Poi scopriamo che nell’Italia urlante o insultante, dove volano pigre e ripetitive offese e producono ridondanti espressioni di solidarietà, esistono persone come l’ambasciatore Luca Attanasio. E che si può essere uccisi per proteggerlo, per proteggersi gli uni con gli altri, ma senza i mezzi adeguati, come succede quando, non facendo male a nessuno e anzi facendo molto bene, ci si sente sicuri e si pensa che sì noi ci portiamo un po’ di armi per difenderci ma tanto non le useremo, e le forze preponderanti, e basta poco per esserlo contro un mini convoglio e pochi uomini, non arriveranno. Morire, colpito per primo, perché era l’unico che avrebbe potuto contrastare l’azione degli assaltatori, come è successo al carabiniere Vittorio Iacovacci. E poi l’attacco agli altri e i colpi che hanno raggiunto l’ambasciatore.
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