(foto LaPresse)

di cosa parlare stasera a cena

L'economia italiana regge l'urto (malgrado tutto)

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Giornatona vaccinale con la mossa repentina ma previstissima (strano no?) della rimozione di Domenico Arcuri dall’incarico, ingrato, di commissario per la distribuzione dei vaccini, e l’indicazione di un generale di artiglieria, Francesco Paolo Figliuolo, con grande esperienza nella logistica. Va detto che ai sicuri successi del generale, non per togliere nulla, contribuirà anche la recente determinazione della Corte costituzionale con cui è stato riconosciuto il potere pieno dell’amministrazione centrale dello stato nell’attuazione della campagna vaccinale e delle altre necessità anti-Covid, saltando le competenze regionali. Quindi per il generale si apre un terreno di (relativamente) facile manovra, anche perché è in arrivo, e forse prima del previsto, il vaccino di Johnson & Johnson, che ha il pregio di essere certamente utilizzabile con un’unica dose. Ma il punto è anche che comincia l’attività più riconoscibile, targata, firmata, del governo di Mario Draghi. In pochi giorni sono stati cambiati il capo dei servizi, con l’arrivo di Franco Gabrielli, tra poco ci sarà il nuovo capo della polizia. Cambiato anche il direttore della protezione civile, con il ritorno di Fabrizio Curcio. Governando si creano anche i primi attriti con le varie componenti della maggioranza, anche se, per comprensibili ragioni, in questo momento i più scottati sono quelli che sostenevano il governo precedente, e quindi se volete cercare mugugni dovete andare dalle parti dei 5 stelle e del Pd. Perché il problema vero è che le cose stanno nuovamente peggiorando. Il ministro Roberto Speranza ha dato cifre preoccupanti sulla ripresa della corsa dei contagi, a una velocità che potrebbe imporre nuove restrizioni. Le prossime settimane, ha detto, non saranno facili. Ma è anche vero che se le vaccinazioni, come si prevede, andranno più spedite saranno anche i partiti di maggioranza, un po’ tanti direte voi, a trarne beneficio. Intanto si dà il benvenuto al nuovo arrivato e, con stile, si ringrazia l’allontanato. Oppure, con meno stile, non si ringrazia. 

 

Le tre "cose" principali 

Fatto #1 

Comunque, ritorna uno dei temi su cui il precedente governo e la precedente maggioranza si erano trovati in grande difficoltà fino a non saper più come trovare una soluzione. Perché è comprensibile che Mario Draghi intenda tenere strettamente sotto controllo la riscrittura del Recovery plan ma è altrettanto logico che le forze politiche non vogliano lasciare tutto nelle sue mani. A maggior ragione se si tratta di un partito come il Pd che prima esprimeva il ministro dell’Economia, autore della prima bozza di piano e dei successivi aggiustamenti, dovuti alle richieste di altri gruppi di maggioranza e, in piccola parte, anche al confronto con l’allora opposizione. E che esprimeva anche un sottosegretario all’Economia, particolarmente esperto di conti pubblici, come Antonio Misiani, tra i non riconfermati nel passaggio al governo Draghi, scelta che ha sollevato più di un malumore. Ed è proprio Misiani oggi a prendere spunto da un articolo di Repubblica in cui si parla, non si può dire se con ingenuità o con perfidia, di un Draghi accentratore delle decisioni (da condividere, di fatto, con il solo Daniele Franco, cioè con il suo alter ego al ministero dell’economia) sul piano italiano per la ricostruzione. La saggezza politica consiglierebbe di coinvolgere nella scrittura del piano e nell’individuazione dei vari progetti su cui poggiarlo persone come Misiani, e gli altri e le altre come lui in tutti i partiti, creando una specie di interfaccia parlamentare fatto di esperti con cui dialogare e preparare anche una più facile ricezione parlamentare di questa grandissima operazione. E poi c’è Chiara Braga, ancora Pd, sul codice appalti. E da Forza Italia c’è Sestino Giacomoni che chiede di coinvolgere il parlamento nientemeno che sul piano vaccinale, questa richiesta ora verrà reindirizzata al generale Figliuolo. Ma se il governo si riunisce è come se lo facessero tutte le delegazioni dei partiti (si è vero, non c’è proprio sovrapposizione piena),e domani per cena ci dovrebbe essere il nuovo dpcm

 

Fatto #2 

Matteo Salvini trova invece un suo modo per essere sostenitore di Draghi, fermandosi, ovviamente, alla parte rivendicativa e aggressiva (e tipicamente maramalda) della questione, come abbiamo visto prima, ma c’è poi però un’altra possibilità, un’altra strada, molto peggiore, ed è quella non draghiana ma tutta salviniana. E allora sui vaccini, solidarizziamo subito col generale, ecco che Salvini spiattella la sua proposta magica, di facile utilizzo. Perché per il capo della Lega sarebbe troppo conciliante chiedere un semplice coinvolgimento del Parlamento e così si butta sulla sua amata autarchia, ribadendo la (impossibile) produzione vaccinale tutta nazionale. Però, appunto, la differenza con gli altri è che Salvini non è civilmente interessato a tenere d’occhio, come esponente di una forza parlamentare, quello che fa il governo, perché lui non è pro o contro Draghi, lui è oltre, o meglio altrove, nell’universo di fantasia in cui tutto ha soluzioni semplici e i vaccini si fanno in casa, con la ricetta della nonna. Un bacione, amici.  

 

Fatto #3 

L’Istat ci dice che l’economia italiana, malgrado tutto, regge l’urto e mantiene un certo tasso di vitalità. Anche i conti pubblici sono leggermente migliori delle attese, mentre, guardando al futuro, l’indice Pmi manifatturiero è addirittura baldanzoso, con i direttori acquisti delle aziende della manifattura evidentemente preoccupati di coprirsi sulla filiera logistica (evitare che manchino semilavorati e materie prime) per poter rispondere a una forte domanda attesa. 

 

Oggi in pillole 

- Dicevamo di Johnson & Johnson: è in arrivo e forse qualche giorno prima del previsto. Perché, avuta l’autorizzazione, poi la consegna del prodotto, che l’azienda sta stoccando in quantità, è molto veloce. I magazzini sono pieni e già si lavora sulle varianti.

- La condanna di Francois Sarkozy.

- I repubblicani che non hanno intenzione di cedere a Donald Trump.

- Perché da questa parte del mondo siamo tutti, in un modo o nell’altro, un po’ amici dei sauditi e perché questa cosa potrebbe essere ripensata.

- Ah, a scanso di equivoci leggete Giuliano Ferrara sul Foglio di oggi.

- I Golden Globe pandemici.

- La vita di Pietro Larizza, concertatore e sindacalista (tra quelli che hanno portato l’Italia verso l’Europa).

- La vita di Anna Majani e la storia del cioccolato bolognese, il famoso cioccolatino lo ricordate tutti.