di che cosa parlare stasera a cena

I bei "Sì" di Draghi e il Tar contro i No vax

Giuseppe De Filippi

Idee e spunti per sapere cosa succede in Italia e nel mondo selezionati per voi da Giuseppe De Filippi

Mario Draghi risponde con dei bei sì alle domande con cui lo si vorrebbe mettere in imbarazzo. Lo fa, ad esempio, per la possibilità di arrivare a casi di obbligo vaccinale e, restando nello stesso ambito, per la distribuzione, sempre per casi specifici, di una terza dose di vaccino. E dice un sì alle domande sulla riapertura delle scuole in presenza. E lo fa per l’agenda delle riforme, dicendo che, sì, sono in arrivo quelle di concorrenza e fisco e che subito dopo toccherà ai temi previdenziali, quindi all’uscita da quota 100.

E dice sì, chiaro e tondo, anche riguardo alla tenuta del G20 sull’Afghanistan, rispondendo alle critiche sull’inconcludenza delle istituzioni europee con un’osservazione ironica e cioè chiedendo chi, in questa vicenda, è stato concludente (vorremmo aggiungere che di concludente c’è stata solo la scelta, appunto, di concludere di botto la missione afgana).

C’è un bel sì anche sulla disponibilità dell’Italia all’accoglienza dei profughi afgani individuati. A proposito, sono già stati vaccinati, ci fa sapere, come avverrà a tutti i migranti in arrivo nel nostro paese. E dice un sì anche quando gli viene chiesto se crede nella stabilità del governo.

Non parla proprio di stabilità ma di qualcosa di più, cioè della capacità di prendere decisioni e di fare riforme. Anche se la Lega fa le bizze e un suo esponente, noto alle cronache come contrario al green pass, viene a trovarsi nella commissione giusta per piazzare un voto contrario. Draghi non dà a questa vicenda troppo peso e inchioda Matteo Salvini alle sue responsabilità e mettendo in evidenza, si potrebbe dire, una contrapposizione interna alla Lega, una questione con la quale è Salvini a dover fare i conti.

Parla chiaro, per quanto è possibile, anche sul Quirinale. Dicendo che non è, per lui, una soluzione alternativa all’incarico attuale, una specie di ripiego dorato.

Parlar chiaro e dire sì quando serve un sì è un’arma molto forte ed è un modo per scompaginare davvero il politichese. Non con l’insulto o con la volgarità, ma con l’esposizione dei progetti, delle scelte e delle loro ragioni.

    

Le tre "cose" principali

Fatto #1

  
Attenzione, però, ai dati e alle prime avvisaglie di ripresa dei contagi. La situazione resta sotto controllo e il tasso di vaccinazione, in Italia, supera quello di molti altri paesi europei. Tuttavia, con la variante Delta, la velocità dei contagi diventa un fattore determinante e preoccupante

   

Fatto #2

E bravo Tar del Lazio, falliscono le manifestazioni e anche le azioni legali contro il pass vaccinale. In questo caso a muoversi erano stati i gruppi contrari ai controlli sui vaccini nel mondo della scuola, una delle situazioni in cui più è necessario dare certezze e rassicurazioni alle famiglie. Un punto giuridico importante è nella definizione della scelta di non vaccinarsi come diritto non assoluto

 

Fatto #3

Il superbonus va come un razzo. Benissimo, ma, visto che siamo in tempi di riforma fiscale, forse andrebbe inserito nel quadro generale del nuovo fisco, perché altrimenti rischia di diventare un contributo a vantaggio dei ricchi da parte di tutti i contribuenti

 

Oggi in pillole

  • In Francia potrebbero rispuntare fuori i socialisti (titolari, in passato, di una serie di presidenze della Repubblica)
  • I liberali più liberali degli altri, che in Baviera prendono un po’ di voti, e complicano il risultato elettorale tedesco
  • Il mondo è pieno di dollari ma nessuno li vuole
  • Il nuovo braccio robot
  • Cristiano Ronaldo è il calciatore che ha segnato di più in competizioni tra squadre nazionali nella storia
  • Succede a Venezia
  • La vita di Mikis Theodorakis (anche per ricordare che ancora all’inizio degli anni Settanta in Europa c’erano tre dittature, tra cui quella greca, in tre paesi ora inseriti nell’Ue). Sì, poi c’è anche il sirtaki che conosciamo tutti