Salvini non ce la fa proprio a non stare contro l'Ue
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Non ce la fanno, non basta Mario Draghi, non bastano l’europeismo in cui sono coinvolti governando in questa fase e gli evidenti vantaggi che ne derivano, non basta neppure la furbizia politica, dalla quale si dovrebbe essere spronati a correre al centro, a occupare lo spazio sul quale basare la continuità dell’attuale governo e dell’attuale impostazione. Uno spazio che potrebbe anche essere promettente per il consenso degli elettori (le recenti elezioni locali francesi, per dirne una, con la delusione dei lepenisti e il ripescaggio del vecchio centro, ne hanno dato prova). Invece non resistono, e parliamo quasi solo di Matteo Salvini, perché Giorgia Meloni ha fatto una scelta di destra netta e contraria alla linea dell’Europa, sia a quella popolare e liberale, sia a quella socialista e democratica, e non potrebbe più tornare indietro. Salvini uno spazio di manovra, invece, lo conserva. Ma, alle strette, sta sempre lì, a difendere (un po’ come nei suoi primi commenti di solidarietà alla polizia penitenziaria dopo le rivelazioni su Santa Maria Capua Vetere) i nemici dello stato di diritto, i guastatori del confronto democratico, i tarli della costruzione europea. Oggi entrambi, Meloni e Salvini, hanno firmato, con altri 16 della destra europea, un documento in cui si definisce l’Ue “uno strumento di forze radicali che vorrebbero realizzare una trasformazione culturale e religiosa per arrivare alla costruzione di un’Europa senza nazioni”. Insomma, un linguaggio da complottisti, con evidenti venature della storica destra nazionalista, autarchica, contraria all’integrazione. Parole che evocano l’esistenza di piccoli gruppi occulti dai quali dipenderebbe la tendenza politica europea, cospirazioni di poteri nascosti. E da questi schemi sempre è nata poi la persecuzione verso determinate parti della società, l’individuazione di nemici della nazione (come sta diventando specialità del loro leader di riferimento, Viktor Orbàn). Era una buona occasione per non firmare, almeno, ripetiamo, per Salvini. Un bel colpo, sarebbe stato, invece Salvini rivendica (e un po’ edulcora) la firma.
Ma, poi, perché Salvini non si vaccina?
Le tre "cose" principali
Fatto #1
La variante dei non vaccinati e l’allarme mondiale.
Fatto #2
Giorno di diffusione delle statistiche sul lavoro negli Usa e di dichiarazioni molto soddisfatte di Joe Biden. In generale si sta cominciando a vedere che la ripresa dell’attività dopo la pandemia può essere più intensa di quanto si aspettasse, e forse questo effetto ha a che fare con la riorganizzazione produttiva delle aziende.
Fatto #3
Come funziona il bando di gran parte dei prodotti in plastica di uso abituale (mentre li vietiamo mandiamo ad essi un pensiero affettuoso per quanto sono stati utili durante la pandemia). Ci sono eccezioni e c’è il riconoscimento dei casi di necessità.
Oggi in pillole
- La riforma del fisco mondiale in arrivo, con regole uniformi per le multinazionali. L’Ocse apprezza, il G20 (in Italia) si prepara a sancire l’accordo, e il commissario europeo Paolo Gentiloni ne twitta felice;
- L’Italia blocca gli inglesi, cercando di non farli arrivare all’Olimpico, la Germania (forse) esagera con i portoghesi;
- I laburisti festeggiano con slogan calcistico il recupero del seggio che fu di Jo Cox;
- Il 737 ammarato, per fortuna aveva a bordo solo i piloti (salvati);
- Bisogna bere tanta acqua;
- stasera a cena ci sono i televisori accesi e c’è da confrontarsi col Belgio. Il Foglio e tutti ne parlano.