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L'arresto di Steve Bannon e la confusione nell'elettorato del M5s

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere quello che succede nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Arrestato Steve Bannon, dicono che ha fatto la cresta sui fondi per il muro con il Messico.

 

Dispiace per i suoi assistenti italiani.

 

 

E hanno avvelenato l'oppositore di Putin.

 

Un partito, così all'ingrosso, è fatto di dirigenti, di eletti (a volte coincidenti coi dirigenti), di militanti, di base elettorale o gruppo sociale di riferimento. Vediamo perché ai 5 stelle in questo momento mancano o non funzionano pressoché tutti gli elementi fondanti di un partito dotato di operatività politica e perché questo fatto renda difficile coinvolgerli in trattative e alleanze, ma allo stesso tempo renda possibile cogliere opportunità, anche elettorali, tra i vari settori sociali che nel tempo hanno dato loro credito. I dirigenti propriamente di partito non esistono. Ci sono Beppe Grillo e Davide Casaleggio. Il primo ispirato, a volte troppo, e sorprendentemente capace di manovra politica, ma privo di continuità nell'azione. Il secondo, Casaleggio, incastrato nel suo intreccio societario col movimento e troppo impolitico per riuscire a pesare davvero. Gli eletti sono frantumati in gruppi parlamentari sbandati, tenuti assieme dalla fedeltà di facciata al governo. Con logiche identiche nei livelli regionali e comunali. I militanti sono annichiliti da Rousseau. E rimane l'elettorato. Interessante, molto mobile, magari tentato da astensione, tendenzialmente antipolitico. Ma la vera partita futura è per accaparrarsi le possibili simpatie di quegli elettori, anche attraverso un'eventuale scissione con proposta neo grillina ma con connotazione più politicamente spendibile. Tornerebbe in pista, anzi debutterebbe con profitto, in questo scenario, una specie di partito di Conte.

 

Be' effettivamente.

 

Da leggere e replicare ai vicini di cena soprattutto dalle parti di Forte dei Marmi o degli adulatori delle capette di Forte dei Marmi.

 

Le cronache da quarantine island.

 

Buone notizie.

 

Sospesi i macchinisti già in pausa, quelli della non-metafora di nulla.

 

Gubitosi sembra fare concessioni sulla rete ma insieme dà indicazioni un po' fuori dalla prassi all'Agcom.

 

I dubbi di Vitiello sulla definizione politica dei putiniani italiani.

 

Palese la pressione di Putin sulla Bielorussia.

 

Minacce.

  

Parallelismi.

 

L'Italia arbitra.

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