Roberto Speranza (foto LaPresse)

di cosa parlare stasera a cena

Il significato politico della non sfiducia a Speranza

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

La maggioranza vota con buon margine, la Lega sceglie una squallida astensione, contro la sfiducia al ministro Roberto Speranza. Si dice che così Matteo Salvini continuerà ad avere un bersaglio polemico e un capro espiatorio bello e pronto per qualunque evenienza, ma non è tutto così semplice e questo ragionamento ha l’aria troppo furba e troppo facile. Che lo voglia o no, Salvini, questa volta si è agganciato alla maggioranza e al governo forse più di quanto realmente desidera, ma l’ha fatto. E anche altre ricostruzioni che circolano, secondo le quali la Lega comincerà a sentire le mani libere non appena il piano italiano per la ripresa sarà approvato in modo definitivo anche dall’Ue, scontano una certa faciloneria e sottovalutano l’iniziativa politica di Mario Draghi e di alcuni grandi soci della maggioranza, molto ampia ma non priva di connotazioni. Salvini, insomma, potrebbe presto trovarsi stretto in un ruolo non chiaro e non gestibile, di governativo col broncio o di oppositore inespresso, mentre altri cominciano a piazzarsi, con una certa leggibilità politica, dalle parti del sostegno a Draghi. Guardate a Forza Italia e all’attivismo dei suoi ministri e troverete la traccia giusta. Le letture interne al Pd di tutta la faccenda. Altri cambiamenti, inversioni a U, nelle scelte leghiste

Le tre "cose" principali

Fatto #1

La Francia, per evidente impulso presidenziale di Emmanuel Macron, chiude definitivamente con la precedente dottrina dell’asilo sempre e comunque ai fuoriusciti italiani accusati o condannati per terrorismo politico e collabora alla cattura di sette di essi. Gli arrestati sono i brigatisti Giorgio Alimonti, Enzo Calvitti Roberta Capelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi, questi ultimi tre già condannati in Italia all’ergastolo. Poi Giorgio Pietrostefani, di Lotta Continua e Narciso Manenti, dei nuclei armati contro il potere territoriale. Tre sono ricercati Luigi Bergamin, Maurizio Di Marzio, Raffaele Ventura. Sono già state presentate le domande di estradizione. Poi, i terroristi, i brigatisti, gli assassini, riportati in Italia per scontare la pena li si può andare ad aspettare con aria vendicativa e telecamere a favore sulla pista dell’aeroporto, oppure se ne può parlare restando nel proprio ruolo, con misura e con conoscenza dei fatti, e con l’effetto, tra l’altro, di una ancora maggiore condanna morale e politica degli atti da loro commessi. 

Fatto #2

 

Boris Johnson deve vedersela con un’accusa all’apparenza non proprio gravissima, ma evidentemente tenuta in gran conto in Uk. Gli viene contestata una ristrutturazione di casa, che poi è quella di ogni primo ministro britannico e non è certo di sua proprietà, a spese di un benefattore tanto privato quanto, si sospetta, interessato. Se ne chiedono le dimissioni, lui risponde che i lavori (evidentemente non c’è il superbonus) se li è invece pagati da solo. Il punto dell’opposizione laburista però non è semplicemente nella ristrutturazione ma nella negazione di ogni addebito da parte di Johnson fatta riempiendo, si dice, i suoi discorsi di menzogne e di falsità. Insomma, siamo, al solito caso della bugia lieve ma imperdonabile. 

Fatto #3

Un po’ di punti simpatia, da questa newsletter di chiacchiere a cena, per l’avvocato Giuseppe Conte, grazie a questa risposta a un classico pezzo giornalistico di quelli allusivi e scivolosi. Con l’occasione auguriamo a Conte di poter guidare con successo la parte dei 5 stelle che vorrà seguirlo.

Oggi in pillole

- Nicola Zingaretti e i controlli non tanto sulla variante indiana quanto sulla pericolosità degli arrivi dall’India (quale che sia la variante) dove l’epidemia è fuori controllo.

- Di questa pillola abbiamo già parlato a cena, ma parliamone ancora.

- In Turchia restrizioni anti-Covid durissime.

- L’assoluzione di Marco Cappato e Mina Welby.

- Ne sappiamo già qualcosa, ma ci sono sviluppi nel piano di Joe Biden per riequilibrare il carico fiscale colpendo la fascia più ricca della popolazione e, insieme, uniformando il prelievo sugli utili d’impresa cercando di contrastare la ricerca di vantaggi fiscali opportunistici da parte delle società.

- Intanto quelli di QAnon continuano a pensare ai riconteggi.

- Andrea Agnelli tenta un “non c’ero e se c’ero dormivo” sulla vicenda dell’esame di Suarez, forse non è la strategia migliore e potrebbe esporlo a qualche recriminazione.

- Il distacco nord-sud in Italia, quanto alla meteorologia prossima, illustrato per tutti dal nostro caro Giulio Betti.

- Va bene, qui arriviamo per ultimi, ma pare che il mullet cut (il taglio di capelli con due code laterali vagamente ittiche) di Tony Blair sia diventato una specie di affare di stato in Uk.

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