di cosa parlare stasera a cena
Sul caos J&J un film già visto
Idee e spunti su quello che succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Problema grosso, ma superabile, anche Johnson & Johnson non ha a che fare con un banale ritardo nella produzione ma con una sospensione negli Usa dopo la rilevazione di casi di trombosi. Di conseguenza rallenta anche la distribuzione in Ue e, in caduta, nascono nuovi impacci per il progresso del piano italiano. Ancora una volta ci troviamo, qui avevamo provato a dirlo in varie occasioni, a verificare che le filiere distributive e produttive non funzionano a comando e sono soggette a mille difficoltà e intoppi (basta chiedere al responsabile acquisti di una piccola azienda, non c’è bisogno di scomodare il presidente del Consiglio). Comunque, ora serve ancora più saldezza di nervi, perché mentre si complica, nell’immediato, la campagna vaccinale, si fanno più preoccupanti i dati mondiali e, nello stesso tempo, crescono le pressioni del mondo economico e delle associazioni del commercio per ottenere la riapertura delle attività. Ma, valga per tutti il caso tedesco, purtroppo, il tema del giorno sono ancora le restrizioni e il loro inasprimento. Negli Usa, invece, dalla Casa Bianca arrivano rassicurazioni e si dice che il piano vaccinale americano non subirà rallentamenti.
Le tre "cose" principali
Fatto #1
Il governo risponde che è “un film già visto”, lo dice la ministra Mariastella Gelmini, responsabile dei cruciali rapporti con le regioni. Vero, ma bisogna fare in modo che non sia un film horror e bisogna che il governo dia tante, chiare e credibili informazioni. È vero che i numeri sono a favore della tesi del governo e gli stessi medici competenti per il settore dicono che si rischiano molte più trombosi per il Covid che per il vaccino. Qui ci fidiamo di Giovanni Rodriquez e di Ben Wakana. Intanto l’esperienza del vaccidrive in Francia (vaccinati in auto).
Fatto #2
Ha ragione il Foglio a consigliare al Pd, e anche da altri della composita maggioranza, di non farsi scippare il tema delle riaperture e la rappresentanza degli interessi del commercio e di parte del lavoro autonomo. Solo la goffaggine altrui, con l’immancabile citazione del rinascimento, può aiutare a evitare che si metta un cappello politico-elettorale su un’iniziativa che, se condotta responsabilmente, è di tutto il governo.
Fatto #3
Il presidente della Figc Gabriele Gravina si dice fiducioso nel suo prossimo colloquio con Mario Draghi per avere impegni certi sulla apertura degli stadi al pubblico per gli Europei.
Oggi in pillole
- Congratulazioni ad Alessandra Galloni, neo direttrice della Reuters.
- Qualche elemento in più sui piani di attacco a Capitol Hill nel giorno della proclamazione di Joe Biden.
- Da un po’ di giorni si parla di concorsi e selezione per i nuovi ingressi nell’amministrazione statale. Le cose si sono mosse grazie all’iniziativa del ministro Renato Brunetta, una scelta coraggiosa la sua per portare energie e capacità negli uffici pubblici in vista del grande impegno richiesto per attuare il piano nazionale di ripresa. Una scelta che mette meritoriamente in discussione equilibri o, piuttosto, disequilibri consolidati nel tempo e che perciò ha sollevato critiche, in cui c’è anche qualche punto interessante. Un contributo dall’università Bocconi, della professoressa Raffaella Saporito, aiuta a ragionare su pro e contro.
- Ferrero e i gelati.
- Un racconto targato Rowling per la nuova generazione.