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Di cosa parlare stasera a cena

Salvini a processo e l'aggressività di Trump

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Eccolo, ecco cos’è un uomo molto pericoloso, per il suo paese e per il mondo. Difficile da immaginare ma potrebbe servire perfino una specie di cordone di sicurezza mondiale, nell’interesse di tutti, anche dei nemici strategici degli Stati Uniti, per limitare i rischi dovuti alla condizione di instabilità psicologica e di latente aggressività del presidente Donald Trump. La richiesta di rinvio del voto presidenziale di novembre, assieme alla messa in discussione preventiva dell’attendibilità del risultato, è paragonabile a un golpe, ma la cosa complicata è gestire gli sviluppi di fatti così gravi mentre Trump, ancora almeno (salvo una sua rielezione) fino all’inauguration day previsto al 20 gennaio è alla casa bianca. Il vantaggio costituzionale è che la data delle elezioni, nel sistema costituzionale americano, la fissa il congresso, organo nel quale i repubblicani trumpizzati sono in minoranza.

 

Tranquilli e andiamo avanti, dice, ma con qualche brivido, Pete Buttigieg.

 

E questo scrive il principale casabianchista del New York Times, allegando le citazioni costituzionali e la letteratura giuridica necessaria. Attenzione, non si tratta semplicemente di dire che siccome Trump non può spostare la data delle elezioni allora non c’è da temerlo. Anzi. Il problema è che solo dicendolo Trump ha dato uno schiaffo alla costituzione, in un paese che ama il rispetto delle regole fondamentali del gioco.

 

E comunque, anche se trumpizzati, gli stessi repubblicani cominciano a prendere le distanze dalle dichiarazioni anticostituzionali di Trump.

 

Ah poi c’è la classica doppietta: minacce alla costituzione e elargizioni con firma presidenziale.

 

Intanto c’è una situazione sempre peggiore per il coronavirus negli USA.

 

Però non fate battute sessiste sulle scelte, invece, di Joe Biden riguardo alla vicepresidente. O ci pensa CrookedMedia a rimettervi a posto (ridendo anche un po’).

 

Il funerale di John Lewis, con tre ex presidenti e un candidato.

 

Qualche nervosismo, ma robetta, dopo gli scontri interni alla maggioranza sulle nuove presidenze di commissione. In ogni caso il ministro Roberto Speranza, risentito per la bocciatura del candidato di punta Piero Grasso alla guida della commissione giustizia, non interrompe certo la sua attività politica con il governo e mantiene uno sguardo prospettico e programmatico.

 

Uno dei voti che si presentava come particolarmente complesso ha invece visto la convergenza della maggioranza su Luigi Marattin, di Italia Viva.

 

Matteo Renzi e Italia Viva decisivi per il voto sul processo a Matteo Salvini.

 

L’uomo che leggeva troppi sondaggi o forse leggeva troppi giornali amici o forse dava troppo retta alle offerte di altri politici. Eccolo, Matteo Salvini a difendersi, in sostanza, da sé stesso.

 

La situazione nel Mediterraneo

 

Sergio Mattarella a Bologna.

 

Il calo del Pil tedesco è un colpo duro per tutta l’Europa e in modo speciale per il nordest italiano.

 

Ma elettoralmente in Germania non ci sono effetti, anzi.

 

Il lavoro, malgrado l’estensione delle super tutele anti licenziamenti (e in parte a causa di esse), continua a mostrare nuove difficoltà in Italia.

 

Il peggioramento delle condizioni di chi è, invece, privo o quasi di tutele.

 

Un tribunale spagnolo dà ragione a Vivendi e frena il progetto di Mediaset per l’integrazione europea nella sua formulazione attuale. Mediaset intende ripresentare il progetto, ma percorrendo altre strade.

 

L’osteria web va forte.

 

Vi ricordate? Qui ne parlavano gli intellettuali attorno a Bettino Craxi, ma era la fine dei ’70. Ora è riproposto dai libertari americani.

 

E Goffredo Bettini, dopo aver riorganizzato la sinistra democratica, ora dà indicazioni per far crescere il centro liberale, in mezzo c’è qualche critica, ma, tutto sommato, bonaria o almeno costruttiva.