(foto Ansa)

Di cosa parlare stasera a cena

Il governo Draghi come un super governo Conte

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Chiacchierando confusamente a cena si possono dire stupidaggini o intuire cose che sfuggono alle riflessioni più ordinate. E qui tentiamo di cogliere la seconda possibilità con, appunto, un tentativo non proprio di ragionamento ma di intuizione, quasi di sensazione. E quello che viene in mente, così senza ordine, è che sembra di veder nascere l’embrione di qualcosa di più stabile di un semplice governo di emergenza e semi-tecnico. Mentre ci godiamo la nota del Quirinale in cui si esprime “moderato ottimismo” per gli sviluppi delle consultazioni. Perché Mario Draghi - e qui dal Quirinale torniamo alle nostre cene - ha forza e prestigio in proprio, e questo si sapeva, ma soprattutto perché la contingenza politica si sta apparecchiando in un modo specialmente interessante. Tra i tentennamenti salviniani, mi astengo, mi astengucchio, mi astenghino, mi astengo e intanto parlo padano, voto contrino e però prima gli italiani,  (e comunque, poverino, Salvini è anche un po’ chiamato ad impossibilia) e la testuggine romana meloniana, tutta la destra populista e quella per l’ordine e la disciplina è messa, fortunatamente, fuori gioco o quasi. Ieri parlavamo di faglie che tagliano tutti i partiti meno i Fratelli d’Italia. E vale ancora, perché dalla Lega potrebbe anche fuggire qualche aspirante europeista. Mentre Forza Italia è splendidamente draghiana, tranne forse per i suoi membri che avevano il cuore a destra, come sono draghiani tutti i pezzetti del velleitarismo centrista/liberale e forse si acquieteranno per un po’. Mentre il Pd sta recuperando il suo ruolo di forza tranquilla e governista, con la convergenza dell’anima franceschiniana con quella zingarettiana, anche perché finiscono i sospetti sugli eccessi di contismo e di grillismo. E LeU si gestisce la sua presenza politica tenendosi aperte le possibili convergenze future ma senza mollare il suo spazio elettorale.
 
Ma soprattutto sono i 5 stelle a offrire lo spettacolo edificante di un contorcimento ideologico e politico a fin di governo, di Europa vissuta davvero, di politica. Oggi fioccavano le dichiarazioni di grillini disponibili, entristi, quasi entusiasti. Per loro si tratta, dopo aver frequentato con profitto il corso in “Liberalismo, rappresentanza democratica e politiche europee 1” di cominciare, con Draghi, quello in “Liberalismo, rappresentanza democratica e politiche europee 2”. Mentre l’operazione Carelli (dal parlamentare Emilio) prende un senso come sponda a destra del grillismo. Si delinea una specie di Conte al cubo invece di Conte ter, intendendone la maggioranza e non il nome del premier. Quello di Draghi diventa ora dopo ora (sempre stando alle nostre intuizioni per cena, già un po’ agitate dall’aperitivo) una specie di super governo Conte, con innesti potenti, come se uno comprasse mezza Juventus al mercato di gennaio, e una straordinaria iniezione di credibilità, e con un allargamento del consenso parlamentare, se proprio non volete chiamarla maggioranza in senso organico, che dà certezze e anche utili indicazioni programmatiche. Fino a offrire, e qui l’intuizione comincia a perdersi un po’ nelle nebbie del futuro, persino, un domani, nel 2023, un percorso elettorale,  con cui chi ha sostenuto Draghi può avere qualcosa da dire per chiedere voti ai cittadini. O meglio una serie di percorsi, perché i 5 stelle potranno tentare (qui ci siamo chiesti più volte come avrebbero risolto questo dilemma) di presentarsi come europeisti, responsabili ma mantenendo la loro immagine venata di populismo (sotto elezioni un po’ ci vuole). Il Pd come una specie di partitone che tiene insieme interessi e rappresentanze diverse ma che ha riferimenti chiari in una moderna socialdemocrazia, l’asse del centro-sinistra e il nerbo del governo Draghi, mica male. Il tutto, va riconosciuto, con una certa eleganza nei riguardi di Giuseppe Conte, con cui il Pd sta mantenendo rapporti e creando anche qualcosa per il futuro. Ah, c’è anche Iv. Per Renzi, artefice superato in corsa dai nuovi sostenitori di Draghi, servirà, come sempre, uno sforzo maggiore di reinvenzione. Attendiamo fiduciosi di vederlo all’opera per le prossime cene. Prendiamo una citazione da Twitter a condimento di tutto ciò. 
 

E per gli appassionati prendiamo il calendario delle consultazioni

 

Le tre "cose" principali 

 Fatto #1

Perché oggi è stata anche un po’ la giornata di Conte. Capace di interpretare bene il ruolo di uscente e di fare politicamente spazio al nuovo assetto, conservando la sua funzione di punto di raccordo e di equilibrio tra LeU, Pd e 5 stelle (una specie di subgoverno nel governo o di nocciolo duro della maggioranza, come preferite). Nelle sue parole la richiesta di continuare l’esperienza politica del governo uscente e anche di conservarne i punti di riferimento, rivolta agli “amici della coalizione”. La legittima difesa della sua attività e un viatico per Draghi. E la difesa anche del suo presente, quando dice “qualcuno mi descrive come un ostacolo al governo nascente, ma evidentemente non mi conosce o parla in malafede. I sabotatori vanno cercati altrove”. Frasi con cui si prepara anche al ruolo di anti-sabotatore e quindi, a voler dar retta a una certa narrazione, a continuare la sua sotterranea sfida con Renzi. E dice agli “amici del movimento” che lui c’è e ci sarà. Entusiasmo, comprensibile, da LeU

 

Fatto #2 

Il centrodestra va alle consultazioni con le care, vecchie, delegazioni separate. Sarà Berlusconi a guidare la delegazione di Forza Italia. Draghi scompagina molto più da quelle parti. Ed ecco, appunto, come si diceva, la controprova. Più interessanti le posizioni delle staffette draghiane di Forza Italia. Limpida la voce di Mara Carfagna, che ironizza sui contorcimenti degli altri nel centrodestra e parla di scelta “fin troppo semplice”. Mentre Maria Stella Gelmini dice che Silvio Berlusconi è favore al sostegno al governo Draghi. 

 

Fatto #3

Be’ visto chi c’è al governo facciamo un servizio utile ai nostri lettori con maggiori responsabilità, e anche a quelli che puntano solo alle chiacchiere a cena, favorendo la lettura del bollettino della Bce uscito oggi. Tra le varie considerazioni qualcosa che tocca direttamente l’Italia e uno dei settori che sono stati colpiti di più, quello dei viaggi e del turismo, protagonista, suo malgrado, di un fenomeno di deflazione da cui si può uscire fuori solo con molto accorte politiche pubbliche (non si tratta solo di dare sostegni e sussidi). 

 

Oggi in pillole 

- Spread sotto a 100, non succedeva dal 2015.

- Ancora qualche mese duro davanti per l’economia e per la società americana, dice Janet Yellen, segretario al tesoro dell’amministrazione Biden.

- I misteri delle lentezze vaccinali.

- I dati sui tumori.

- C’è Sanremo, con mille precauzioni, ma si fa.

- E si torna a sciare, ma, fino a nuove indicazioni, solo nella propria regione. A proposito a cena potete giocare a trovare le uniche regioni italiane senza piste e impianti da sci. Qui, in modo sommario, si direbbe solo la Puglia, però controllate. In Sicilia e in Sardegna, per i dubbiosi, le piste ci sono.

- Maryam McCartney, figlia di Paul, fotografa piatti di spaghetti al pomodoro.

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