Di cosa parlare stasera a cena
Il terremoto in Croazia e i dati sull'opposizione al vaccino
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Qui le cose sembrano difficili da capire. La prima constatazione di questa tendenza è di qualche giorno fa. Ma si faceva affidamento sulla resipiscenza e magari su qualche enfasi giornalistica eccessiva, da cui poi si sarebbe usciti tornando verso la normalità. Invece arrivano conferme e anche indicazioni peggiorative rispetto alle prime stime, perché a non volersi vaccinare sono in numero sproporzionatamente alto proprio coloro che lavorano nei punti nevralgici del contrasto al Covid. Questo atteggiamento, questi convincimenti anti-scientifici e anche anti-umanitari, generano più di un dubbio sull’intera vicenda che ha riguardato e sta riguardando tragicamente le residenze sanitarie assistite in Italia. Le cronache dell’inizio della pandemia avevano già raccontato di tanti casi di quella che perlomeno era sciatteria con cui non solo i dirigenti ma anche i dipendenti avevano affrontato i primi pericoli di contagio. Si raccontava di scarso uso delle protezioni, di imprudenza e disinteresse per le condizioni degli anziani. Ora i dati sull’opposizione al vaccino sembrano confermare proprio certi timori. Questo è un caso specifico e non fa testo per tutti, ma colpisce per la quantità di no-vax.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Questi episodi però portano anche a conseguenze politiche. Tra le quali spicca l’effetto che sta avendo sull’elettorato dei 5 stelle la svolta vaccinista dei loro leader. Il partito che aveva in Paola Taverna una battagliera esponente del contrasto ai vaccini e all’industria farmaceutica, e per questo la parlamentare era molto apprezzata nei forum grillini, è diventato invece un sostenitore ottimista e fiducioso della campagna vaccinale per liberare l’Italia dal pericolo del coronavirus. Ma resta nella base una componente novax, forse più vociante che numericamente forte, dalla quale sono partito attacchi e insulti alla dirigenza 5 stelle. Roba che non si può ricucire e che ha però conseguenze politiche, perché via via i vertici grillini devono adattarsi a un ruolo più politicamente sensato e inevitabilmente diventano qualcosa di simile a abbozzo di partito centrista (perché smussando resta quello, non perché ci sia una serie riflessione sul moderatismo). E questo favorisce aggregazioni e alleanze, rendendo, in nome dei vaccini, possibile quel patto stabile con Pd e Leu di cui si è detto in questi giorni. E c’è anche, prima o poi, un senso elettorale in tutto questo. Perché il posizionamento originale, tra residui di anti-politica e uno strambo centrismo, può dare qualche sbocco elettorale a ciò che resterà del 30% grillino del 2016 e può farlo, contrariamente a ciò che si legge spesso in giro, senza sottrarre voti a Pd e Leu. Fin qui è cronaca di ciò che è successo a partire dal post di Vito Crimi del 27 dicembre in cui si parlava con toni di grande soddisfazione dell’avvio delle vaccinazioni. Dopo, e finora, il dibattito interno è proseguito, in modo meno visibile. Ma continuando a svolgere la sua funzione di setaccio, tagliando fuori i novax e favorendo, di passaggio, anche la formazione di un’area definita di consenso a favore della linea governista e quindi, in prospettiva, a favore della trasformazione di Giuseppe Conte in stabile leader di ciò che diventeranno i 5 stelle. Un takeover che avrebbe qualcosa di politicamente molto gustoso. E giustamente un contiano come Federico D’Incà prende anche pubblicamente le difese della infermiera, vaccinata nel primissimo turno e mostrata con nome e cognome sui giornali, e perciò fatta oggetto di un’orrenda campagna di odio online da parte di gruppo anti-vaccinisti. Non è solo una difesa quella del ministro ma anche un contrattacco e proprio contro quelle posizioni novax che, fino a qualche tempo fa, albergavano copiosamente nel movimento 5 stelle (è di pochi giorni fa un post ancora piuttosto ambiguo e allusivo firmato da Beppe Grillo). Allora l’infermiera da, giustamente, difendere diventa anche il simbolo di questa sfida interna, che, ripetiamo, è anche sfida politica.
Fatto #2
Il terremoto che ha colpito la Croazia, seguiranno altri aggiornamenti. Anche la nostra protezione civile, come è prassi, è subito intervenuta.
Fatto #3
Ieri la giornatona di Matteo Renzi e Iv, poi c’è sempre il giorno dopo, si valutano reazioni, risultati, e si sceglie come prendere posizione. Il tono sembra meno combattivo, ma attenzione sempre al colpo a sorpresa. Si direbbe, però, che il redde rationem più volte (anzi mille volte) evocato e quasi auspicato, soprattutto tra retroscena e commenti dei quotidiani, sia leggermente rinviato. E se si arriva a gennaio inoltrato e il recovery plan ha preso forma (la sostanza già c’è) e la distribuzione dei vaccini ha preso ritmo, be’, a quel punto, parlare di crisi sarebbe meno facile.
Oggi in pillole
- Luigi Di Maio può dire che un gruppo di lavoratori marittimi italiani bloccati da tempo in Cina (ma destinatari di minore copertura mediatica rispetto a vicende simili) ora tornano in Italia. Sono cose che si sbloccano sempre e solo per via diplomatica.
- Ci eravamo lasciati con tante partite industriali aperte e ci ritroveremo, nel 2021, con le stesse partite e sempre aperte.
- Rubiamo il tema da newsletter accanto, ma questo accordo in vista tra Ue e Cina ha un peso che potrebbe perfino arrivare alle nostre cene. Ma fatti documentati come quello qui sotto rappresentano forti ragioni per rimettere in discussione l’accordo.
- Guardatevi un po’ di Lapponia, senza Babbo Natale.