dialogo con i suoi colleghi di maggioranza.

 

Che poi c'era, passando invece alle pensioni, quella vecchia idea, mai attuata, della busta arancione, cioè dell'aggiornamento frequente dei dati previdenziali di ciascuno con informazioni chiare e attendibili sulla propria pensione futura. Ci sono pro e anche contro, ma il modo in cui viene affossata dall'attuale gestione dell'Inps fa passare l'istituto in pieno dalla parte del torto.

 

 

Il punto sui contagi, mentre l'organizzazione mondiale della sanità si gioca la tripla (per chi non ricorda il vecchio totocalcio vuol dire che scommette su tutte le opzioni possibili, così non sbaglia).

 

 

E sull'incubo claustrale della nave isolata.

 

 

E le storie (da verificare) sulla crudeltà con cui il regime cinese sta gestendo la situazione, con un rapido passaggio dal segreto sulle notizie alla repressione poliziesca.

 

 

Bene, si impara anche guardando e ascoltando, e poi sempre meglio delle spedizioni automobilistiche con Dibba accanto a fare gli smargiassi con le istituzioni europee.

 

 

Niente Tesla (intesa come fabbrica) in Europa per tutelare le formiche e altri.

 

Non sarà il conto del Papeete, ma il conto di Mar-a-Lago pure non scherza. Finisce nelle casse personali di Donald Trump ed è direttamene a carico dei contribuenti (elettoralmente è una cosa che può fare più male a Trump di 100 telefonate in Ucraina).

 

 

La candidata singhiozzante (non convince) che sostituisce il candidato che si vergognò della propria pippetta.

 

 

Libertà (insomma) di stampa in Spagna.

 

 

E' vissuto (la persona che era sepolta in questo sarcofago) poche generazioni, 150 anni e qualche cosa, dopo Romolo e la sua tomba, svelata oggi, era vicina al luogo della morta del fondatore di Roma