Di cosa parlare stasera a cena

Il dibattito sugli Eurobond e il dopo virus secondo Verdone

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Stasera solo numeri, e auguri di pronta guarigione a Angelo Borrelli.

 

Guardate solo questo grafico, senza perdere troppo tempo (ovviamente non è aggiornato a oggi ma è costruito in modo da non risentirne troppo). Si vede che l'Italia ha preso la direzione del rallentamento, usando correttamente gli intervalli di giorni per raddoppiare i casi (significa andare a vedere quanti giorni ci vogliono perché il numeri dei censiti positivi raddoppi). Gli Stati Uniti invece hanno preso tutt'altra direzione. Si capisce una cosa, anche a fronte di discussione fitte in questi giorni: dal punto di vista statistico i censiti positivi, cui si arriva attraverso i contatti coi medici di famiglia o gli ospedali, sono il campione rilevante per capire lo sviluppo dell'epidemia. Non sono tutti, certo, sono un'approssimazione, ma sufficiente per vedere cosa succede riguardo alla diffusione del Covid-19. L'utilità terapeutica di uno screening di massa (quello che in Italia si dice sia stato fatto a Vo' Euganeo) è un'altra questione, riguarda altre scelte. Ad esempio, poco più giù, ne parla Giorgio Gori.

  

È anche atteso il confronto parlamentare sulle scelte fatte dal governo. Il clima dovrebbe (dovrebbe) essere meno teso dopo l'accordo per una stabile consultazione tra maggioranza e opposizione in vista di ogni nuova decisione per la crisi sanitaria.

  

La mossa europea dell'Italia e di un fronte che comprende altri 8 paesi, tra cui Francia e Spagna per chiedere un'emissione comune di debito a fronte di investimenti nella sanità e per il sostegno verso l'uscita dalla crisi.

 

Oggi sul Foglio Lorenzo Bini Smaghi spiegava bene quali sono le difficoltà delle emissioni comuni se non viene ceduta una parte, almeno, della sovranità.

 

Accordo fatto (ri-fatto) tra sindacati e imprese, con un occhio del governo, per non fermare proprio del tutto l'attività economica e garantire ciò di cui c'è massimo bisogno.

 

La chimica serve.

 

Il sindaco di Bergamo Giorgio Gori mette in discussione con un'intervista uscita stamattina le scelte della regione Lombardia e la stessa efficienza della sanità regionali, non in astratto ma nelle vicende specifiche di questi giorni. Molte critiche e anche apprezzamenti. In ogni caso, col passare della giornata si chiarisce meglio l'intento di Gori, che certamente non è stato quello di polemizzare per avere spazio politico ma di sollevare l'attenzione su metodi alternativi.

  

Servono più test, ormai si è capito, ma non ce ne sono. E se ci sono non sono del tutto attendibili (quelli certi prevedono un doppio controllo e un'analisi approfondita, ma usare quelli approssimativi è quasi inutile).

 

E attenti ai numeri, perché ovviamente esiste anche il caso dei tamponi multipli (stessa persona, più tamponi).

 

Il sostegno mediterraneo alle misure restrittive.

 

Be' effettivamente...

 

La rivincita della confezione, bistrattata negli anni dell'ambientalismo e ora bastione anti-virus (almeno nella percezione corrente).

 

Chi scrive ha vissuto decenni con asma, poi diventato grave, e quindi ecco un po' di consigli e rassicurazioni ai compagni di sventura.

 

Forse ha ragione Carlo Verdone.