(foto Ansa)

Di cosa parlare stasera a cena

Le ultime dal Consiglio europeo e lo stallo Brexit

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Un aspetto interessante del modo di comportarsi politicamente e mediaticamente del “mistero” (come da definizione foglianteGiuseppe Conte potrebbe riempire le vostre chiacchiere a cena. Oggi il presidente del consiglio era a Bruxelles al Consiglio europeo, da lui stesso definito storico, e con qualche ragione, visto che si trattava di dire sì al piano straordinario e zeppo di miliardi per la ricostruzione post-pandemica dell’Europa, di riformare il Mes, di approvare il bilancio pluriennale, di tenere dentro i paesi recalcitranti alle regole sullo stato di diritto, di sancire l’impegnativo accordo europeo per gli obiettivi comuni con cui si ritiene di ottenere effetti sul clima. Insomma tantissime cose e tutte di grande rilievo. Nel bel mezzo della sua relazione a mezzo conferenza stampa su questa giornata storica gli arriva una domanda sui venti di crisi italiani, sulle prese di posizione e le polemiche interne alla maggioranza. Andate a sentirla se volete dalle parti del minuto 19 della registrazione qui riportata. Dov’è l’aspetto interessante? Be’, a memoria di cronista, nel 90% dei casi (e il 10% restante riguardava situazioni talmente mature da renderle non più evitabili e quindi c’era obbligo di risposta, ma mai data dal microfono ufficiale e sempre affidata alla classica battuta a mezza bocca nella selva dei microfoni dopo che si era lasciato il palco ufficiale della conferenza stampa) a domande del genere un presidente del consiglio avrebbe risposto che era lì per la politica europea e avrebbe guardato con disprezzo il cronista che chiedeva cose di politica interna liquidandolo con un no-comment. Invece Conte risponde e lo fa con un misto di furbizia e candore. Perché dice una cosa forte, quando esordisce parlando di “istanze anche molto critiche per le quali dobbiamo capire cosa e quali obiettivi nascondono”. E poi, dopo questa frase in cui adombra in modo quasi naif chissà quali retroscena eccolo, sentite qualche secondo dopo, a prendere l’impegno di ascoltare e incontrare tutti i portatori delle “istanze anche molto critiche”. A questa risposta si è arrivati dopo l’intervista di Matteo Renzi al Pais con nuova evocazione delle condizioni per la crisi e per guardare a un altro governo da formare in parlamento, e dopo le risposte a Renzi sia da parte di Nicola Zingaretti, contrario a certe intemerate, e di Alfonso Buonafede invece inutilmente aggressivo e liquidatorio nei riguardi del leader di Iv. Prima di tutto questo il presidente Sergio Mattarella aveva parlato di innovazione, pandemia e responsabilità di chi governa e dei cittadini. Un discorso più ampio, evidentemente, ma provate a mettere in relazione le sue parole, ad esempio quando chiede “serietà e unità” o mette in guardia contro il pericolo dei nazionalismi, con i risultati del consiglio europeo e con ciò che ne consegue in Italia. 

 

Le tre "cose" principali 

Fatto #1 

L’assoluzione definitiva per Calogero Mannino, processato nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta trattativa stato-mafia, porta a smontare altri pezzi della strategia più mediatica che giudiziaria per la verità con cui una parte della magistratura siciliana aveva preso un ruolo preponderante e aveva fissato l’agenda politica del paese. Domani le spiegazioni dettagliate sul Foglio, intanto cominciate a parlarne a cena.  

 

Fatto #2 

Per l’Ilva di stato il ministro Roberto Gualtieri non spreca aggettivi eccessivi, si accontenta di un “soddisfacente”, ma tiene il punto su un accordo che dà luogo a molte critiche da tecnici ed esperti ma che non sta ricevendo invece altrettante contestazioni da politici. Anche l’opposizione sembra intenzionata ad accettare questa soluzione che, per la politica, almeno ha il merito di risolvere il problema immediato, sia pure a caro prezzo. C’è Carlo Calenda a protestare e a ricordare un dossier da lui seguito da ministro immaginando ben altri esiti e c’è, a metà tra politica e parere tecnico, il giudizio di Marco Bentivogli. Sul passato ha ragione Chicco Testa

 

Fatto #3 

La versione di Ursula (diffusa dall’ambasciatore dell’Ue presso Uk) e una buona sintesi dell’incastro totale in cui la politica inglese si è messa con la (impossibile) Brexit. Intanto Boris Johnson fa una figuraccia, chiedendo di trattare con Angela Merkel e Emmanuel Macron, che lo rispediscono a parlare con la commissione senza prenderlo in considerazione e più tardi deve ammettere che la trattativa è bloccata e non si come procedere. Prova a cavarsela citando l’espressione eufemistica usata per la mancanza di accordo e cioè un’intesa come quella che regola i rapporti tra Uk e Australia. Ma è solo un pietoso abbellimento di una situazione ingestibile. Con l’Australia gli inglesi hanno un accordo commerciale minimo, basato sul fatto che nessuno dei due è un mercato rilevante per l’altro. Mentre gli australiani hanno intese di libero scambio o quasi con vari paesi asiatici. L’assurdo della scelta britannica è nell’abbandonare un’intesa di libero scambio con l’Ue e cioè con il mercato più ricco del mondo, per cercarne invece in posti lontani. E la geografia, ovvero i rapporti di vicinato tra paesi, continuano a contare nel commercio mondiale, malgrado tutto quello che si può pensare sulla forza della globalizzazione. 

 

Oggi in pillole 

  • La situazione europea della pandemia si fa più preoccupante per il grave focolaio nuovamente attivo in Germania, dove i numeri sono specialmente gravi, mentre gli altri paesi vedono un rallentamento ancora lento.
  • Un caso di falsa positività e ora tutto a posto e paura passata per la ministra Luciana Lamorgese e chi le era vicino.
  • La Nbc sull’America trumpiana che ha rinunciato (mesi fa) a combattere il Covid e ora ne avrà conseguenze terribili.
  • E Donald Trump mentre si disinteressava delle questioni serie legate alla pandemia si dedicava a raccomandare, chissà perché, l’idrossiclorochina. A tratti la sua era sembrava una fissazione. Facendo poi scuola anche qui da noi e ottenendo l’attenzione, anche in questo caso piuttosto ossessiva, di Matteo Salvini per la faccenda. Poi è successo che il consiglio di stato ha stabilito che un medico, volendo, può prescrivere questo farmaco anche a pazienti Covid, ma che non sarà rimborsabile. Un modo per dire che la libertà del medico resta tutelata ma che lo stato non vuole avere a che fare con prescrizioni discutibili. E allora ecco risvegliata l’ossessione salviniana per il farmaco e per vestire i panni di quello che prescrive cure. Tra l’altro nei giorni scorsi l’idrossiclorochina era stata anche indicata come portatrice di pesanti effetti collaterali, ma, in ogni caso, che gliene importa a Salvini e che ne sa?
  • L’industria, nel suo insieme, tiene botta anche nel primo mese del temutissimo ultimo trimestre.
  • E le imprese che invece spariscono.
  • Forse ci siamo buttati in troppi a registrarci per il cashback e la popolarissima idea (avversata solo da Meloni e Salvini) sta superando il numero previsto di aderenti e il rischio è il razionamento dei rimborsi, e sarebbe una beffa.
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