di cosa parlare stasera a cena
"L'Alternativa c'è" ed è un ritorno al passato
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Come si dice, il toro per le corna, o la spiaggia per il mojito, insomma, magari non è vero che l’invito è partito da Mario Draghi, ma Matteo Salvini oggi è stato a Palazzo Chigi. E l’idea, che fosse di Draghi o che l’Infiltrato avesse deciso di fare anche l’Imbucato, era saggia, perché da qualche giorno Salvini era partito per la deriva criticona o lamentosa, che non è la deriva autoritaria ma scoccia lo stesso. Faceva, come notato bene dal Foglio di oggi, il governante e l’oppositore, e quest’ultimo con molta più veemenza. E bisogna riaprire tutto, e i ristoratori, e il turismo. Tutte ferite aperte, vero, ma lui non è il medico adatto per sanarle e cicatrizzarle. E allora, prima che la deriva criticona lo porti troppo al largo, è arrivata questa specie di miniverifica di governo, e vagliele a dire in faccia a Draghi quelle cose, vai a fare il lamentoso, ma guardandoti bene dal proporre soluzioni che non siano buone solo per andare in qualche talk show a scrollare il capo. Che poi tutti credevano che fosse lì per i sottosegretari. E questo probabilmente è vero. Salvini ha voluto smentire e, uscendo, ha detto che era lì per parlare di riaperture. Ma certamente sono vere tutte e due. Era lì per parlare di sottosegretari, e altre nomine, per tenere saldamente la rappresentanza della Lega (prima che qualcuno creda che sia stato un po’ scavalcato), ma, già che c’era, magari c’è scappata pure qualche precisazione col presidente del Consiglio sulla deriva lamentosa. Ma è vero che vuoi riaprire tutto? Be’, vedi, no, insomma, non so. Poi però su Twitter torna il leone da opposizione, pur stando al governo, di sempre. E va a cercare alleati trasversali, oppure, come si sarebbe detto in altri tempi, va a cercare le contraddizioni nel campo avverso. Draghi, comunque, oggi era in videoconferenza con interlocutori ben più interessanti di Salvini, per preparare la strategia comune europea di questa ultima fase della pandemia, con Angela Merkel, Emmanuel Macron, Ursula von der Leyen, Charles Michel e altri leader europei.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Ottime descrizioni oggi sul Foglio delle condizioni di instabilità della regione a nord est del territorio della Repubblica democratica del Congo in cui viaggiava il piccolo convoglio Onu con l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci, l’autista Mustapha Milambo. Servono a capire anche come la conduzione delle indagini non sarà facile. Intanto il presidente congolese, che si è detto costernato per l’aggressione assassina, ha fatto arrivare attraverso un suo inviato una lettera per Draghi. Anche se, a dare spiegazioni, dovranno essere anche i responsabili della locale missione dell’Onu, ovvero le persone più a conoscenza del grado di pericolosità del tragitto scelto. Vediamo anche da Famiglia Cristiana qualche cenno di storia recente di quella zona. Io dicevamo ieri come la tragica morte di Luca Attanasio ci abbia fatto scoprire il valore di un uomo così diverso dal racconto quotidiano e becero che viene fatto su chi in Italia ha successo, ottiene incarichi di responsabilità, gestisce funzioni pubbliche. Ieri abbiamo visto la qualità dell’impegno sociale della moglie dell’ambasciatore ucciso nel Kivu.
Fatto #2
Intanto, mentre Salvini va in giro a parlare di riaperture, in favore di telecamera da social network, in Lombardia la giunta leghista è alle prese con la terza ondata, che sarebbe localizzata a Brescia, e con l’istituzione di zone dall’arancione rinforzato.
Fatto #3
Notizie preoccupanti sulla diffusione della variante ritenuta in questo momento la più pericolosa, e, tra gli elementi che rafforzano la preoccupazione, c’è che a essere stato contagiato è un bambino che frequenta una scuola materna, quindi con un alto potenziale di contagio. La scuola, e questo è invece un elemento rassicurante, era stata già chiusa per precedenti casi di contagio. In Europa è prevista un’accelerazione nell’arrivo dei vaccini, si tratta in realtà di un recupero dei ritardi precedenti, ma ora bisogna essere capaci di tenere il passo accelerato imposto dalle nuove forniture. Ecco la situazione nei vari paesi, con un’osservazione, tra le altre, suscitata dalla scadente situazione nei Paesi Bassi: l’efficienza in questo caso non è funzione del reddito medio. Si consiglia la lettura dell’intero thread del bravo Jacob Kirkegaard. Intanto si adombra l’idea che i governi europei, specialmente francesi e tedeschi, ce l’avessero un po’ con l’AstraZeneca e il suo vaccino. L’indice che tenta di misurare il rigore nell’applicazione delle regole anti-pandemia e come se la cava l’Italia.
Oggi in pillole
- In Parlamento, per ora solo alla Camera come gruppo, si forma il gruppo “Alternativa c’è” formato dai 5 stelle espulsi per non aver votato la fiducia a Draghi. Curiosità: dopo aver combattuto la politica di partito rinascono come frazione scissionista con un nome scimmiottato male da qualche mozione congressuale anni 70.
- Come va l’industria in Italia (ancora una rappresentazione delle difficoltà del 2020).
- Ma l’Istat si pone anche domande più difficili (c’entrano le mezze stagioni).
- Aprite le finestre, dicono gli americani (qualcuno lo diceva anche qui, specialmente per rendere sicure le scuole), e il virus avrà filo da torcere.
- Gli inglesi, appena sentito che forse torna la possibilità di spostamenti fuori dai confini, sono andati a prenotare viaggi aerei.
- A proposito, ieri a cena ce la siamo presa con tutti i Boeing 777, ma era un errore, perché da mettere a terra e verificare sono solo quelli con motore Pratt & Whitney. L’Alitalia, ad esempio, ha i 777 con motore General Electric e non c’è nessuna ragione di allarme né dubbi sulla sicurezza.
- Cosa si può fare nella Metro di Parigi.
- La vita di Franco Cassano.