Arriva Draghi. È ora per tutti di prendere partito
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Improvvisamente bisogna prendere partito. La scelta taglia un po’ tutti gli schieramenti. Con un inedito bipolarismo (pro o contro Draghi, per dirla un po’ all’ingrosso, anche se ci sono sfumature di contrarietà e di sostegno) interno a ciascun gruppo politico. Più visibile e sguaiata la divisione interna dei 5 stelle, più sfumata quella del Pd, in cui si avverte, nello sfondo del dibattito interno, l’ansia di posizionamento di alcuni big, quasi carbonara con tendenza però più a sfavore di Draghi quella leghista, più alla luce del sole e con tendenza favorevole a Draghi la linea di faglia di Forza Italia. Forse Fratelli d’Italia resta indenne dal bipolarismo draghiano, ma non è un merito, e probabilmente sceglierà l’astensione.
Mario Draghi sembra muoversi con tranquillità e anche con una certa fiduciosa aspettativa tra queste linee di faglia. È importante che, come detto al Quirinale, intenda condurre consultazioni secondo le normali procedure e quindi confrontarsi con i partiti e i gruppi parlamentari su programmi e obiettivi del governo. Ha aggiunto anche le forze sociali, pensando già al dopo consultazioni evidentemente. Prendere partito imporrà anche di accettare con convinzione il portato politico di Next generation Eu, perché Draghi sembra naturalmente destinato a far derivare la disponibilità finanziaria aggiuntiva dalla precedente attuazione o promozione delle opportune riforme e della riorganizzazione della pubblica amministrazione (che conosce direttamente solo in quella che è la nicchia più efficiente da decenni e cioè la direzione generale del tesoro) e della giustizia.
Le tre "cose" principali
#1
Matteo Salvini nel prendere posizione a nome dell’intero centro-destra, dopo la riunione tra i vari partiti, ci mette un po’ di cafonaggine sua e lo fa con la premessa ironica “siamo persone educate”. Lo chiama professor Draghi, mentre si dice disponibile a vedere il programma di governo insiste più volte sull’idea che la via maestra sono le elezioni (e lo ribadisce nello slogan sulla mascherina). Crea subito problemi a una maggioranza che dovrebbe includere anche ampie parti di quella uscente, perché ne attacca le scelte fatte e i provvedimenti più noti. Propone poi impossibili mosse sul fisco oltre a tirar fuori pretese complicate sulla giustizia. Concede di non avere pregiudizi, su una persona cui riconosce l’alto livello
Ma nel centrodestra la linea di divisione è già evidente, taglia i gruppi e l’aggregato (il famoso centrodestra unito mostrato con le consultazioni fatte tutti assieme), con l’eccezione già citata dei tetragoni pro-elezioni di FdI. Interessante la frattura leghista (però attenzione a non sopravvalutare, come fatto in passato, l’attitudine all’indipendenza di Giancarlo Giorgetti, che però ha tenuto qualche canale di dialogo con Draghi ben prima degli ultimi sviluppi), ma per ora ben gestita da Matteo Salvini con l’artificio politico abusato ma sempre efficace, quello di “partire dai programmi e dalle cose concrete”. Metodo usato anche da Forza Italia, con Antonio Tajani.
#2
Il Pd cerca di conservare la sua strategia politica, quella che stava alla base del governo Conte, anche durante questo frangente. Il progetto è quello di mantenere un coordinamento del proprio gruppo parlamentare assieme a quelli di LeU e 5 stelle e di mantenere qualche forma di iniziativa politica comune anche fuori dal parlamento. Per continuare un’esperienza spiegata da Goffredo Bettini in una lunga nota su Fb. Nella variante Dario Franceschini questa idea di continuità strategica e politica diventa un appello ai 5 stelle perché sostengano Draghi assieme al Pd, quindi c’è un passo in più e un maggiore intento favorevole rispetto al governo che potrebbe nascere. Mentre Giuseppe Conte nega di essere intenzionato ad accettare un incarico ministeriale nel governo Draghi e lo fa rivolgendosi direttamente ai 5 stelle e dicendo che non intende “tradire” il mandato del movimento.
#3
Dosatelo meglio e AstraZeneca va come un treno. Però c’è anche una notizia nella direzione opposta, perché l’autorità svizzera non ha dato l’autorizzazione a causa di dati ancora ritenuti insufficienti
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