ANSA/PASQUALE BOVE

Di cosa parlare stasera a cena

Il nuovo piano pandemico (e politico) di Mario Draghi

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Si comincia a capire qual è la portata del progetto di Mario Draghi e dell’indicazione fondamentale ricevuta da Sergio Mattarella. Ai tre grandi capitoli di riforma indicati ieri (giustizia, fisco e pubblica amministrazione) si aggiungono, con le consultazioni di oggi, le prime possibili decisioni sui problemi che premono in modo immediato, e anche in questo ambito c’è l’intenzione di cambiare il modo di affrontare la pandemia, per dare risposte più veloci ed efficaci. Il senso generale di tutto il piano è che grazie al consenso ampio e all’accantonamento delle posizioni più polemiche si riuscirebbe, nel tempo che arriva alla fine della legislatura, a trasformare il campo di gioco in cui poi il confronto politico potrebbe ripartire su nuove basi. Forse è qui la chiave del consenso arrivato un po’ magicamente da fronti tra loro lontanissimi. Non c’è dubbio che si tratti di un’operazione politica e non tecnica, ma consente a tutti di fare quel reset di cui oggi si parlava sul Foglio ma avendo, si spera, poi a disposizione una macchina dello stato in grado di camminare. Perché l’effetto congiunto dei tempi della giustizia, di alcuni reati bloccanti ma evanescenti (come l’abuso d’ufficio e il traffico di influenze), delle inefficienze della pubblica amministrazione, impedisce, in ultima analisi, di governare e, per i politici più moralmente disinvolti, dà un’ottima scusa per non realizzare nulla e tirare comunque avanti. E intanto aspettiamo, per ora di cena, il voto al parlamento europeo dei leghisti, perché potrebbe essere l’occasione per dimostrare fattivamente il cambio di linea, votando a favore delle regole del nuovo statuto del Mes sanitario. Decisione che viene facilitata perché, vedete più avanti, l’uso dello strumento finanziario di emergenza è improvvisamente diventato meno rilevante e urgente nella contesa politica italiana. Condiamo il tutto con un po’ di dati sulla fiducia in Draghi, per ora, da parte degli elettori dei vari partiti. Ma, scendendo dall’empireo per passare ai fatti correnti c’è la protesta dei navigator a rappresentare, per Draghi, un esempio delle politiche un po’ raffazzonate che deve ricondurre a logica.

 

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Oggi tutte le consultazioni con i gruppi politici principali per Draghi e ulteriore approfondimento degli obiettivi programmatici. I 5 stelle sono un po’ frenati dall’attesa del voto su Rousseau e finiscono per ripetere le cose del primo giro. Più sostanzioso il confronto tra Draghi e Nicola Zingaretti. Il segretario del Pd (mentre rinviava il tema del congresso, definendolo ora come ora una richiesta da marziani) ha chiesto a Draghi di promuovere quelle riforme su cui invano aveva richiamato l’attenzione del governo già dalla metà di questa estate. Si tratta del pacchetto che comprende la legge elettorale proporzionale, le modifiche ai collegi per adeguarli alla riduzione dei parlamentari, e per questa stessa ragione le nuove regole costituzionali per equilibrare il rapporto tra governo e parlamento e tra le due camere. Ma se l’interesse del segretario del Pd per questi temi è perfettamente comprensibile e anche fondato, forse sarebbe però più indicata una iniziativa parlamentare (con il sostegno eventuale del governo) per favorirne l’approvazione. Perché il cambio delle regole istituzionali e le modifiche alla costituzione non sembrano proprio obiettivi adatti alla cassetta degli attrezzi a disposizione di Draghi. Si vedrà comunque se quella del segretario Pd era una richiesta di impegno diretto del presidente del consiglio o una semplice comunicazione dell’intenzione di prendere l’iniziativa su questi temi. Per il resto il sostegno è ribadito e forte. Mentre un altro tema politico non di stretta rilevanza per il programma di governo viene toccato da Zingaretti quando ribadisce che l’intesa con i 5 stelle resta strategica per il suo partito e che mai più il Pd deve essere isolato (il riferimento è alla fine della segreteria Renzi e alla chiusura di tutti i canali di comunicazione e di intesa con gli altri partiti e le altre sensibilità politiche). Matteo Salvini fa buon viso anche alla sepoltura di un’altra sua bandiera, quella flat tax non realizzabile ma ottima in campagna elettorale. Draghi la ha esclusa, in modo chiaro. Le consultazioni comunque contano anche molto come rappresentazione e Claudio Cerasa si diverte da matti. Appunto, oggi un arrivo a Roma pienamente presidenziale, con discesa dalla scaletta dell’aereo, e Silvio Berlusconi, al secondo giro, quello di merito, ha guidato Forza Italia da Draghi.

 

   

 

Intanto il Mes scalda meno gli animi. Sì è possibile che il movimento 5 stelle chieda esplicitamente di non usarlo né ora né mai, ma c’è anche Luigi Marattin di Iv, quindi del partito che più ne aveva chiesto l’adozione, che, commentando un tweet di Guido Crosetto (di FdI) ribadisce che, fatti due conti, con i tassi di interesse determinati dalla ritrovata fiducia sui mercati internazionali la necessità del Mes diventa molto, ma molto, minore (insomma, non se ne parlerà più)

 

Fatto #2

Draghi intende cambiare, per favorire la ripresa in pieno dell’insegnamento, i tempi e i modi delle vaccinazioni, per dare copertura nel tempo più breve possibili al personale scolastico e ai docenti, mentre si prevedono tamponi di massa per gli studenti. Unendo queste misure a una maggiore attenzione sia all’areazione sia agli orari, oltre al trasporto pubblico, è possibile immaginare il ritorno in classe per tutti e in modo stabile dalla metà di marzo. Mentre resta l’idea di allungare la durata dell’anno scolastico per recuperare comunque le giornate perdute. Intanto però a cambiare è anche il calendario delle vaccinazioni secondo le decisioni di chi sta ora gestendo la campagna. Non è detto che sia in contraddizione con la possibile accelerazione sui lavoratori della scuola, ma certamente ci sono novità importanti, perché il criterio prevalente diventa la copertura delle persone più vulnerabili e non solo per l’età.

 

Fatto #3

La vita di Franco Marini.

 

 

Oggi in pillole

I fronti caldi del mondo:

- La Russia

- La Birmania/Myanmar (vista da Hong Kong)

Ecco, appunto, qualche questione più generale e certamente più complessa. Per capire come i tempi siano eccezionali e molte posizioni ortodosse tra gli economisti siano messe in discussione, questa analisi del Nyt mostra anche come le indicazioni date da Draghi prima di ricevere l’incarico, anche molto prima, con la lettera al Financial Times, siano in linea con il dibattito mondiale e rappresentino anche per lui un passaggio dalla classica impostazione che è stata alla base della costruzione europea a qualcosa di più avanzato, come ha cominciato a far capire parlando di bilancio comune europeo.

- Il Cenacolo e l’anestesista

- Amadeus rivede le sue posizioni più dure sull’obbligo di pubblico al Festival, è il Salvini dell’Ariston che accetta di ammorbidire la linea per il bene del paese.