Ma il governo come va? Al netto della pandemia, e vabbè direte così è facile, resta un po’ poco. Perché anche la politica economica, in cui non si può negare un alto tasso di attivismo e di realizzazioni, è fondamentalmente pandemica e guidata dagli sviluppi della lotta al contagio e alle sue conseguenze sociali e produttive. E anche l’iniziativa europea, compreso il contributo italiano, gira attorno al Covid. Cosa resta? Be’, una maggioranza ben piazzata e ambiziosa dovrebbe mostrarsi intenta a lavorare anche all’agenda delle riforme, a partire da quelle di tipo costituzionale (adeguamento al taglio dei parlamentari, modifiche del meccanismo per il voto di fiducia al governo, riduzione degli ambiti del bicameralismo perfetto) o realizzabili con leggi ordinarie (legge elettorale) o con cambiamenti dei regolamenti parlamentari (iter legislativi, formazione delle commissioni e altre questioni derivanti dalla nuova composizione di camera e senato). Sotto alla intensa comunicazione pandemica l’impressione è che non ci sia niente. Nella maggioranza cominciano a farlo notare, oggi Matteo Renzi nei giorni scorso varie voci dal Pd, e bisogna che arrivino risposte, anche perché l’allargamento (non della compagine ma degli interessi politici coinvolti) ha senso se esiste anche un’agenda delle riforme, e per la maggioranza sarebbe suicida caratterizzarsi solo per il mandato di guidare il paese fuori dalla pandemia, perché questo semmai sarebbe il compito di un governo tecnico, ma l’attuale, che piaccia o no, è un governo politico e come tale deve affrontare i nodi delle riforme. Anche perché, come si diceva, unendo anche questioni che, guarda caso, stanno a cuore proprio a Forza Italia, come il ritorno al proporzionale, il sostegno indiretto e mediato della parte berlusconiana del centro-destra avrebbe una sostanza maggiore e un senso politico più fondato. In ogni caso stasera Giuseppe Conte è da Lilli Gruber e a cena avrete, calde calde, si spera anche considerazioni del presidente del consiglio su temi politici e sul futuro dell’agenda riformista e non solo sulla situazione della pandemia (anche perché se fosse tutto sulla pandemia sembrerebbe non un’intervista ma una conferenza stampa sull’ultimo dpcm).
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