di cosa parlare stasera a cena
Sta tornando l'inflazione?
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
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Questione mondiale di cui parlavamo ieri e che comincia a manifestarsi con una certa forza, potrebbe reggere per questa cena e per quelle del fine settimana. I mercati finanziari sono percorsi da nervosismo sia perché gli indici vanno su da tempo e hanno raggiungo livelli spropositati e tutti percepiscono che non c’è tanto sostegno nell’andamento dell’economia reale, sia perché negli Stati Uniti (dove gli stimoli monetari sono partiti prima e sono stati molto ingenti e dove c’è maggiore elasticità nelle risposte del mercato) si vedono le prime manifestazioni di ritorno dell’inflazione, la cui conseguenza sarà prossimamente un molto probabile rialzo dei tassi americani. Molto probabile ma non sicuro. Ed è questa la parte interessante e anche divertente. Bisognerà tenere d’occhio le autorità monetarie internazionali, ridotte alle banche centrali di Usa, Ue, Cina e Giappone, e i luoghi di decisione dei governi.
Il G7 nasce negli anni settanta proprio per coordinare le politiche monetarie dopo che, nel 1971, per decisione unilaterale degli Usa, era finito il gold exchange standard. Che può succedere di sorprendente? Be’, le autorità monetarie e i governi potrebbero decidere che dei rischi di inflazione e anche di un po’ di inflazione vera e propria non bisogna interessarsene più di tanto. Perché ora conta solo la crescita. E per raffreddare i prezzi ci sarà tempo in futuro. Insomma, sarebbe un po’ il contrario di quanto avvenne alla fine degli anni settanta, con gli Usa partiti da soli, all’improvviso, nella battaglia contro l’inflazione e poi seguiti, per forza di cose, dal resto del mondo. Stavolta si guarda alla Federal Reserve e a Joe Biden per vedere se intendono seguire il rigore monetario anti-inflazionistico oppure no. Intanto abbiamo cominciato noi europei a stupire il mondo. Perché uno dei membri del board della Bce, per giunta una tedesca e nota come falco in politica monetaria, Isabel Schnabel, si è sbilanciata fino a dire che è ormai noto come “l’austerità non paghi nei periodi di bassa crescita, nemmeno di fronte a debiti pubblici elevati”. Insomma, conta solo la crescita e questo dovrebbe restare l’obiettivo comune delle economie mondiali. E allora le paure dei mercati finanziari? Una quota, come si diceva, è comunque fondata, perché le banche centrali potrebbero in ogni caso rialzare i tassi, malgrado gli appelli pro-crescita, ma soprattutto stanno cogliendo l’occasione per riaggiustare valori troppo slegati dal rapporto con economie colpite dalla peggiore recessione del dopoguerra. E oggi c’era un’occasione per parlarsi tra ministri dei principali paesi e banchieri centrali, grazie al G20 finanziario. Tra i temi aggiuntivi anche il trattamento fiscale delle multinazionali.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Si richiude, i colori regionali scuriscono, appaiono sparute chiazze rosse. Le notizie non sono buone e il caso della 11enne intubata e in gravi condizioni contribuisce ad aumentare l’angoscia in tutti noi per questa terza ondata. Si fa rossa la Basilicata, Piemonte, Lombardia e Marche ridiventano arancioni. Nel Lazio arriva una zona rossa a Frosinone e in Toscana a Siena. In Campania decisa di nuovo la chiusura delle scuole. La differenza è che le nuove disposizioni decorrono dal lunedì anziché dalla domenica. Il quadro generale lo dà l’Istituto superiore di sanità, nel consueto punto periodico, qui, volendo, c’è anche la conferenza stampa di oggi. Il succo è questo.
Fatto #2
Quell’ultimo sforzo di tenuta psicologica (e anche economica) che avevamo proiettato sull’intero mese di febbraio va mantenuto per un altro po’, almeno per la metà di marzo ancora. Reggiamo pensando al vaccino, e maledicendo, e arrabbiandoci. Sono sfoghi terapeutici, per sentirci meglio, ma non sono analisi attendibili o critiche fondate della strategia seguita finora. Prendiamole così, perché poi quando si va a guardare la situazione nella sua realtà le soluzioni facili spariscono e torna la definizione che aveva dato la (criticatissima, s’intende) presidente della Commissione europea, Ursula con del Leyen, parlando della campagna vaccinale: Una maratona, aveva detto, e non uno sprint. E per la maratona bisogna reggere e non pensare troppo al traguardo ma a obiettivi molto più vicini. Altrimenti succede che le critiche siano anche ingenerose, presi come siamo tutti dall’esasperazione. Il professor Roberto Burioni, ad esempio, si era scagliato contro la dirigente dell’Ue, italiana, responsabile delle negoziazioni internazionali per le forniture collettive comunitarie. Grazie a qualche precisazione le sue critiche veementi si sono ridotte. Che poi, correre per correre, coi vaccini si rischia di fare grandi errori. Ad esempio, pare che i cinesi nascondano sistematicamente i dati relativi ai loro vaccini, e che così creino problemi per la campagna mondiale. E anche per Sputnik si attendono ancora verifiche attendibili. Poi ovviamente il problema resta, assieme alla necessità di accelerare. Ma, come dicevamo ieri, si tratta di entrare in schemi di decisioni probabilistici, quindi rischiando di sbagliare. Come, ad esempio, succede adottando il certamente più veloce metodo inglese della singola vaccinazione. Tutto certamente andrà per il meglio, ma le autorità sanitarie avevano indiscutibilmente indicato la necessità di due somministrazioni. Ora bisogna scegliere e prendere responsabilità. Intanto, nello snodo fondamentale di tutta la gestione della pandemia, ovvero alla protezione civile, arriva una nuova guida con Fabrizio Curcio, nomina in continuità con varie esperienze passate del dipartimento. Sostituisce Angelo Borrelli, il cui mandato era terminato, ma nulla vietava di rinnovarlo. Insomma, è una nomina vera e propria, politica, e fatta in un momento delicatissimo. Giuliano Ferrara ne approfitta per una domanda.
Fatto #3
Giuseppe Conte a Firenze fa la lectio magistralis, parlando della sua esperienza a Palazzo Chigi e di come si è trovato a fronteggiare la necessità di tutelare la salute e l’economia. Il tono merita rispetto e non quello che si legge nelle opposte tifoserie dei social. Il retroscenista che è in voi ci cercherà le indicazioni sul futuro schieramento politico di Conte, se alla guida dei 5 stelle o se altro. Qui si risponde tranquillamente un bel vedremo e si va avanti. Poi ci sono polemiche un po’ più sciocche e preoccupanti assieme, da Fratelli d’Italia per primi si è detto che quella doveva essere una lezione universitaria e non un’occasione di propaganda politica o per un comizio. Allora, l’insegnamento universitario è criticabile, ma è libero. Altrimenti, il passo successivo alle critiche porta ad appendere sui muri delle università, come nelle fabbriche durante il fascismo, il cartello con scritto “qui non si fa politica”.
Oggi in pillole
- Emmanuel Macron ha idee. Questa sulla comunicazione governativa e il rapporto con gli influencer è brillante. Diciamo che corre più veloce della lode alla laconicità in cui ci troviamo ora in Italia.
- Donald Trump un anno fa, da leggere mimando la sua voce.
- I leader politici scozzesi (attuale e precedente first minister) litigano troppo e compromettono il tentativo di staccarsi dall’Uk e magari tentare l’adesione separata all’Ue.
- Sonde e rover si fotografano tra di loro.
- Continuerà a fare abbastanza caldo, ma con grecale se ne va la nebbia e magari arriva un grado in meno di temperatura.
- Il nostro caro Ghemon, che già tifiamo per Sanremo, allarga la cerchia dei sostenitori al televoto. Sentitelo tutto.