(foto LaPresse)

Di cosa parlare stasera a cena

La crisi s'è avvitata lungo il sentiero europeo

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Forse c’è qualche ritrosia a spiegare che il sentiero lungo il quale ci siamo avviati è quello europeo, con le sue regole e i segnali di pericolo per chi lascia il percorso battuto. C’è il comprensibile riflesso condizionato di gruppi politici, come i 5 stelle, nati proprio su un marketing elettorale anti-europeo. Ma le cose stanno prendendo rapidamente una piega che forse non è pienamente colta neppure da tutti i componenti della maggioranza di governo. Oggi è stato il vicepresidente della commissione Valdis Dombrovskis a intervenire, evidentemente riportando l’orientamento della maggioranza dell’Ecofin, sulla crisi italiana, chiedendo che l’instabilità politica dell’Italia non metta a rischio il piano di ricostruzione. E’ l’altra faccia del primo esperimento di condivisione dei rischi di emissione del debito e delle garanzie comuni sull’indebitamento, già esistenti in modo indiretto (perché l’Italia beneficia comunque dell’appartenenza all’Ue, anche quando emette titoli sovrani e il cui corrispettivo va a coprire esigenze finanziarie nazionali) e rafforzate con il piano Next generation Eu e in modo ancora più marcato con il progetto Sure. La preoccupazione per l’instabilità non deve essere letta come un banale sostegno al governo in carica. Dombrovskis ha ricordato, di passaggio, che l’Italia è il principale beneficiario del piano europeo. Normalmente sarebbe una gentilezza ricordarlo, sarebbero, quelle del vicepresidente della commissione, parole utili a Giuseppe Conte per andare a rimarcare nell’aula del senato quanto si sia battuto in Europa e quanto sia riuscito a ottenere. Conte lo ha fatto, certo, e i richiami all’Europa e la chiamata agli europeisti sono stati forse più frequenti che in qualunque suo precedente intervento pubblico. Ma serve ancora un po’ di chiarezza. 

 

Le tre "cose" principali 

Fatto #1 

Stasera, proprio a ora di cena, il voto del Senato. Il governo andrà avanti, come è certo ormai con l’astensione di Iv, e comincerà una specie di doppia o tripla partita, per recuperare i renziani, per riacchiappare i centristi del centro-sinistra, per calamitare i centristi del centro-destra. Gli strumenti ci sono e Giuseppe Conte ha già cominciato a mostrare l’armamentario. Ieri il riferimento alla legge elettorale proporzionale, ulteriormente specificato stamattina dicendo che si dovrà anche avere attenzione al criterio della massima capacità di rappresentanza, e oggi un altro accenno importante, quello alle grandi opere pubbliche da finanziare con il Recovery plan e a quelle già avviate con il bilancio del 2020, comunque fortemente espansivo. Anche se lo stesso presidente del Consiglio, per poter dire che gli investimenti in cantieri sono aumentati (da 39,4 a 42,3 miliardi euro), ha potuto citare solo lavori passati per Anas e Ferrovie, mostrando quindi che mentre il grande gruppo stradale e ferroviario, un unico agglomerato da quando le due realtà sono state accorpate, funziona e riesce a portare a realizzazione la maggior parte dei progetti, il resto della capacità di investimento in opere pubbliche è tuttora molto in difficoltà. E proprio lo sblocco delle opere extra Anas/Fs sarebbe una delle riforme da mettere nel programma politico in cerca di nuovi sostenitori. 

 

Fatto #2 

L’Europa, dopo la frenata di Pfizer, torna a fissare gli obiettivi della politica comune di vaccinazione. E sono traguardi che richiederanno grande impegno, che, come si è capito, è soprattutto in capo alla commissione, cui spetta il compito di trattare con le aziende e acquistare a nome di tutti i paesi dell’Ue. Perché la parte realizzativa, di cui inizialmente si temeva molto la difficoltà, si è dimostrata invece gestibile con un po’ di buona organizzazione, ma l’interruzione del flusso di consegne ha costretto tutti a rallentare. Mentre arrivano aggiornamenti, con un po’ di delusione, sugli effetti della campagna vaccinale in Israele (come diciamo da giorni vale come test per tutti, perché in Israele le vaccinazioni di massa sono partite prima). 

 

Fatto #3 

 

Qui si è notato più volte che in autunno, malgrado il ritorno delle restrizioni in Italia e nel mondo, l’economia italiana ha dato più di un segnale di forza. Il dato di oggi sull’export va ad aumentare la lista. E’ di certo rilevante aver aumentato le quote di mercato pur in una fase di commercio mondiale compresso dalla crisi sanitaria. 

 

Oggi in pillole 

- Il programma dell’inauguration day Biden/Harris.

- Il pallone gonfiato che seguiva Trump come una specie di volante protesta e presa in giro finirà la sua carriera al British Museum.

- E se l’attacco a Capitol Hill fosse stato l’emersione di un mondo che da anni cerca di farsi notare online? Cosa potremmo capire da questa tesi.

- Usi alternativi delle mascherine e franchi fischiatori.

- Oggi Carlos Tavares, l’amministratore delegato di Stellantis, ha dato le prime indicazioni dal posto di comando del gruppo nato dall’integrazione tra Fca e Psa e lo ha fatto con lo sguardo specialmente concentrato sull’Italia.

- Il commercio è il settore più esposto e quello che più ha da recriminare dalla crisi sanitaria, ma va dato atto alle organizzazioni maggiormente rappresentative di aver saputo tenere aperto il dialogo con il governo senza cedere alle tentazioni forconiste.

- C’era qualche speranza per la liberazione di Patrick Zaky, ma con la decisione di oggi viene prolungata la detenzione, con un nuovo vergognoso e ingiusto accanimento verso lo studente dell’università di Bologna.

- L’Egitto va avanti, economicamente, con una specie di Iri.

- La dieta energetica dei buchi neri.

- La vita di Emanuele Macaluso, il suo impegno politico, la sua intelligenza appassionata. E un suo libro sul Pci la cui uscita era programmata per i prossimi giorni.

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