Di cosa parlare stasera a cena
II dl Cura Italia e le contromisure della Bce
Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Il decreto attesissimo è arrivato, seguirà un altro intervento in aprile. Mentre quella che normalmente chiameremmo la manovra (comprese tutte le tappe di avvicinamento, a partire dalla trimestrale di cassa) assumerà evidentemente tutta un'altra faccia, trasformandosi da gestione delle clausole di salvaguardia in gestione del super deficit verso cui ci avviamo.
#decretomarzo è bella
Il bollettino medico sapete dove trovarlo.
Non è un bello spettacolo quello della Lombardia che si mette a fare la scontrosa, un po' chiede aiuto un po' dice che fa da sola, sbagliando in entrambi i casi. Gli aiuti arrivano a tutti, secondo una logica nazionale. Mentre fare da soli (e il Veneto allora?) è una scelta rischiosa e contraddittoria e anche un po' sciocchina, che poi gli elicotteri sono partiti per portare i pazienti lombardi a Palermo (e meno male). Le autorità regionali indicano la possibilità di aprire il famoso spazio in Fiera con posti letto per terapia intensiva in una settimana, ma poi sembrano poggiare questa previsione tutta sulle spalle del neo incaricato Guido Bertolaso. L'impressione di un annuncio fatto per poter poi dire che "Roma ha frenato" c'è, ma speriamo che invece abbiano ragione i lombardi, aiutati però dal romano Bertolaso. Ma i respiratori adesso vanno a ruba e non si trovano facilmente, come era stato detto dalla protezione civile. Vedremo.
Noioso parlare di Europa, ok, ma peggio ancora trarre sempre e solo, e da qualunque premessa o da qualunque fatto, la conclusione con cui si dà la colpa all'Europa. Con la comoda condizione di poter accusare l'Europa di esserci troppo (quando regolamenta attività o stabilisce criteri per le convivenza economica) oppure di non esserci (quando non risolve magicamente problemi che non hanno soluzione). Allora, primo esercizio logico. Proponete ai vostri interlocutori nelle cene (ovviamente in videoconferenza) la seguente domanda. Ma, gli USA, grande mercato integrato ma dotati di centralizzazione politica forte, sono riusciti a prendere decisioni identiche, tempestive, efficaci, sul loro territorio e per la loro popolazione di fronte all'epidemia? evidentemente no, e non solo perché Donald Trump è un buffone narcisista (cosa che peggiora comunque la situazione), ma anche perché era ed è oggettivamente difficile affrontare questa inattesa situazione (e non tirate fuori Bill Gates che aveva previsto tutto, please). Allora l'Europa sta fronteggiando una questione che la mette sotto pressione, anche perché le competenze sulla sanità sono nazionali. Ma sta dimostrando di esistere, con un'efficienza non inferiore a quella dei federali USA. Certo i tedeschi stamattina hanno sconvolto un po' il quadro chiudendo le frontiere intereuropee, ma da lì a dire che è la fine (come scrive La Repubblica) dell'Europa ce ne passa. Era chiaramente un tentativo di recuperare in corsa a una situazione sfuggita di mano riguardo ai movimenti di persone (i virus viaggiano a bordo delle persone, è il virus che si vuole fermare, non i francesi o gli austriaci). Ed è comprensibile che ciascun stato voglia concentrarsi sui suoi cittadini (la competenza sulla sanità è nazionale, lo ricordiamo) anche per una banale ragione: li conosce e sa dove abitano e può trovare modi, garantisti, per tenerli d'occhio. In una situazione eccezionale (pare che ci sia un'epidemia) si capisce che un paese tenti di mettere il più possibile gli spostamenti personali sotto controllo. In Italia è stata chiusa la Sardegna, si può viaggiare da e per solo se autorizzati, e lo stesso oggi è avvenuto per la Sicilia. Questo non comporta la fine dell'unità d'Italia o la fine della libertà di movimento. Si tratta di misure provvisorie e per una volta ci si può risparmiare l'ottima battuta sul fatto che niente è più definitivo in Italia del. Poi l'UE è comunque intervenuta, chiedendo di evitare chiusure di frontiere interne e nello stesso tempo mettendo rigorosi controlli agli ingressi di tutte le frontiere esterne dell'Unione, con la sospensione per 30 giorni dei viaggi non essenziali da e per l'UE. Sono le normali scelte in casi come questi. Provate a fare la fila in un aeroporto americano arrivando dall'Europa in questi giorni e vedreste la situazione che c'è. Il punto sull'Europa o meglio sulle istituzioni comunitarie è che sono nate non perché eravamo tutti bravi e buoni e solidali, ma per la ragione opposta. E nei momenti di grande difficoltà sono le tensioni a venire a galla. Le istituzioni europee tengono come tiene la presidenza degli USA, e cioè prendendosi insulti, scricchiolando, sbagliando. Ma non è la fine degli USA e neanche della Ue.
Che poi il lavoro grosso intergovernativo, come si direbbe se fossimo solo tra europei, oggi toccava a un G7 che ha finalmente dato un senso alla propria esistenza. Visto che dalla politica monetaria c'è poco da attendere, e non per colta dei banchieri centrali, si potrebbe abbozzare quella Rambouillet in teleconferenza di cui parlavamo a cena. Anche perché la globalizzazione se ne sta lì acquattata ma tranquilla, è basata sulla circolazione delle merci, mica sui turisti (che anzi sono un fastidio), e perciò sta tranquilla.
Sì perché le banche centrali, buttate nell'agone senza la strumentazione adatta, hanno fatto una figuraccia. Particolarmente la Federal Reserve, lodata da Trump (super interventista nelle cose di competenza altrui, quanto indeciso nelle sue) per il brusco taglio dei tassi deciso ieri sera, salvo poi constatare che al mercato non è importato nulla del taglio al costo del denaro, visto che questa è una crisi di offerta, e che di conseguenza Wall Street se ne andava giù a rotta di collo. Lo stesso succedeva qui, ma la insultatissima Christine Lagarde (nuova bestia nera degli italiani) lo aveva detto che non c'erano strumenti di politica monetaria adatti per raddrizzare le cose dell'economia produttiva. Il tutto mentre la Bce intensificava (e ringraziamo da parte italiana invece di insultare) proprio l'acquisto di Btp, oggi comprati a un ritmo maggiore anche rispetto ai messi più battaglieri di Mario Draghi. Con il risultato di ridurre lo spread, la cui corsa era cominciata pericolosamente questa mattina. Insomma la Bce fa esattamente ciò che Lagarde, un po' sciaguratamente, aveva negato di voler fare: è qui per ridurre gli spread. Per quanto riguarda le Borse forse è arrivato il momento di fermare le contrattazioni. L'amministratore delegato della Borsa di Milano, Jerusalmi, dice che accetterebbe una decisione concordata e omogenea almeno in Europa. Gli operatori raccontano di assenza totale di domanda e titoli invendibili e fanno anche notare che con la manifattura ferma o quasi gli analisti non possono fondare le loro scelte su dati realistici.
Decisioni impegnative in arrivo nel cuore dell'Europa e specialmente in Francia.
E' destino di chi governa in questi giorni di essere criticato, anche fondatamente, per ritardi e tentennamenti, e per quelli che qui chiamavamo errori di comunicazione. Diamo atto che comunque è dura e vediamo che succede anche a Macron.
Perché nessun sistema sanitario era tarato per numeri come quelli di questi giorni.
In Francia esortano ad andare nelle seconde case.
Questa è divertente, dice che i francesi se ne fottono degli ordini del governo perché la politica ha perso credibilità. Allora perché in Italia invece c'è un altissimo tasso di adesione alla richiesta di stare a casa? forse la spiegazione è nella semplice e basica paura, ci siamo convinti (saggiamente) che il rischio esiste e non è una fantasia di Conte o di Borrelli.
In Belgio vorrebbero fare qualcosa ma non si mettono proprio d'accordo.
Che poi questa benedetta comunicazione ma come volete che si faccia? quando si devono dire cose molto sgradevoli nessuno la sa fare. Certo, il governo di Boris Johnson però ha superato i record mondiali dell'insipienza presuntuosa. E lo sta pagando. A proposito, la Brexit poi come si fa?
Se ne avete voglia, se no saltate, il capo delle strategia inglese spiega di nuovo le sue idee.
E no, la Brexit ancora non c'è stata, ok, e ma se poi gli inglesi si sentono già exit e quindi non applicano le direttive brussellesi?
In USA chiudono assai, ma un po' qui e un po' lì. Curiosità italiana: i contrasti che qui vediamo tra stato centrale e regioni, lì si manifestano (e dietro c'è una storia ben più lunga) tra amministrazione di Washington e stati federali.
Trump non sa che dire ma lo twitta.
Le linee di comportamento le dà la stampa di opposizione.
Il Whisky o quello che bevono, purché sia alcolico, gli americani se lo possono far dare sul marciapiedi. La decisione fa molto ridere i colleghi dei giornali USA.
Sull'onda di una crisi mondiale del trasporto aereo (a malapena si va al 10% rispetto a prima dell'epidemia) la nostra (aggettivo da intendere in modo ampio) Alitalia ha colto l'attimo per assestare un magistrale "mal comune mezzo gaudio" e si è accoccolata tra le braccia dello Stato.
Un bambino e almeno altre quattro persone morte in un incendio nei luoghi dove sono trattenuti i migranti a Lesbo.