Di cosa parlare stasera a cena
Come funziona la propaganda di Salvini e Meloni
Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi
Per capirci e per capire il modo di operare della propaganda politica dei nostri Matteo Salvini e Giorgia Meloni e parlarne anche a cena. Nessuno al governo ha mai parlato di multe, chiusure o di zone rosse. Sono possibilità evocate per sentito dire, i cosiddetti retroscena, spifferi. Nulla a che fare con il progetto di passaporto vaccinale o di certificato da tenere in tasca per eventuali controlli in un ristorante o allo stadio o a un concerto. L’obiettivo di quella certificazione è la riapertura, la ripresa del turismo, il ritorno della socialità. Serve una garanzia per assembrarsi, un po’, liberamente, mentre circolano ancora varianti del SarsCoV2. E il certificato è la forma di garanzia più leggera, semplice e veloce. E invece, appunto. E con metodo Draghi, si spera anche questa volta, il governo va avanti verso la decisione sul certificato. A proposito, così, tanto per dire a cena, una corte federale americana, cioè gente che se ne intende abbastanza del concetto politico e giuridico di libertà, ha respinto il tentativo di appellarsi contro l’obbligo vaccinale stabilito dall’Università dell’Indiana.
Le tre cose principali
Fatto #1 - Joe Biden prende di petto la questione cinese, con una denuncia pubblica, mai sentita con toni simili, sul crimine informatico ai danni della Microsoft. Le sue parole erano attese e sono ancora più importanti perché concordate con Ue e Nato. E gli spiati dall’Ungheria orbaniana (che, tra una cosa e l’altra, accetta finanziamenti cinesi per le università e le opere pubbliche)
Fatto #2 - Nei Paesi Bassi sono stati più bravi e organizzati, e non hanno avuto vittime durante le inondazioni. Forse anche perché, invece di polemizzare ex post e buttarla in caciara apocalittica, hanno imparato ad avvertire per tempo la popolazione e a gestire l’acqua in emergenza. La situazione sempre più grave in Germania.
Fatto #3 - Visto il clamore per le (ottime) nomine recenti, con persone di valore come Carlo Stagnaro e Riccardo Puglisi, ecco un’altra tornata di ingressi tra i consulenti del governo. Il gruppo è ben costruito, ma l’attenzione dei giornali e, poi, con un po’ di ritardo, della politica, sarà tutta sulla bravissima Elsa Fornero. Senza considerare che, in passato, è stata maniera quasi ininterrotta una consulente (inascoltata o quasi) di vari governi e di vari ministri del lavoro. Tra gli altri nomi spiccano i nostri due maggiori studiosi di questioni sociali, Giuseppe De Rita e Mauro Magatti. E super esperti di cose bancarie, come Anna Maria Tarantola e Giuseppe Guzzetti.
Oggi in pillole
- Il Pd (sembra) che non voglia concedere altro al grillismo, o contismo, fate voi, di stampo giudiziario e di ispirazione fattista, dal nome del giornale di riferimento. E questa è la questione più importante. Perché il Giuseppe Conte da cui, ancora pochi mesi fa, ci saremmo aspettati il tentativo di portare i 5 stelle verso un approdo moderato, magari con tendenza assistenzialista, si sta, invece, volgendo verso l’aggressività da ingenuo deluso di Marco Travaglio come fonte di ispirazione, e non sarebbe proprio un buon modo per impostare un programma politico.
- Tre toni di azzurro, così, una curiosità cromatica minima di cui parlare a cena, e un partito che comincia a investire nella campagna romana credibilità ed energie.
- A proposito di sicurezza nelle città, di cui a volte ci si lamenta da queste parti, ecco l’esito di un tranquillo weekend a Chicago. Comprate olio buono, fate come i milanesi, che pure ce li aspettavamo più burrosi che oleosi. Non c’è limite alla fantasia del mercato e alla nostalgia, notare il particolare dell’erogatore che richiama quello dei distributori.