Di cosa parlare stasera a cena
Le armi delle banche centrali e le frontiere nell'epoca del coronavirus
Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Oggi la sensazione che succeda poco. Sì ci sono i paesi che corrono ai ripari, le polemiche, i mercati, quello che volete. Ma a tutto interessa solo capire che succede con la diffusione del virus. Siamo a un martedì e, anche se il fine settimana non sembra affatto quel piccolo giro di boa dei periodi normali e i giorni centrali non sembrano centrali, si capisce che c'è ancora un bel po' di cammino silenzioso da fare. E' calata anche la tensione per il famoso decreto, finalmente arrivato, e le polemicuzze (davvero sconfortanti) hanno retto solo per il tempo di uno scuotimento di testa da talk show. Si resta un po' soli, però. Cominciando il periodo in cui sarà più difficile reggere. Forse non è neanche giusto andare a guardare i dati (la cui costruzione statistica andrebbe un po' analizzata), ma il bollettino è diventato un appiglio quotidiano non tanto con i dati in sé ma con l'idea che qualcosa comunque succeda.
Il decreto, per farsi un'idea, ma poi lo ristudieremo con calma (non c'è fretta).
Interessante, per chiacchierare a cena (coi coabitanti o in videoconferenza), la figura che sta emergendo del ministro Roberto Gualtieri. Non che non lo conoscessimo. Si era anche esibito con chitarra e sempre con "Bella ciao!" e ha partecipato a molti dibattiti televisivi e ha dato molte interviste. Ma, tra l'essere conosciuto e inquadrato nel ruolo di ministro dell'economia e prendere un ruolo pubblico c'è differenza. La situazione ha fatto emergere alcune sue caratteristiche di passista che potrebbero essere gradite sulla scena emergenziale e politica di questi giorni. E' palesemente un finto calmo, nel quale si indovina un fumino pronto alla reazione, ma riesce a impostare le soluzioni ai problemi con un ritmo non concitato e questo, in una crisi che ha il difetto di durare tanto e di richiedere quindi più pazienza che irruenza, porta Gualtieri in una condizione vantaggiosa, di cui potrebbe continuare a godere anche nella fase di superamento dell'emergenza.
A Milano si danno da fare e ricevono contributi filantropici molto milanesi.
A Roma la sensazione è di un parziale, minimo, appena avvertibile, inizio di cedimento nella tenuta psicologica e soprattutto nel rispetto della consegna casalinga. Vedremo. Dicono che bisogna reggere per bene almeno altri dieci giorni, a essere ottimisti. Forse serviranno messaggi di altro tipo, ce ne sono stati troppi e troppo energizzanti nei primi giorni.
Il Lazio si prepara, si direbbe in buon ordine.
Ne approfittiamo, secondo la più banale sintassi giornalistica, per passare alle cose belle da fare stando a casa, tra cui visitare mostre e musei (sì l'hanno detto già altri, ma come lo racconta Mariarosa Mancuso oggi sul Foglio è tutta un'altra storia).
Un po' di economia, da Standard and poor's che vede la recessione mondiale (e grazie al...tampone), alle banche centrali che aspettano ma dicono di avere ancora qualche arma (abbassando la qualità dei titoli presi in contropartita del quantitative easing, ad esempio), alle Borse che guardano con circospezione in una condizione di scambi ridotti, dove il problema è ormai acquisito, o di corsa a vendere, dove sono ai primi passi. Tornando alla recessione mondiale, non preoccupatevi troppo, probabilmente ne avrete già vissute tre (1981, 1992 e 2008) ma forse anche quattro. Se ne esce sempre fuori, ma comportano quasi sempre e quasi ovunque nel mondo una successiva crisi finanziaria. Della prossima stiamo costruendo le ragioni in questi giorni, ma molto abbiamo già fatto. Il punto debole, questa volta, potrebbe essere il debito delle aziende private, come ben documenta Giuseppe Pennisi.
E l'Europa prova a mettere in fila un po' di idee per tenere insieme l'Unione e l'economia produttiva.
I guanti, come usarli e quando. Queste sono le istruzioni per i medici e per situazioni estreme, però qualche elemento utile vale anche per quando andate a fare la spesa.
L'entità degli interventi economici di ciascun paese europeo è paragonabile su scale molto simili, anche gli strumenti non sono molto diversi e girano tutti attorno a garanzie pubbliche sui finanziamenti. Qui per la Francia 300 miliardi di euro, l'Italia ne indica 350, la Germania (più popolazione e più Pil) 550.
Le strette di mano usate per sottolineare amicizia erano proprio il minimo tra gli strumenti di propaganda, ma ora, anche appunto un gesto abituale e non particolarmente significativo, diventa una specie di proclama, ampiamente sfruttato dalla propaganda cinese.
Alle strette i francesi scappano dalle città (come dei fuorisede) e mangiano tanta pasta.
E ora chi aiuta gli autonomi? si chiedono in Germania.
Si potrebbe consigliare di adottare il (criticatissimo dagli schizzinosi leghisti e fratellisti) provvedimento ispirato dal Mef e direttamente da Marco Leonardi con cui si è usata un po' la tecnica dell helycopter money in Italia per la prima volta (dare soldi su vasta scala e senza tante storie).
Le frontiere e cosa farne quando c'è più necessità di controllo.
I calcoli inglesi e quanto sono attendibili (il problema è se i dadi buttano male).
Eccezioni regali alla regola del non muoversi da casa, poi casa in questa circostanza è un concetto complesso
Altro che helycopter money, negli USA si sceglie una soluzione più antica: un bel assegno. Da vedere se sarà firmato da Trump o da Mnuchin (ministro del tesoro), in ogni caso non si dica più nulla, da queste parti, contro i bonus targati col nome di questo o quel politico.
Il manifatturiero USA che prova ad andare avanti, ma come insegna il caso italiano, e presto quello europeo, diventa molto difficile mantenere l'impegno a non chiudere le fabbriche, a meno di un veloce ma dettagliato accordo con le parti sociali e con i regolatori pubblici.
Che vuole fare Andrew Cuomo (indecisioni ovunque...).
Ahia...
Ma non servirebbe scappare in Florida.
E ci mancherebbe altro
Sempre per ricordare cosa succede quando a dover gestire un'emergenza come questa è un regime non democratico (detto per i neo entusiasti dell'autoritarismo).